Weekly Playlist N.17 (2020)

 

Da qualunque parte la si guardi questo qui non è stato proprio un aprile dolce dormire, non solo per tutta la questione sanitaria e le sue conseguenze socio-politiche ma anche per le letali radiazioni soniche partite dai laboratori top secret di Pagan Storm Webzine e sentite un po’ ovunque intorno al mondo. Dopo un marzo dignitosissimo ma nel complesso forse al di sotto della media, il quarto mese dell’anno ha davvero soddisfatto tutto lo staff con almeno due album supportati dalla stragrande maggioranza di noi scribacchini, nonché due bombe disumane che così per simpatia vi ritroverete in apertura a levarvi quel sorrisino ebete dalla faccia: l’intensa sessione di carezze a tutto andare non può infatti che avere inizio con “Tempo Di Uomini”, traccia che da sola esprime tutta la presa a bene provata dai vostri stimati redattori all’ascolto dei finalmente redivivi Frangar, trionfatori indiscussi nonostante l’impegno con cui ci hanno tenuto nascosto per un po’ il folgorante Vomini Vincere”; noi però Il Colonnello e i suoi sodali li perdoniamo e ve li consigliamo spassionatamente, per i motivi tutt’altro che banali di cui avete probabilmente letto domenica scorsa; e se i rapporti tra Italia ed Olanda al momento sono leggermente tesi non è certo colpa nostra, dato che appena dopo i novaresi abbiamo piazzato i Duivel dai Paesi Bassi e la melma oscura che cola dall’ottima “Offerande Aan De Schimmen Der Afgestorvenen”, solo una delle tante meraviglie che potreste scoprire seguendo le nostre istruzioni e facendo saltare il banco con l’intero esordio Tirades Uit De Hel”.
L’ultimo fine settimana di arresti domiciliari è stato dunque parecchio movimentato, ma le diaboliche invocazioni a ritmo di spari sono proseguite fino a martedì -ed oltre- grazie alla terza recensione dell’anno, la quale a due mesi dall’uscita ha reso il giusto merito anche al ritorno degli Ygg con l’apprezzatissimo (almeno da noialtri, e da chi ancora fa caso a questa musica così popolare ed allo stesso tempo così ignorata specialmente dagli addetti stampa di casa nostra) The Last Scald”. I quattro lunghi brani costituenti il comeback degli ucraini però ve li abbiamo già sottoposti tutti (tranne uno, ad onor di cronaca, che presumibilmente arriverà presto o tardi…) nel corso dei nostri appuntamenti del giovedì, e quindi la redazione ha ben pensato di tenere altresì alto il livello del becero stilistico con un’altra novità che sin dal monicker unisce il fascino del lato oscuro all’amore per la storia, e nella cui formazione militano proprio alcuni dei musicisti lodati due giorni fa: il progetto Goatreich, ideato lo scorso anno da membri di Ygg, Khors, Ulvegr ed altri agitatori del panorama nazionale, ha pubblicato sempre ad inizio febbraio il suo debutto Godfetor”, da cui estraiamo “Tribute To Dark Mother” dedicandola a chiunque abbia infranto la quarantena per portare la capra a fare i suoi bisogni.
Sophomore record in arrivo invece per gli australiani Autumn’s Dawn, duo che porta avanti l’isolamento esistenziale di cui è impregnato il fertile terreno del Nuovo Galles del Sud spiccando però per l’approccio melodico assai sofisticato, semplice nella scrittura ma stupendo una volta a contatto col padiglione auricolare; sentite “Dying Embers”, title-track del full-length di prossima uscita, magari tenendo a mente l’approvazione riscossa da un ormai improbabile Burzum e dall’ultimo suo “disco” di “inediti”, dopodiché asciugatevi le amare lacrime inutilmente versate per quel mondo che tanto faticate a capire. Un altro segno dei tempi che corrono lo commentavamo già qualche puntata addietro e consiste nel moltiplicarsi delle uscite condivise rubricate nel nostro calendario sotto la dicitura split album: tale trend non solo non si è invertito, ma ha continuato a diffondersi toccando anche nomi che su queste pagine godono di indubbia e meritatissima fiducia. Avevamo appena finito di scrostare dalle mura della redazione la bile rovesciataci addosso dai tedeschi Impavida nell’estate del 2019, resa ancor più rovente dalla pubblicazione dell’intossicante Antipode”, ma il ritorno a stretto giro con una nuova opera (in uscita domani, spartita con tali Vuur & Zijde ed introdotta per circa un quarto di facciata dall’astratta “Gram”) è un ottimo segnale per un eventuale full-length in arrivo magari senza un’altra pausa di oltre una decade; nel frattempo il divieto di accesso alle spiagge ancora in vigore non ha affatto impedito l’attracco degli islandesi Árstíðir Lífsins, pronti a tutto pur di narrare a chiunque voglia ascoltarli la seconda parte del concept magistralmente inaugurato giusto un anno fa e che si concluderà a fine mese – al contrario ha spinto anche loro alla realizzazione di un lavoro collaborativo coi compaesani Carpe Noctem, intitolato Aldrnari” e al quale il gruppo ha contribuito con gli oltre venti minuti di “Hvers Viðar Bani” (che batte in lunghezza il brano dei compari solo per questione di secondi).
Sarà che la quarantena ci ha reso all’improvviso filantropi e desiderosi di rapporti umani prima schifati, ma tutta questa comunella nel Black Metal fa un certo effetto pur coi suoi pregevoli risultati, e lo fa a noi tanto quanto lo farebbe probabilmente all’eremita più loquace di Francia Ardraos; il lupo solitario d’Oltralpe, un altro a cui l’attività non è che sia proprio mancata negli ultimi tempi, ha riaperto le porte della sua casa / studio / chiesa (ovviamente sconsacrata) con l’intento di dare di nuovo forma alle sue visioni a tinte medievali. Chi ci segue sa che quando si parla di Sühnopfer gli standard tendono ad essere piuttosto elevati, figurarsi poi con una pandemia su scala globale ad aiutare il Nostro nell’immedesimazione: quindi pazienza e via con l’ennesimo giro di giostra su “La Tour Du Pendu” dall’ormai intramontabile Offertoire”.
Restiamo ancorati alle sonorità epiche e alle tematiche storiche narrate in francese per il primo dei due ascolti scelti dalle mensole dello staff, che oggi dal cilindro estrae i purtroppo dipartiti Catuvolcus del Quebec ed il secondo loro album Gergovia”, un affascinante quanto misconosciuto riassunto a sette note delle guerre galliche di cui potete godervi “La Colline De Chanturge”; seguono poi a ruota ciò che furono gli austriaci Pazuzu nelle loro fattezze in fasce con “Beneath The Bowels Of The Earth”, breve traccia estratta dall’opus primum del progetto Dark Ambient (dalle tinte ritualistiche e medievali) a tutti gli effetti stilisticamente pre-Summoning che debuttò nel 1994 con And All Was Silent…”, qui utilizzata come intervallo tra una schitarrata ed una bestemmia.
L’unico anniversario di codesta, odierna playlist ci dà infine l’opportunità di infondere un poco di speranza nei nostri lettori, a patto che essi non siano gli stessi campioni di senso civico che sono corsi a dileggiare i Mayhem all’annuncio delle tre date in Italia dei norvegesi il prossimo ottobre: lo sappiamo che molto probabilmente verranno tutte annullate, quindi ora che ci avete illuminato con un nichilismo paradossalmente tanto inadeguato quanto ad oggi sconclusionatamente poco profetico potete tornare da bravi al vostro luogo di lavoro dove rischiate il contagio in nome del profitto altrui – tornando invece a noi, non solo la band più chiacchierata del genere sarà presumibilmente di nuovo dalle nostre parti ma il suo controverso Grand Declaration Of War” ha pure compiuto venti anni questa settimana, due decenni trascorsi a scatenare risse tra i fan e devastarne le sinapsi con il suo stile senz’altro originale, di cui oggi vi forniamo un assaggio (sempre che non lo conosciate) grazie alla prima parte di “To Daimonon” inclusa in raccolta.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Frangar“Tempo Di Uomini” (from Vomini Vincere”, Darker Than Black Records 2020)

2. Duivel“Offerande Aan De Schimmen Der Afgestorvenen” (from Tirades Uit De Hel”, Ván Records 2020)

3. Sühnopfer“La Tour Du Pendu” (from Offertoire”, Those Opposed Records 2014)

4. Catuvolcus“La Colline De Chanturge” (from Gergovia”, Deathbound Records 2012)

5. Pazuzu“Beneath The Bowels Of The Earth” (from And All Was Silent…”, Head Not Found Records 1994)

6. Goatreich“Tribute To Dark Mother” (from Godfetor”, Ashen Dominion Records 2020)

7. Autumn’s Dawn“Dying Embers” (from Dying Embers”, Eisenwald Tonschmiede 2020)

8. Mayhem“To Daimonon I” (from Grand Declaration Of War”, Season Of Mist Records 2000)

9. Impavida“Gram” (from Vuur & Zijde / Impavida (Split)”, Lupus Lounge Records 2020)

10. Árstíðir Lífsins“Hvers Viðar Bani” (from Aldrnari (Split)”, Ván Records 2020)

Michele “Ordog” Finelli

Precedente Ygg - "The Last Scald" (2020) Successivo Pagan Storm News: 01/05 - 07/05