Ad fontes redeunt longo post tempore lymphae: quattro mesi, per l’esattezza. Quelli che del resto occorrono perché finisca un altro quadrimestre e sia dunque tempo di poter passare nuovamente in rassegna i migliori full-length dell’anno, in modo da ricapitolarli e svelare nel mentre anche qualche grado di preferenza personale tirando al contempo il fil rouge che unisce l’operato di ogni giorno su queste pagine.
Scelte, scelte, scelte da operare. Defoliante a tappeto, agente arancio disperso senza pietà per poter finire con soli dieci album ma dal criminale carisma aurale a testa, com’è altresì consueto giunti al secondo step dell’anno su tre: quello che anticipa il gran finale. E s’è vero che il tempo corrode anche la roccia e che i tempi cambiano e noi con loro, ciò che non sembra in realtà però mutare o scalfirsi in alcun modo è invece l’apprezzamento estremo che la redazione continua a riservare per quelli che erano già stati i dischi preferiti di chi scrive in questo buco nero e maleodorante di web durante i primi quattro mesi dell’anno, questa volta tutti bene o male riconfermati con l’aggiunta del (vero, verissimo) meglio che si è fatto strada tra maggio e agosto; vale a dire delle autentiche gemme che -sebbene nulla di ciò che trovate qui sotto sia trascurabile o neanche vagamente minore per quella che è, e resta, una mera posizione e proposta indicativa di gradimento assolutamente variabile- svettano ai piani più alti delle preferenze. Rileggete ora l’ultima parola: preferenze. Parafrasando, al netto di qualche disco che pur con decine di ascolti e giri nello stereo di un redattore può essere rimasto per forza di cose fuori in una o nell’altra selezione, complessivamente ben pochi torti sono stati fatti da capricciose inclinazioni: correte dunque a leggere (o guardare, perché come sempre trovate in fondo all’articolo anche la tabella riassuntiva con le copertine), ma soprattutto ascoltare, del ciclico spezzarsi delle stagioni della vita e di millenari alberi cosm(ogon)ici, dell’alba dell’autunno e della fine di ottobre vissuta sugli stregati Carpazi, di guardiani delle vette e di paesaggi d’inverno avvolti nel silenzio, d’immagini di morte riflesse nel nulla, di legioni di cadaveri e diavoli imprigionati in celle fatte di specchi e zanne, sussurranti maledizioni a coprir preghiere ed il sibilo di patti faustiani. In altre parole: tutto quel che non dovreste per alcun motivo esservi persi fino ad ora tra quelli che sono stati i più lussureggianti regali di un 2020 assai strano. Potete trovare qualche parola in più su ogni disco elencato e suggerito nelle liste cliccando sul rispettivo titolo, giungendo così all’articolo che più in dettaglio lo discute tra quelli al momento presenti sul sito.
Non quae praeteriit hora redire potest – memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris.
Árstíðir Lífsins – “Saga Á Tveim Tungum II: Eigi Fjǫll Né Firðir” (Ván Records)
Ygg – “The Last Scald” (Ashen Dominion Records)
October Falls – “A Fall Of An Epoch” (Purity Through Fire Records)
Fellwarden – “Wreathed In Mourncloud” (Eisenwald Tonschmiede)
Paysage D’Hiver – “Im Wald” (Kunsthall Produktionen)
Imago Mortis – “Ossa Mortuorum…” (Drakkar Productions)
Núll – “Entity” (Ván Records)
Frangar – “Vomini Vincere” (Darker Than Black Records)
Duivel – “Tirades Uit De Hel” (Ván Records)
Prison Of Mirrors – “De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum…” (Oration)
Kły – “Wyrzyny” (Pagan Records)
Ygg – “The Last Scald” (Ashen Dominion Records)
Prison Of Mirrors – “De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum…” (Oration)
Frangar – “Vomini Vincere” (Darker Than Black Records)
Núll – “Entity” (Ván Records)
October Falls – “A Fall Of An Epoch” (Purity Through Fire Records)
Árstíðir Lífsins – “Saga Á Tveim Tungum II: Eigi Fjǫll Né Firðir” (Ván Records)
Nawaharjan – “Lokabrenna” (Amor Fati Productions)
Kawir – “Adrasteia” (Iron Bonehead Productions)
Fellwarden – “Wreathed In Mourncloud” (Eisenwald Tonschmiede)
Árstíðir Lífsins – “Saga Á Tveim Tungum II: Eigi Fjǫll Né Firðir” (Ván Records)
October Falls – “A Fall Of An Epoch” (Purity Through Fire Records)
Ygg – “The Last Scald” (Ashen Dominion Records)
Fellwarden – “Wreathed In Mourncloud” (Eisenwald Tonschmiede)
Paysage D’Hiver – “Im Wald” (Kunsthall Produktionen)
Imago Mortis – “Ossa Mortuorum…” (Drakkar Productions)
Kły – “Wyrzyny” (Pagan Records)
Duivel – “Tirades Uit De Hel” (Ván Records)
Frangar – “Vomini Vincere” (Darker Than Black Records)
Núll – “Entity” (Ván Records)
Imago Mortis – “Ossa Mortuorum…” (Drakkar Productions)
Paysage D’Hiver – “Im Wald” (Kunsthall Produktionen)
Frangar – “Vomini Vincere” (Darker Than Black Records)
Árstíðir Lífsins – “Saga Á Tveim Tungum II: Eigi Fjǫll Né Firðir” (Ván Records)
Fellwarden – “Wreathed In Mourncloud” (Eisenwald Tonschmiede)
Kawir – “Adrasteia” (Iron Bonehead Productions)
Prison Of Mirrors – “De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum…” (Oration)
October Falls – “A Fall Of An Epoch” (Purity Through Fire Records)
Malokarpatan – “Krupinské Ohne” (Invictus Productions)
Ygg – “The Last Scald” (Ashen Dominion Records)
Aethyrick – “Gnosis” (The Sinister Flame Records)
Aara – “En Ergô Einai” (Debemur Morti Productions)
Chotzä – “Tüüfuswärk” (Northern Fog Records)
Imago Mortis – “Ossa Mortuorum…” (Drakkar Productions)
Frangar – “Vomini Vincere” (Darker Than Black Records)
Fellwarden – “Wreathed In Mourncloud” (Eisenwald Tonschmiede)
October Falls – “A Fall Of An Epoch” (Purity Through Fire Records)
Autumn’s Dawn – “Dying Ember” (Dark Adversary Productions)
Faustian Pact – “Outojen Tornien Varjoissa” (Werewolf Records)
Curse Upon A Prayer – “Infidel” (Saturnal Records)
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– Matteo “Theo” Damiani –