Weekly Playlist N.46 (2021)

 

Ci è voluto un po’ di tempo in più del dovuto, forse per la dispersione di voti che ha confuso le nostre stime oppure per l’exploit che sapevamo avrebbe caratterizzato questo undicesimo mese, ma ora anche ottobre ha il suo indice analitico di dischi imperdibili per ogni palato o padiglione auricolare esistente, avendo tenuto il passo dello spumeggiante predecessore e della ripresa attuata dall’autunno in fatto di uscite alquanto brillanti.
Come emerge dunque anche alla più distratta delle letture, nonostante il premio della critica se lo sia aggiudicato il pestifero lavoro dei russi Blackdeath e del session bastard che suona le tastiere su Also Sprach Das Chaos”, una sorpresa che era difficile pronosticare è stata il ritorno di fiamma tanto bruciante in casa Helheim per merito dello scrigno di purezza norrena chiamato Woduridar”: ve ne abbiamo parlato domenica come pure martedì scorso, in circostanze diverse ma con lo stesso entusiasmo che merita un album di tutto rispetto quale è questo qui, e quindi lasciamo a “Ni S Solu Sot” il compito di ravvedere le ultime sacche di resistenza al ritrovato potere di questi artisti. Insieme a loro, a riprova che non basta l’artwork campeggiante sulla copertina dei nostri appuntamenti mensili per avere un quadro fedele di ciò che sta facendo breccia nelle falangi nere, si sono distinti per meriti sul campo i tedeschi Gràb, finalmente in stampa col debutto Zeitlang” oggi rappresentato da “A Dåg Im Herbst”, ed i transalpini Hegemon ai quali è affidata la carneficina finale in scaletta, incarnata dalla supernova Sidereus Nuncius” a sua volta deflagrante nell’ultima “Your Suffering, My Pillars”.
Foglie ingiallite e zucche da tagliuzzare finiscono così in archivio, spazzate via dalla fredda forza rinnovatrice di un novembre il cui vento, mutevole per direzione ed oscillante tra temperature tutte comunque ben sotto lo zero, ha condotto alla nostra porta una vera armata di anime in pena ansiose di raccontarci la loro storia. A noi il compito di trascriverla, come del resto ha fatto il Theo con la messa in parole della miriade di sensazioni scaturite dall’ascolto di Vom Bruch Bis Zur Freiheit”: il titanico secondo parto dei Tardigrada mette il punto esclamativo all’ennesima annata fruttuosa sui monti svizzeri, esibendo la pura forza degli elementi in composizioni fluviali nella forma eppure toccanti ed intimistiche all’orecchio di chi sa coglierne le sfumature, riaffioranti dalle acque che invadono la valle al sereno dipanarsi di “Zwang”.
All’appello dei full-length che in redazione non vediamo l’ora di sentire manca quindi il solo Zău”, che come dovreste da tempo sapere è l’ultimo atto della pregiata trilogia transilvana e (presumibilmente) del marchio di qualità certificata Negură Bunget. Pur costretti dentro i limiti di una versione editata del terzo singolo “Toacă Din Cer” per la maggior gloria degli algoritmi di YouTube, noi vi invitiamo a tenere duro fino a domani per quella che sarà sul serio un’occasione speciale, e a ‘sto giro noialtri ne siamo certi. Al contrario non eravamo affatto sicuri del nuovo mini Dark Italian Art” dell’ormai popolarissima gang abruzzese Selvans, rilasciato in punta di piedi giorni fa; e invece i due brani originali inclusi in tracklist sono una scossa di vita che riporta l’epicentro del panorama italiano sul litorale adriatico, nelle cui foreste corre in cerca di prede “Iò Pan!”. Meno frenetica ma di pari intensità, dal West Virginia arriva la granitica “Kanawha Black” e l’annuncio di un nuovo album dal medesimo titolo per i Nechochwen, riemersi dopo sette anni ed apparentemente in splendida forma in vista della primavera dell’anno prossimo.
Novità terminate ma la musica va avanti per un bel quarto d’ora ancora grazie alla triplice alleanza tutta norvegese di anniversari, come sempre un perfetto contorno alle anteprime che amiamo snocciolare ogni giovedì: in rapida sequenza si succedono così gli opener Windir del leggendario e fresco ventenne 1184″, rappresentato da “Todeswalzer” e tuttavia tassativo se volete parlare di questo genere senza venir zittiti in tempo zero; i Solefald che ci riportano ad Oslo e al dittico An Icelandic Odyssey”, per celebrare a suon di “Queen In The Bay Of Smoke” i già quindici inverni passati dal secondo capitolo Black For Death”; ed infine il nostro feticcio privato Svikt, riproposto attraverso la serrata “Nattfall” a tutti i presunti amanti delle chitarre a zanzara e dei cantanti che sputano le tonsille, che chissà cosa si inventeranno stavolta per ignorare l’unico album I Elendighetens Selskap” uscito dieci anni fa precisi. Insomma stasera salmone per tutti (o balena se siete davvero malvagi dentro) e vi sees neste uke.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Windir“Todeswalzer” (from 1184″, Head Not Found Records 2001)

2. Helheim“Ni S Solu Sot” (from Woduridar”, Dark Essence Records 2021)

3. Selvans“Iò Pan!” (from Dark Italian Art” (EP), Avantgarde Music 2021)

4. Solefald“Queen In The Bay Of Smoke” (from Black For Death: An Icelandic Odyssey II”, Season Of Mist Records 2006)

5. Tardigrada“Zwang” (from Vom Bruch Bis Zur Freiheit”, Eisenwald Tonschmiede 2021)

6. Svikt“Nattfall” (from I Elendighetens Selskap”, Blut & Eisen Productions 2011)

7. Gràb“A Dåg Im Herbst” (from Zeitlang”, Trollmusic 2021)

8. Nechochwen“Kanawha Black” (from Kanawha Black”, Bindrune Recordings 2022)

9. Negură Bunget“Toacă Din Cer” (from Zău”, Prophecy Productions 2021)

10. Hegemon“Your Suffering, My Pillars” (from Sidereus Nuncius””, Les Acteurs De L’Ombre Productions 2021)

Michele “Ordog” Finelli

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