Weekly Playlist N.02 (2021)

 

Passata quella ventina di giorni sufficiente a farci capire che i buoni propositi saranno rimandati al 2022 assieme ai festival primaverili, l’instancabile mondo metallico si è già fatto sotto con alcune release tutt’altro che trascurabili, alcune delle quali ricordate giusto la scorsa settimana. Seppur lieta di tutta questa iniziativa pure in momenti tanto bui, Pagan Storm Webzine lascia però volentieri ad altri le analogie tra un bel disco ed il latte fresco a scarsa conservazione: in luciferina disobbedienza verso un sistema informativo “sul pezzo” (tanto da mandare in onda riprese cinematografiche scambiate per notizie) che sembra aver contagiato anche i vari blog di musica dura, la redazione ha avuto la faccia tosta di pubblicare a metà gennaio il consueto approfondimento incentrato sui migliori lavori editi nel corso di dicembre.
Arrivati a questo punto avrete dunque senz’altro notato il nostro moderato apprezzamento per Totschläger – A Saintslayer’s Songbook”, ora più che mai ospite fisso dei nostri impianti audio favoriti ed oggi devastante, antitetica introduzione di puntata; Abigor rises, insomma – “Terrorkommando Eligos” ascends. Ma mentre dell’ultima fatica degli austriaci avete ormai possibilmente letto tutto quel che la gente doveva sapere, ancora qualche parola rimane invece da spendere riguardo alla rinascita degli Hate Forest: Hour Of The Centaur” ha sicuramente convinto gli estimatori del monicker ucraino (inclusa buona parte di noi) e si merita dunque un’ulteriore analisi in stampa, presumibilmente a breve, accompagnata dai quasi dieci minuti di fuoco in “Anxiously They Sleep In Tumuli”. Per concludere con sobrietà il tris dicembrino, da un comeback per una volta meritevole di rilascio passiamo ad un esordio altrettanto valido dal titolo Night’s Scarlet Symphonies”, buon colpo di coda d’anno tirato dall’underground finlandese per mezzo del progetto Mooncitadel al quale rendiamo oggi onore inserendo “Dweller Of The Lotus Moon” nel terzultimo passo della tabella di marcia.
Vi abbiamo fatto ballare il terreno sotto i piedi con le ultime tre bombette del 2020, dunque per par condicio adesso vi toccano tre novità di questo inizio anno a partire da due delle uscite più attese dell’imminente febbraio: nei primissimi giorni del secondo mese l’attenzione sarà anticipatamente tutta per The Thule Grimoires”, sesta apparizione The Ruins Of Beverast il cui secondo brano in anteprima nelle vesti di “Anchoress In Furs” denota la classe già sfoggiata in passato dalla one-man band teutonica nelle sue prove più celebrate, mentre poco più tardi anche i transilvani Sur Austru saranno della partita con il loro sophomore record Obârșie”, presentato oggi dall’ancor più lunga traccia d’apertura “Cel Din Urmă”. Al momento regna invece il silenzio nel sottosuolo della sempre florida Turingia, dal quale gli eroi locali Dauþuz hanno tirato fuori quantomeno un secchio di preziosi ogni anno dal 2016 a questa parte; tra un turno e l’altro in miniera alla ricerca di un giacimento di cui presto avremo notizia, i due tedeschi si sono buttati ora (anche) sulla delicata arte delle cover con successo riprendendo una vecchia canzone dei norreni Troll inclusa addirittura nel demo d’esordio di questi ultimi, ed il cui titolo recita oggi come ieri e con la medesima intensità “Når Natten Endelig Er Her”.
Se però la prima metà della playlist si barcamena a cavallo delle due annate inizianti per 202-, il finale di oggi guarda al futuro anteriore parlando curiosamente il linguaggio del passato -anche remoto- allo scopo di annunciarci il ritorno di due act rimasti nell’ombra per davvero troppo tempo. I recenti sviluppi nella band del colosso finnico Nightwish hanno comprensibilmente avuto una certa copertura mediatica, mentre assai meno eco ha avuto l’inaspettata reunion dei Darkwoods My Betrothed in line-up originale che vedrà coinvolti anche il buon Tuomas Holopainen e l’ormai fedele Kai Hahto, aggiunti al trio-nucleo e tutti insieme, a sorpresa, già nelle fasi finali del lavoro su di un full-length di prossima pubblicazione: benché tale evento possa far sorridere alcuni ma soprattutto riflettere altri su cosa rappresenti questa musica in certi posti, gli appassionati della cult band di Kitee ben ricorderanno le apparizioni del tastierista nei tre grandiosi album rilasciati dalla formazione nel corso dei Nineties, l’ultimo dei quali si chiamava Witch-Hunts” e conteneva non solo le ottime sezioni di tastiera – come quella tuttavia presente in “The Crow And Warrior”. Dal 1998 avanziamo ora in fast-forward al 2012 per rinverdire Venter På Stormene”, debut ormai ampiamente apprezzato e digerito dei norvegesi Vemod giunto ad oltre un decennio dalla fondazione del gruppo; per questi ragazzi il tempo è l’ultimo dei problemi visto che per quest’anno ne è stato finalmente annunciato il seguito The Deepening”, ma come dice un noto filosofo l’attesa di “Ikledd Evighetens Kappe” è essa stessa “Ikledd Evighetens Kappe”; ergo, come ultimo pezzo in scaletta, c’è proprio “Ikledd Evighetens Kappe”.
Sempre per rimanere in tema con ciò che un tempo era o fu, non possiamo che chiedervi retoricamente quanto stiate apprezzando la rubrica Darkest Past, i cui articoli vanno pian piano aumentando per la gioia di chi cerca qualche retrospettiva sul Black Metal in lingua italiana senza scontrarsi con lo sguardo per forza di cose parziale, quando non limitato o castrante della critica generalista. Negli ultimi sette giorni si è aggiunto il nome dell’elvetico Wintherr, l’anno scorso autore coi suoi Paysage D’Hiver di un disco adorato in lungo e in largo mentre ora viene festeggiato assieme al ventenne Winterkälte”. Lo speciale incentrato sul settimo “demo” (virgolette necessarie) dell’abominevole creatura delle nevi segue in realtà di pochi giorni quello dedicato al dissezionamento di Soulside Journey”, discussa opera prima degli iconici Darkthrone arrivata a toccare in settimana i trent’anni di esistenza; ma se c’è una cosa che i leggendari norvegesi ci hanno insegnato è che provocare in continuazione i già esigui estimatori alla lunga pagherà bene (magari se ne riparlerà giusto tra un mesetto a proposito di un The Cult Is Alive”): nella speranza quindi che vi sia tra voi qualcuno talmente estimatore del nostro lavoro da interpretare come provocazione questo gesto, ecco che dalle casse esce l’inconfondibile riffone di “In The Shadows Of The Horns” a cogliervi di sorpresa, la stessa che ogni giovedì cerchiamo sempre di farvi provare in un mondo che ha fatto dell’anticipazione e della frenesia informativa la propria assurda pretesa.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Abigor“Terrorkommando Eligos” (from Totschläger – A Saintslayer’s Songbook”, World Terror Committee Productions 2020)

2. Sur Austru“Cel Din Urmă” (from Obârșie”, Avantgarde Music 2021)

3. Hate Forest“Anxiously They Sleep In Tumuli” (from Hour Of The Centaur”, Osmose Productions 2020)

4. The Ruins Of Beverast“Anchoress In Furs” (from The Thule Grimoires”, Ván Records 2021)

5. Dauþuz“Når Natten Endelig Er Her” (from Når Natten Endelig Er Her” (Single), Autoprodotto 2020)

6. Paysage D’Hiver“Eintritt In Die Sphären” (from Winterkälte” (Demo), Kunsthall Produktionen 2001)

7. Darkthrone“In The Shadows Of The Horns” (from A Blaze In The Northern Sky”, Peaceville Records 1992)

8. Mooncitadel“Dweller Of The Lotus Moon” (from Night’s Scarlet Symphonies”, Werewolf Records 2020)

9. Darkwoods My Betrothed“The Crow And Warrior” (from Witch-Hunts”, Spinefarm Records 1998)

10. Vemod“Ikledd Evighetens Kappe” (from Venter På Stormene”, Terratur Possessions Records 2012)

Michele “Ordog” Finelli

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