Weekly Playlist N.42 (2021)

 

Non fatevi ingannare dalle grafiche a base di ossa, rune e altri ammennicoli tenebrosi che tanto solleticano la nostra pulsione di morte. Come si è presto accorto ciascuno dei nostri sedici lettori complessivi, sotto di essi e pur nella sincerità che è fisiologica quando si scrive di qualcosa a noi caro, Pagan Storm Webzine non si fa problemi ad affrontare con piglio ironico e dissacrante (ma mai circense; per quello c’è ampia scelta sul web) un mondo alla fine molto meno serioso di quanto appaia agli occhi di chi si limita alle parodie su YouTube. A volte però la vita ti ricorda che c’è davvero poco da ridere, e lo fa con notizie come quella arrivata dalla Norvegia un paio di settimane fa, ma comunque troppo tardi per inserire anche solo un brano apposito nelle due playlist successive. La presenza di Andrea Meyer (nota ai non addetti ai lavori per i cameo vocali nei due capolavori The Principle Of Evil Made Flesh” e Nemesis Divina” oltre che per vicende di cronaca rosa, ma in realtà figura alquanto rilevante nello sviluppo della moderna sensibilità musicale e letteraria alle tematiche pagane) tra le cinque vittime del peggio di cui è capace l’essere umano ha fatto parecchia eco nell’ambiente ed è improbabile vi giunga nuova or ora; senza tanto perdersi in discorsi del tutto estranei ai suoi temi e scopi, la redazione si limita a ricordare una unsung heroine della gloriosa epopea scandinava, oltre che ad auspicare più che mai la “Dawn Of A New Age” che lei stessa aveva profetizzato cinque lustri addietro nello storico masterpiece firmato Satyricon. L’ombra della Falce non si allontana affatto, e tuttavia a seguire troviamo la migliore risposta possibile al suo beffardo colpire: non solo perché si avvicina il 26 novembre e con esso la pubblicazione del sofferto Zău” ma anche perché gli stessi Negură Bunget, in barba al destino che ha sottratto loro il fratello Gabriel Mafa, possono permettersi di celebrare con un sorriso ed il giusto orgoglio i quindici anni compiuti da Om”, uno dei tanti tesori affidatici dal maiuscolo compositore romeno durante e forse persino dopo la sua esistenza, oggi onorata nel nostro piccolo mediante “Țesarul De Lumini”. Ora però un bel salto e, dalle prime battute, si arriva al finale di puntata a presentare il secondo anniversario, uscito caso vuole lo stesso 27 ottobre 2006 e non proprio estraneo ai nostri archivi. Il secondo soffio che spegne quindici candele proviene dai polmoni norvegesi di Lars Jensen, oggi a quanto sembra stimato calzolaio artigianale con però alle spalle due ottimi opus ad nome del suo progetto Myrkgrav, di cui dopo avervi proposto “Tjernet” consigliamo appunto l’intero debutto Trollskau, Skrømt Og Kølabrenning” nell’eventualità che ne siate rimasti all’oscuro per tutto questo tempo. Il sentiero attraverso la valle delle ombre ci conduce, prima di un tripudio finale di grandi album freschi di conio sui quali c’è molto da leggere oltre che da ascoltare, al porto sicuro delle anteprime rilasciate durante la settimana dai monicker che più attendiamo, ed badate che il loro numero stavolta un pochino risicato non è certo sintomo di sette giorni noiosi. Da una Svezia ormai entrata in partita gli Häxkapell ci sorprendono ancora grazie al secondo singolo di lancio “Tomhetens Lågor”, mentre il loro esordio Eldhymner” fuori da domani non potrebbe capitare in un weekend più adatto di quello che precede ognissanti. La vera goduria però, per chi scrive come per un po’ tutta la squadraccia dietro le quinte, è stata risentire Otheyn Vermithrax ed i suoi Stormkeep scatenarsi sulle note di “The Serpent’s Stone” per otto minuti di pelle d’oca come in poche altre occasioni durante questo 2021. Il nuovo Tales Of Othertime”, in calendario il 19 novembre, promette quindi tantissimo visti i rinomati precedenti degli americani e la resa sonora finalmente ai massimi livelli, e difficilmente sarà trascurato nel doloroso momento del recap a fine mese come del resto Vom Bruch Bis Zur Freiheit”, allettante sophomore record per gli svizzeri Tardigrada. Quello che i tre elvetici hanno per ora da dire in proposito lo trovate un paio di episodi indietro, mentre ciò che nemmeno noi sapevamo era che, insieme al prossimo full-length, sarebbe stata messa in commercio pure una ristampa del demo datato 2012 Widrstand”, con tanto di traccia bonus intitolata “Leere” e diffusa anzitempo in modo da arricchire il nostro palinsesto odierno, che alla Eisenwald si sa che ci seguono ogni giovedì. Ancora una volta eccovi perciò indirizzati verso la parte migliore di questo pianeta nero, in modo da non ritrovarvi in preda agli ansiolitici quando dovrete tirare le somme su di un anno iperproduttivo quanto quello precedente: sì perché ormai siamo lì, in quel periodo in cui si inizia già a parlare di top e altre pisquanate, ma se siete di quei sedici folli menzionati in apertura allora saprete anche che le nostre scelte sono ampiamente pronosticabili qualora ci si prenda qualche minuto per leggersi ciò che compare nella home page. Subito sotto lo scritto che state leggendo ora si trova per esempio l’ultimo firmato invece dal buon Theo per il ciclo de La Gente Deve Sapere, dedicato a chi se non all’imperiale Vanagandr”, ottavo trionfo dell’armata Thyrfing la quale dalle antiche leggende nordiche si spinge oltre, verso scenari lontani di cui il già classico “Håg Och Minne” rappresenta lo scorcio forse più affascinante. E mentre agli stessi svedesi era toccato il posto d’onore come disco del mese di agosto ora pure settembre ha il suo campione, come sa chi si è gustato l’esauriente articolo corale dove ha stravinto Le Retour Des Pastoureaux” della brigata Peste Noire. Dite quello che volete, che certa gente va ignorata o che Famine non è più quello di Aryan Supremacy”; ogni opinione diversa dall’adorazione per le sette nuove ballate composte dai transalpini vi pone dalla parte dell’errore, e da che mondo è mondo gli errori si correggono a suon di “Cacatov” sulla porta di casa. Il dissacrante inno allo squadrismo fecale si completa con la vera sorpresa del nono giro di giostra annuo, ossia lo spirito indomito dell’altrettanto arrembante Hegemonikon” rilasciato anch’esso nel completo silenzio dalla one man army sarda Solitvdo, qui presente all’appello con la prima delle due title-track e con le armi ben cariche e puntate. L’ardito quanto eterodosso stile dei due dischi citati nonché caldeggiati alla grande dai redattori lascia infine spazio al più sincero bigottismo strettamente musicale, che da queste parti ci rivendichiamo alla grande a patto che il prodotto finito risulti in qualche maniera valido; e la proposta più finlandese di molte proposte finlandesi ci ha fatto stravedere per i greci Lunar Spells ed il loro debutto Where Silence Whispers”, di cui vi lasciamo “The Wounds Of Salvation” nella speranza che ogni tanto siate in vena di quella roba strana che, dopo quasi tre decadi, alcuni ancora chiamano Black Metal.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Satyricon“The Dawn Of A New Age” (from Nemesis Divina”, Moonfog Productions 1996)

2. Negură Bunget“Țesarul De Lumini” (from Om”, Code666 Records 2006)

3. Häxkapell“Tomhetens Lågor” (from Eldhymner”, Nordvis Produktion 2021)

4. Stormkeep“The Serpent’s Stone” (from Tales Of Othertime”, Ván Records 2021)

5. Thyrfing“Håg Och Minne” (from Vanagandr”, Despotz Records 2021)

6. Peste Noire“Cacatov” (from Le Retour Des Pastoureaux”, La Mesnie Herlequin 2021)

7. Solitvdo“Hegemonikon I” (from Hegemonikon”, Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum 2021)

8. Tardigrada“Leere” (from Widrstand” (Demo), Fallen Empire Records 2012)

9. Lunar Spells“The Wounds Of Salvation” (from Where Silence Whispers”, Northern Silence Productions 2021)

10. Myrkgrav“Tjernet” (from Trollskau, Skrømt Og Kølabrenning”, Det Germanske Folket Records 2006)

Michele “Ordog” Finelli

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