Weekly Playlist N.18 (2019)

 

Non ci sembra fuori luogo asserire che, tra una decade o forse poco più, la fine degli anni ’10 sarà considerata una vera reinassance del metallo nero. Non che il periodo immediatamente precedente sia stato meno gravido di piacevole estremismo sonoro, ma chi segue noi o altre testate sufficientemente attente si sarà accorto dell’incredibile sinergia tra giovani leve ormai al salto di qualità e vecchi leoni dalle zanne ancora decisamente affilate, testimoniata dagli infiniti annunci discografiche che bombardano di questi tempi gli appassionati. Molte di queste tenebrose legioni le abbiamo già viste all’opera nell’ultimo quadrimestre e le rivedremo tra pochissimo, mentre per ora il nostro strenuo dovere d’informazione tutta al personale ci obbliga già a parlare delle tante novità che renderanno questo maggio estremamente difficile da replicare in futuro. L’utilizzo del tempo verbale che guarda all’avvenire non vale però per i nostri lettori, dato che la vostra beneamata webzine ha bruciato il mese sul tempo mettendo a disposizione con due settimane d’anteprima integrale ed esclusiva il nuovo lavoro del progetto francese Sühnopfer, Hic Regnant Borbonii Manes”, che potremo gustare fisicamente tra ventiquattro ore esatte. Siccome l’anticipo è stato considerevole, la levatura del disco lo avrà già reso un vostro ascolto abituale, quindi in attesa di domani tanto vale dare un pò di spazio anche al mirabile predecessore del 2014 Offertoire”, di cui già si parlò a suo tempo, inserendo nel lotto di pezzi odierno “Les Légendes De L’Ours”.
Che i nostri cugini della République volessero tornare a ribadire la loro importanza dopo un 2018 leggermente in sordina per la nazione era quantomeno prevedibile; meno prevedibile era che per farlo mandassero in campo dei pesi massimi come i Deathspell Omega, che nei quattro minuti secchi dell’inedito “Ad Arma! Ad Arma!” da poco svelati mettono in chiaro che il loro prossimo The Furnaces Of Palingenesia” sarà meglio non farselo scappare. La nostra ultima colonna ha già puntato i fari sul ritorno del trio (?) transalpino, ma ha anche segnalato che il 24 maggio sarà un giorno di vera festa negli uffici di Norma Evangelium Diaboli, da cui uscirà anche il secondo album degli islandesi Misþyrming. Escluse le informazioni di rito, di questo fantomatico Algleymi” non vi è però alcuna reale anticipazione per ora, quindi non ci resta che rinfrescarvi la memoria sull’esordio del 2015 Söngvar Elds Og Óreiðu”, grazie alla puntuale recensione che fu e soprattutto alla sulfurea “Endalokasálmar”. Maggio però non aspetta loro due, perché si è già messo in moto meno di una decina di giorni fa ma tanto è bastato per scaraventarci addosso un altro, ennesimo highlight di quest’anno: nessuno si aspettava una delusione dai Kampfar, e nessuno l’ha avuta quando è stato scartavetrato dalle note diaboliche dell’appena pubblicato Ofidians Manifest”, se possibile l’album più cupo ed opprimente mai realizzato dai norvegesi. Sicuramente non ci si può obbiettare la scarsa visibilità data ad estratti da disco fin dalle sue anteprime, come testimoniano le tre colonne dedicategli, e tanto per aggiungere altra carne putrescente al nero fuoco ecco spuntare in playlist anche la soffocante “Eremitt”.
Se però vi trovate sorpresi dalla mole di materiale di prossima uscita, allora sorge spontanea la mia domanda su come abbiate passato questo aprile, dato che anche il quarto mese non ha scherzato per niente per quanto riguarda la qualità propinataci. Abbiamo mandato in stampa giusto ieri il consueto best of mensile della redazione, che ha visto trionfare alla stragrande lo squadrone islandese Árstíðir Lífsins grazie all’ora e passa di musica contenuta in Saga Á Tveim Tungum I: Vápn Ok Viðr”: il primo capitolo del dittico composto dal gruppo alla fine ha messo d’accordo quasi tutti in redazione, guadagnandosi anche l’inserimento in playlist in quanto novità di “Vandar Jǫtunn Reisti Fiska Upp Af Vǫtnum”. Ad ottenere il benestare di ogni singolo componente dello staff è stato invece il bombastico ritorno in scena dei Månegarm con Fornaldarsagor”, il cui status di disco della settimana corrente gli ha inoltre garantito una copertura ancora maggiore grazie alla consueta recensione del martedì. Di fronte ad un tale plebiscito anche il più diffidente verso Erik Grawsiö e compagni dovrebbe come minimo concedere al nuovo lavoro una (altra?) possibilità, e per assicurarci che nessuno lasci vivo questa settimana senza aver sentito quanto combinato dagli svedesi abbiamo inserito nel programma di oggi anche la straripante ebrezza di “Tvenne Drömmar”. A raggranellare altri consensi da ogni dove ci sono riusciti anche gli habituè tedeschi di queste pagine, i Dauþuz, riemersi dalle asperità del sottosuolo germanico con in mano il prezioso Monvmentvm”, quarto disco da cui estraiamo un brano per la playlist di oggi ad essere passata prima o dopo sotto la lente d’ingrandimento delle recensioni ed ottimamente rappresentato dalla sua opener “Schwarzes Wasser”.
I nostri prestigiosi recap mensili non sono certo aperti ai primi che passano, ma ogni tanto una menzione a qualche escluso non fa male; è il caso degli svedesi Mephorash e del loro quarto full-length Shem Ha Mephorash”, la cui “Sanguinem” assolve bene al consueto compito di commiato di spesore per questa puntata. Abbiamo ancora due inserti speciali nella tabella di marcia, il primo dei quali è una novità tanto interessante quanto ancora avvolta nel più totale mistero; saranno anche solo due minuti tagliati, ma la versione editata già disponibile del brano “Drukkenskapens Kirkegård” è sufficiente per ricordarci d’ora in avanti dei Dold Vorde Ens Navn, decisamente non solo perché è un nuovo progetto intorno a cui orbita gente come Vicotnick (Dødheimsgard, Ved Buens Ende, Strid) e Haavard (l’inconfondibile chitarra di “Bergtatt”, “Kveldssanger” e soprattutto “Nattens Madrigal”, più qualche disco dopo), tanto per gradire. Ancora non si ha una data precisa per l’uscita dell’esordio di tale formazione, ossia un EP intitolato Gjengangere I Hjertets Mørke”, ma il curriculum di tali nomi è già un’ottima referenza per la qualità del prodotto.
Ma come in un vecchio Giallo della Mondadori una volta arrivati alla fine bisogna per forza di cose tornare indietro fino all’inizio, dove ad attenderci c’è in questo caso l’unico anniversario di oggi. Festeggiare i venti anni di un demo potrebbe sembrare da fuori un’operazione senza troppo senso, ma tali elucubrazioni si sciolgono come la proverbiale neve al sole di fronte ad un act del calibro dei finlandesi Moonsorrow, e del suo ufficiale secondo nastro Tämä Ikuinen Talvi” che veniva rilasciato due decadi orsono: gli oltre dodici minuti di “Taistelu Pohjolasta”, che vi dà il benvenuto nella playlist di oggi, per quanto grezzi in questa forma, bastavano già ad evidenziare le doti compositive che avrebbero fatto grandi i cuginetti Sorvali.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Moonsorrow“Taistelu Pohjolasta” (from Tämä Ikuinen Talvi (Demo)”, Meat Hook Productions 1999)

2. Árstíðir Lífsins“Vandar Jǫtunn Reisti Fiska Upp Af Vǫtnum” (from Saga Á Tveim Tungum I: Vápn Ok Viðr”, Ván Records 2019)

3. Sühnopfer“Les Légendes De L’Ours” (from Offertoire”, Those Opposed Records 2014)

4. Deathspell Omega“Ad Arma! Ad Arma!” (from The Furnaces Of Palingenesia”, Norma Evangelium Diaboli 2019)

5. Misþyrming“Endalokasálmar” (from Söngvar Elds Og Óreiðu”, Terratur Possessions 2015)

6. Dold Vorde Ens Navn“Drukkenskapens Kirkegård (Edit)” (from Gjengangere I Hjertets Mørke (EP)”, Autoprodotto 2019)

7. Kampfar“Eremitt” (from Ofidians Manifest”, Indie Recordings 2019)

8. Månegarm“Tvenne Drömmar” (from Fornaldarsagor”, Napalm Records 2019)

9. Dauþuz“Schwarzes Wasser” (from Monvmentvm”, Naturmacht Productions 2019)

10. Mephorash“Sanguinem” (from Shem Ha Mephorash”, Shadow Records 2019)

Michele “Ordog” Finelli

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