Dicembre 2017 – Nova

 

Ultimo appuntamento con la rubrica mensile riservata ai migliori dischi di dicembre 2017, che chiude anche il cerchio di approfondimento di questa settimana sull’anno ormai trascorso. Avevamo incominciato due giorni fa con la prima delle playlist speciali contenente brani dalla prima parte del 2017 e continuato ieri con la sua seconda ed ultima parte. Con l’anno ormai agli sgoccioli, ma con ultimissimi colpi pregiati che risultano essere anche alcuni tra i migliori dell’intero anno, dicembre mette inoppugnabilmente il sigillo tra livelli qualitativi inaspettati ed uscite ancor meno attese (almeno fino a poco tempo fa).
Ecco quindi il nostro resoconto puntuale: redazione unanime sulla nuova prova targata Nova, “Soli Contro Il Mondo”, uscita per Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum a metà mese, che chiude l’anno con il Black Metal italiano apparentemente in stato di grazia.
Ma, nonostante questo apprezzamento unanime, qualcosa di diversissimo, nonché quasi impensabile fino a pochi mesi fa, stava quasi per aggiudicarsi il primo posto ed è infine piombato nell’articolo praticamente ex-aequo con i Nova. Parliamo di un ritorno ampiamente imprevisto, dalla Danimarca e di casa Avantgarde Music, che più di un lettore assiduo avrà ormai intuito… A seguire la solita menzione d’onore a dei pregevoli runners-up.
Buona lettura!

 

 

“I Nova sorpresero con il debutto perché venivano letteralmente dal nulla. “Soli Contro Il Mondo” colpisce ancora di più perché una tale maturazione era francamente imprevedibile per chiunque. Il secondo disco della band nostrana ce li riporta ambiziosi, arricchiti, più epici, variegati e con inedite influenze folkloristiche incredibilmente sviluppate nel contesto di una scrittura di livello invidiabilmente alto. Superata ogni staticità del comunque notevole debutto, “Soli Contro Il Mondo” risulta essere completo, affascinante nella sua immediatezza e grandioso nella sua accuratezza di tiro ed aperture mozzafiato. Un grande disco dal flavour mediterraneo ma dal respiro incredibilmente internazionale.”

(Leggi di più nella recensione che lo ha nominato disco della settimana, qui.)

“Anno propizio per il Metal estremo nostrano, che si conclude con il ritorno fulminante dei Nova. Sorprendentemente maturati, dimostrano che dietro l’esuberanza del debutto si celava un’abilità compositiva strabiliante, che li porta oggi a mantenere i propri elementi distintivi e a migliorarli nettamente uno ad uno, guadagnando in personalità. Il sapore arcaico, primitivo e medievaleggiante che avvolge l’opera si fonde con naturalezza alla sfolgorante dinamicità del riffing e ad una produzione curata e perfettamente calibrata. Moderni trovatori di un mondo in disfacimento.”

Soli Contro Il Mondo” delinea una forte maturazione compositiva che porta i nostrani Nova ad un layer qualitativo molto superiore rispetto a quanto era stato fatto ne “Il Ritorno”. I brani sono molto più dinamici, i riff più incisivi e in generale l’album scorre con grande naturalezza. Un must per gli ammiratori di invitte sonorità italiche.”

“I buoni propositi accennati dai giovani Nova tre anni fa, dopo il loro ottimo esordio “Il Ritorno”, a quanto pare sono stati abbondantemente mantenuti, perché il loro nuovo e secondo album “Soli ontro Il Mondo” è a tutti gli effetti quello della loro maturazione artistica, in cui la marzialità viaggia di pari passo con una certa essenza epica, in cui le chitarre alternano riff rocciosi e spediti con altri più aperti, maestosi e solenni. Ottima anche la sezione di batteria, precisa e dinamica al 100%, e notevole anche la prova vocale del cantante, capace di variare da un growl roco ad una voce pulita molto sporca ma efficace. “Pietra Della Corona Di Lucifero” e la title-track autentiche perle del lavoro.

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Il ben poco anticipato “Endeligt” targato Nortt. Fino a pochi mesi fa era improbabile non pensare che “Galgenfrist” fosse il canto del cigno dello schivo progetto danese, ma “Endeligt” giunge dal nulla (di nuovo tramite Avantgarde Music) esattamente dieci anni più tardi a sublime dimostrazione che il nostro non-morto abitante di Odensee è ancora qui, sul morire dell’anno domini 2017, con le sue fitte brume ad infestare ben poco piacevolmente ogni nostro più doloroso incubo. Come nessun altro è capace di fare.

“Qualcuno, qualche tempo fa, ha detto che dopo dieci anni la maledizione si sarebbe ripetuta. Ed “Endeligt” è semplicemente ancor più maledetto del disumano “Galgenfrist”, esasperandone per molti aspetti il minimalismo teoretico, risultando pertanto un disco sicuramente sempre di difficile digestione ma di grandissima classe e valore, che mantiene l’estetica del progetto ma punta su brani brevi e dalla sruttura più tangibile. Partiture lente, ricorrenti, strazianti e battiti dal pallore mortale avvolgono, destrutturano l’orrore Dark Ambient, i mai troppo affilati artigli Black Metal, l’indisponenza Depressive e la pece del Funeral Doom in una sintesi sempre più originale ed unica nel suo genere.”

(Leggi di più nella recensione che lo nomina disco della settimana, qui.)

“L’elegante e tetra nube che porta il nome di Nortt torna ad avvolgerci fra le sue trame dense e penetranti, ritrovandoci dopo dieci anni orfani insonni del monumentale “Galgenfrist”, il cui grigio terrore sfuma e si lega ad una cupa e romantica melancolia che permea le atmosfere di “Endeligt”, prosieguo naturale ed intimista della discografia del compositore danese. Non abbiate paura dell’ermetismo di un lavoro tanto minimale quanto caliginoso. Al massimo, abbiatene del viscerale sconvolgimento emotivo che che potreste trovare una volta che le nebbie si saranno diradate.”

È molto difficile tornare dopo ben dieci anni di assenza, specie se la proposta musicale è particolarmente ostica e di difficile assimilazione, sopratutto se chi propone questa musica è un certo progetto di nome Nortt che fa capolino con il nuovo e quarto album.  “Endeligt” riconferma le solite garanzie: un sentore di morte che aleggia come uno spettro fra le note musicali, una sofferenza palpabile, una pesante ed opprimente oscurità. Tutto ciò grazie ad una semplicità di fondo disarmante, con un minutaggio che rasenta quasi il ridicolo ma che colpisce nettamente l’ascoltatore.”

 

I polacchi Evilfeast che con il loro “Elegies Of The Stellar Wind” tornano (come anticipato) per la tedesca Eisenwald Tonschmiede a distanza di sei anni dal precedente full “Wintermoon Enchantment”. Il risultato è un disco cattivo, freddo e prettamente invernale sin dall’artwork, di cui ci vuole dire qualcosa il nostro Feanor.

“Nostalgico, etereo e freddo, si potrebbe descrivere così “Elegies Of The Stellar Wind”, quinto e nuovo album della one-man band polacca Evilfeast, dove il tuttofare Grimspirit propone uno stupendo Atmospheric Black Metal con accenni sinfonici in cui non sono poche le strizzate d’occhio ad un certo modo di fare prettamente norvegese. Le tastiere hanno perciò un ruolo quasi predominante nel creare atmosfere fantastiche e maestose, senza mai dimenticare la matrice selvaggia del Black Metal ben evidente neai classici riff di chitarra zanzarosi e freddi, che creano un bel contrasto in contrapposizione con le tastiere sognanti. Ottimo ritorno.”

 

“Keys To The Mysteries Beyond” degli svedesi Grafvitnir che continua esattamente il percorso intrapreso dalla band ormai dieci anni fa, senza sostanziali stravolgimenti, persistendo anche a convincere chi li ha sempre seguiti. Rimasti orfani della Daemon Worship, Carnal Records ha rilasciato il disco il 15 dicembre. Certo è che se i nostri si prendessero delle pause più lunghe potrebbero probabilmente superare il livello ad oggi raggiunto, e da cui sembrano quasi non volersi schiodare per scelta, ma nel frattempo…

“Sarà da “Semen Serpentis” (e forse dal debut) che i Grafvitnir suonano sempre uguali, ma è altrettanto innegabile che la loro formula, pur con ogni palese limitazione del caso, riesca a fare continuamente breccia tra gli appassionati del più hocus pocus, freddo ed occulto Black melodico dal piglio tipicamente svedese. “Keys To The Mysteries Beyond” non fa sicuramente eccezione e soddisferà chiunque li abbia apprezzati fino ad oggi con i suoi nuovi brani carichi di mordente, malizia, malvagità azzannante e serpentina carica nera.”

(Leggi di più nella colonna su “Nidhögg”, qui.)

 

Con ciò si chiude definitivamente il 2017 per quanto riguarda gli articoli delle mensilità, con cui ci ritroveremo come consuetudine a fine gennaio o inizio febbraio, ma a giorni arriveranno anche le nostre personali preferenze di fine anno riassunte nelle solite Top20 di soli full-length, con tutto ciò che non avreste dovuto perdervi. A quel punto il recap di Pagan Storm Webzine sarà concluso e qualche chicca di gennaio sarà anche già probabilmente uscita, ma non è mai tardi per recuperare o scoprire qualcosa comunque, no? Vi segnaliamo anche che, in caso non ci abbiate fatto caso, da qualche tempo è pronto e disponibile sul sito il nuovo calendario delle uscite 2018 già in costante aggiornamento. Trovate lì, come sempre, tutto ciò che ci attende.
Questo che avete appena letto, se siete arrivati fin qui, era l’ultimo articolo del 2017. Pertanto non ci rimane che augurare a tutti nostri lettori buone feste condite da ottima musica, da parte di tutto lo staff.
Ci si vede nel 2018.

 

Matteo “Theo” Damiani

 

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