Nova – “Soli Contro Il Mondo” (2017)

Artist: Nova
Title: Soli Contro Il Mondo
Label: Aeternitas Tenebrarum
Year: 2017
Genre: Black/Folk Metal
Country: Italia

Tracklist:
1. “Guerra Per Il Firmamento”
2. “Crolla L’Empireo”
3. “Pietra Della Corona Di Lucifero”
4. “Soli Contro Il Mondo”
5. “Pendenti Da Forche”
6. “Contro Il Drago E Il Toro”
7. “Ad Apollo”
8. “Universo Campo Di Sterminio”
9. “Terra Dei Morti”

“La nostra priorità è quella di creare musica. Eseguire musica dal vivo è qualcosa di secondario e solo derivativo. Il mistero e l’anonimato dell’inizio non erano voluti in maniera così marcata… Semplicemente un full-length di una band che nessuno aveva mai sentito si è sparso a macchia d’olio da un giorno all’altro, senza nemmeno darci la possibilità di seguirlo.”

Con queste parole, estrapolate dall’unica intervista esistente, che tenemmo un paio di anni fa con il nucleo fondante dei Nova, si può adeguatamente inquadrare la filosofia -tutto sommato semplice- che regge le basi del progetto fin dal suo principio, ufficialmente datato 2003 ma (per il mondo) ravvisabile solo in quel finire del 2014 ove pubblicarono dal nulla il loro debut, intitolato “Il Ritorno”, grazie all’interesse della nostrana Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum.

Il logo della band

Si faceva riferimento al carattere schivo e distaccato, apparentemente e forse sostanzialmente o maliziosamente elitario del duo, oggi ampliato in un quartetto (in realtà five-piece durante le registrazioni, se si include P. Stradiotto che ha prestato le sue doti batteristiche per la realizzazione del nuovo album), che ha permeato fin dall’inizio intenti, estetica e musica dei Nova. La band ha sempre coscienziosamente, nonché già proficuamente nel maturo debutto, preferito far parlare unicamente la sua musica, sfiorando l’assenza totale di promozione. Tuttavia, la poetica di Black Metal fortemente marziale a cui si assisteva nella prima prova del combo è risultata fin troppo di qualità, seppur ancora perfettibile, e di troppo buona od immediata appetibilità per passare totalmente inosservata.
Sul finire del 2017, a tre anni esatti di distanza da “Il Ritorno”, è sempre la sodale label italiana ad esser pronta a licenziare il nuovo e secondo capitolo del viaggio dei veneti: “Soli Contro Il Mondo”.
Un titolo coraggioso, che trasuda da subito ostilità, grande carattere, valorosa sfida ed anche quel pizzico di arrogante e testarda sfacciataggine che non è mai mancata ai Nova, nemmeno agli assoluti esordi.

La band

La spavalderia del volo dell’angelo apostatico è dunque una buona metafora (affatto casuale) con cui approcciarsi ai cambiamenti da riscontrarsi in seno a “Soli Contro Il Mondo”, scolpito in discrasia e ricostruzione di quanto ottenuto tre anni fa per poter donare un ancor più forte temperamento e una personalità totalmente nuova all’operato dei nostri. Gli arrangiamenti che si fanno folkloristici e curati, le strutture più variegate e di una maturità senza precedenti, sono tutti elementi che colpiscono fin dall’aprirsi di “Guerra Per Il Firmamento”, che concede ampio spazio ai segmenti circolari su cui è costruita, stagliati in netto contrasto con la cubicità quadrata e più statica del debutto. Le dinamiche sono incredibilmente migliorate: i suoni si fanno caldi e la profondità compositiva è ribadita dalla maggiore distanza e naturalezza del cantato, dal feeling più genuino ed anche epico quando aiutato dagli adeguati controcori nei momenti più carichi di pathos, sempre organico e notevolmente più in basso nel mix di quanto non ci avessero abituato, in passato, i precedenti ruggiti particolarmente distorti (e alla lunga monotoni al limite del fastidioso) perennemente in primo piano assieme a tutto il resto delle frequenze. Inoltre, ci si stacca prepotentemente dallo stilismo più tipicamente italiano per dispiegare le ali verso il mediterraneo (gli ultimi Macabre Omen possono essere un valido -anche se assolutamente e riduttivamente parziale- riferimento) con tutto il carico di ruspante adrenalina che conferisce già la seconda “Crolla L’Empireo”: riffing elaborato ma particolarmente catchy in cui si alternano stacchi smaccatamente Black ‘N’ Roll alla drammaticità della tirata conclusiva che, con le sue orchestrazioni imponenti ma sempre rispettosamente sotto al lavoro delle chitarre, prepara il terreno per il clamoroso manifestarsi di “Pietra Della Corona Di Lucifero”. Ci si trova senz’ombra di dubbio di fronte ad uno dei picchi qualitativi più alti, sorprendenti e sublimi del disco, con ogni probabilità il miglior pezzo mai scritto dai Nova: l’attacco solido ed inarrestabile non è comunque nulla in confronto ai dialoghi maieutici di chitarrismo e sintetizzatori (Virus TI2 Access) che esplodono in rapida sequenza, preceduti da un maestoso break ascendente dove troviamo persino svariati fiati, tra cui la zampogna e flauti dal timbro simile alla sopilka (intuizioni precedentemente presupponibili solo nelle più rosee aspettative), a supporto di una scrittura eccellente e combattiva in cui ogni elemento disegna una prestazione complessiva strabiliante.
Molte delle caratteristiche sciorinate fino a questo momento si ritrovano impiegate anche nel resto di “Soli Contro Il Mondo”, la potenza fisica persiste nella title-track, ad esempio, frontale, veloce ed assassina, sorretta nei bridge dai maestosi sintetizzatori. Sono proprio gli accorgimenti dell’arrangiamento oggi sviluppato, in parte propiziamente nascosto nel missaggio, a garantire longevità vincente al disco – al netto di un’ottima dose di violenta immediatezza (si prenda d’esempio anche solo la melodia da martello pneumatico di “Universo Campo Di Sterminio”) e un’enorme, irrefrenabile carica priva di mediazioni, se non quelle della tragicità epica e dal cipiglio solenne di un episodio come “Pendenti Da Forche” (con riffing che tocca un vertice strabiliantemente in fatto di ispirazione ed efficacia) o la conclusione più cupa affidata alla classe di “Terra Dei Morti”.

In ultima analisi, “Soli Contro Il Mondo” si presenta come un lavoro dall’ampio respiro, dallo spirito invitto e dal grande valore, dalla ragguardevole personalità, provvisto di squisita e trascinante composizione d’alto livello che ha permesso ai Nova, previa conservazione degli elementi più riusciti, più marcatamente e positivamente distintivi de “Il Ritorno” (una carica finanche doppiata, predominanza del riffing su scale dal sapore esultante…), ma soprattutto mediante lo sviluppo di intuizioni e di nuove sfaccettature, di impilare una sciorinata di brani emozionanti che coinvolgono l’ascoltatore profondamente -e non più solo in superficie- in salita per tutta la durata del disco. Una produzione viva, finalmente bilanciata e grandiosamente dinamica, dona risalto alle considerevoli variazioni del platter, enfatizzando e ponendo i decisivi accenti sugli splendenti arrangiamenti, sulle memorabili metriche in italiano, sulla prestazione strumentale vivace e senza falle.
La legione del vento scala dunque la vetta delle uscite del suo genere, assestando un colpo che ha tutto il gusto di una vittoria ben oltre le aspettative.

Matteo “Theo” Damiani

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