Weekly Playlist N.41 (2018)

 

Anche questa volta abbiamo pronta per voi una bella dose di ultraviolenza e novità tutte da scoprire. Partiamo con una band di nostri connazionali che si appresta a mandare in stampa il suo terzo full-length. Si tratta dei Furor Gallico, il cui nuovo “Dusk Of The Ages” sarà sul mercato dal 18 gennaio del prossimo anno. E dato che il non pubblicare subito singoli in anteprima sembra essere divenuta la prassi per i gruppi Folk Metal del nostro paese, noi ci riascoltiamo “The Gods Have Returned” dal debutto omonimo del 2010. Sul versante austriaco delle Alpi troviamo invece una one-man band che ha catalizzato la nostra attenzione nell’ultima colonna, ossia i Rauhnåcht di Stefan Traunmüller, attesi il 7 dicembre con il loro nuovo “Unterm Gipfelthron”: di nuovo un terzo disco e di nuovo delle (stavolta praticamente inedite) suggestioni Folk ad insaporire la opening track “Zwischen Den Jahren“. Se non sentite ancora abbastanza freddo vi conviene spostarvi allora nella cara vecchia Scandinavia, da cui provengono altre due uscite da tenere d’occhio: avendo finito le nuove versioni di vecchi brani da propinarci, gli svedesi Ofdrykkja hanno reso disponibile “Grey”, nuovo pezzo destinato a comparire nel loro (manco a dirlo) terzo album ancora avvolto nel più totale mistero.
Ma qualcosa si muove anche in Islanda, nello specifico un trio di ragazzoni mascherati chiamati Svartidauði. Il loro nuovo disco “Revelations Of The Red Sword” sarà infatti disponibile dal 3 dicembre, motivo per cui in in playlist oggi trovate il singolo “Burning World Of Excrement“. Ma c’è anche chi ha già pubblicato il proprio ultimo lavoro da non poi così molto, e ne raccoglie i frutti con maggiore o minore ritardo: appartengono alla prima categoria i misteriosi Maquahuitl, one-man band 1. statunitense, 2. con estetica mutuata dalla mitologia messicana, 3. ricca di malcelate vedute politiche palesemente di estrema destra e 4. scelte di outfit un po’ confuse. Miscela esplosiva che porta quasi a chiedersi che parere abbia il leader Yahualcuauhli Eztli sull’attuale presidente. Quasi. In ogni caso, il loro album del 2017 intitolato “Teocalli Of The Sacred World” è ingiustamente passato un po’ in sordina da queste parti ed è quindi tempo di rimediare con l’ascolto di “Keeper Of The Kingdom”. Chi invece ha convinto la redazione fin da subito sono stati i negromanti polacchi Cultes Des Ghoules, autori il mese scorso del magistrale “Sinister, Or Treading The Darker Paths” qui rappresentato da “Woods Of Power” dato che si tratta del disco della settimana sulla webzine. Nel caso foste abbastanza audaci da addentrarvi in un simile pozzo di oscurità, e non l’aveste ancora fatto, non disdegnate una lettura della sua nuovissima recensione di martedì nell’ultima puntata de “La Gente Deve Sapere”.
Sicuramente avere nuova musica fa sempre bene, ma ogni tanto anche il versante live offre ghiotte occasioni per una serata da ricordare; come quella che si prospetta questo sabato per l’Infernal Forces Festival e per un motivo in particolare. Come spero tutti già saprete, quei simpaticoni finlandesi degli Impaled Nazarene tireranno fuori dal cilindro (o da una cisterna di vodka) il loro masterpiece “Suomi Finland Perkele”, eseguendone tutti i suoi trenta minuti in un set lungo il doppio, e per rinfrescare la memoria sulle sofisticherie contenute in quei solchi risalenti al 1994 e che ci attendono nel fine settimana su palco non c’è niente di meglio dell’inno all’estinzione umana “Ghettoblaster”. Avanziamo ora di quattro anni sulla timeline e arriviamo all’unico anniversario di questa settimana: “The Archaic Course” dei norvegesi Borknagar ha infatti compiuto vent’anni tondi tondi e per scusarci dell’assenza di un post dedicatogli vi facciamo ascoltare “Universal”. Chiudiamo infine le presentazioni con la canonica accoppiata di ascolti scelti dal nostro solerte staff, iniziando con dei veri VIP del panorama contemporaneo: i tedeschi Ascension. Li abbiamo applauditi da pochissimo con l’ultimo full-length “Under Ether”, ma ora torniamo al 2014 con un vero gioiello mai finito su album intero: l’atipica marcia funebre orchestrata dalla soffocante “Garden Of Stone”, tratta dall’EP “Deathless Light” del periodo “The Dead Of The World”. Un ultimo tuffo nel passato, stavolta targato 1996, ci riporta in Norvegia alla scoperta di un disco ingiustamente ignoto ai più. Certamente il nome Forgotten Woods non sarà totalmente sconosciuto ai più attenti appassionati di true norwegian, ma il loro secondo lavoro “The Curse Of Mankind” viene spesso insensatamente trascurato, nonostante contenga ottimi pezzi come la qui presente “My Scars Hold Your Dreams” che trovate in quasi chiusura di un’altra rassegna di ascolti intriganti consigliati dalla vostra webzine preferita.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Impaled Nazarene“Ghettoblaster” (from Suomi Finland Perkele”, Osmose Productions 1994)

2. Cultes Des Ghoules“Woods Of Power” (from Sinister, Or Treading The Darker Paths”, Under The Sign Of Garazel Productions 2018)

3. Maquahuitl“Keeper Of The Kingdom” (from Teocalli Of The Sacred War”, Darker Than Black Records 2017)

4. Rauhnåcht“Zwischen Den Jahren” (from Unterm Gipfelthron”, Debemur Morti Productions 2018)

5. Svartidauði“Burning Worlds Of Excrement” (from Revelations Of The Red Sword”, Ván Records 2018)

6. Ascension“Garden Of Stone” (from Deathless Light (EP)”, World Terror Committee 2014)

7. Furor Gallico“The Gods Have Returned” (from Furor Gallico”, Massacre Records 2010)

8. Ofdrykkja“Grey” (from Grey (Single)”, Avantgarde Music 2018)

9. Forgotten Woods“My Scars Hold Your Dreams” (from The Curse Of Mankind”, No Colours Records 1996)

10. Borknagar“Universal” (from The Archaic Course”, Century Media Records 1998)

Michele “Ordog” Finelli

 

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