Column N.33 – Peste Noire & Rauhnåcht (2018)

 

La peste nera è di ritorno. Viene dalla Francia come tutte le cose oscene e non dovrebbe avere bisogno di presentazioni, almeno su queste pagine? Ne ha?
Dopo ormai tre anni trascorsi dall’uscita di “La Chaise-Dyable”, “Aux Armes” è il primo atteso inedito da quello che sarà il prossimo full-length della band, il settimo, di cui ancora non si sa nulla se non che uscirà prima della fine dell’anno dato che verrà presentato in esclusiva (?) all’Asgardsrei di Kiev a metà dicembre – giorno della sua uscita ufficiale, come al solito via La Mesnie Herlequin dello stesso Famine.
Comunque vada nel nuovo album, dettaglio sensibile è sicuramente che l’ancora senza titolo sarà l’ultimo lavoro a vedere Ardraos alla batteria (percussioni, organetti, fisarmonica…) nei ranghi del duo, avendo quest’ultimo lasciato la nave dopo aver registrato le sue parti ritmiche ormai a gennaio (non troppo dissimilmente o troppo successivame l’abbandono di Audrey).
Ma come suona “Aux Armes”? Per certi versi sorprendente, per altri meno, forse persino interlocutorio e curioso per via di una parte centrale inaspettatamente un po’ troppo standard e sorprendentemente rifinita (o se preferite semplicemente solida) per i (non) canoni a cui hanno abituato i Peste Noire; ma con una partenza e (soprattutto) un punto d’arrivo da brividi di quelli autentici. Ironici, iconoclasti, irriverenti ma anche seri nella loro accezione di nazionalismo, non c’è ancora molto altro da dire senza speculare inutilmente sull’eventuale futuro del gruppo ora che il solo factotum è tornato a doversi ricreare una squadra attorno, e chi scrive non vuole peraltro rovinarvi alcuna sorpresa, ma in tutto ciò -se non altro- l’indiscutibile qualità ed originalità delle idee del caro Famine nel creare musica ottima ed immediatamente distinguibile è ribadita con il battagliero e (fa quasi strano a dirsi, ma forse non casualmente) militante inno che prende il nome di “Aux Armes”.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Aux Armes”
/

/
/
/

/
/
/

/
/
/
/
/
/
/
/

Dalla non lontanissima oscurità magica delle Alpi austriache tornano a fare capolino invece i Rauhnåcht, one-man band da sempre inquadrabile tra quelle da tener d’occhio se si è amanti del Black atmosferico che collima con suggestioni folkloristiche varie ed eventuali (di quelle più ancorate alle pendici terrose delle montagne) e che rilascerà il suo terzo full-length tramite la novella fiducia della francese Debemur Morti Productions, che li ha giustamente voluti nel suo roster dopo le due buonissime prove precedenti, con cui si sono fatti apprezzare dal 2010 al 2014, soprattutto per via dell’interessante maturazione atmosferica avvenuta nell’ultimo capitolo intitolato “Urzeitgeist” (Hammerheart Records).
Coppia strana tuttavia, magari non sulla carta al momento dell’annuncio della collaborazione band-label qualche settimana fa in luce di quello che fu l’ultimo album, ma sicuramente lo è ora a giudicare dall’anteprima donata questa settimana e che li fa deviare su coordinate maggiormente tendente al Folk Metal (o quantomeno inaspettatamente marcate se si considera l’atmosfera generale dei precedenti album) in particolare nella sezione iniziale (che viene ripresa in conclusione). Non resta che aspettare di ascoltare tutto “Unterm Gipfelthron” il 7 dicembre per capire se si tratti di una costante o di una piacevole digressione stilistica (che ha in ogni caso ganci con i momenti più melodici e pomposi del debut), ma nel frattempo “Zwischen Den Jahren” ci mostra nei suoi quattro minuti l’interessante variazione che sembra aver preso il Black Metal dei Rauhnåcht: più epico in un bagno di cori e tastiere, maggiormente stratificato per ricchezza di dettagli, con anche una maggiore varietà stilistica che confluisce in gioco di contrasti nella sua parte centrale, che (qualora riconfermata nell’interezza del disco) potrebbe portarli a fare il salto di qualità definitivo e tanto atteso da chi li ha apprezzati fino a questo momento.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Zwischen Den Jahren”
2. “Unterm Gipfelthron”
3. “Gebirgsbachreise”
4. “Ein Raunen Aus Vergess’Ner Zeit”
5. “Winter Zieht Übers Land”
/
/
/
/
/
/
/
/
/
/

Matteo “Theo” Damiani

Precedente Pagan Storm News: 12/10 - 18/10 Successivo I Concerti della Settimana: 22/10 - 28/10