Weekly Playlist N.19 (2021)

 

Giunti a questo punto vi sareste aspettati magari il tanto decantato recap mensile avente come focus l’ormai lontano aprile, anche per via delle tante belle parole spese dal sottoscritto ogni giovedì nei riguardi dei quattro dischetti ormai selezionati. Di certo questo genere di appuntamenti non ha sempre avuto la puntualità dalla sua, ma del resto Pagan Storm Webzine, pur nella sua altissima opinione di sé stessa, non è ancora arrivata al punto di ritenersi giudice delle tempistiche di fruizione musicale a differenza di fantomatici ed eventuali colleghi più o meno stimati che tanti danni hanno fatto nello sdoganare dall’alto l’idea di album andati a male una volta estratti dal frigorifero del mese, se non della settimana: in parole povere, parleremo di quei fab four solo quando saremo in grado di farlo tutti insieme e al meglio delle nostre possibilità, auspicando che la totalità di voi li abbia nel frattempo già approfonditi per bene e che almeno una minima parte abbia pure voglia di leggerne qualche altra personale chiave d’ascolto in merito.
Nel mentre, però, vi è una playlist da riempire e da rendere semplicemente imperdibile per tutti e tredici i nostri lettori, motivo per cui è proprio dai quattro lavori figli del quarto mese che vogliamo iniziare questa trionfante puntata come anticipazione del prossimo articolo d’approfondimento in arrivo. Doveroso insomma partire da quello che, a giudicare dall’usuale top5 diffusa giorni fa, sarà con ogni probabilità il vincitore ai punti della tenzone; provenienti dalla Germania ma ammantati da una cupezza non di questo mondo, i Fyrnask con “VII – Kenoma” hanno di nuovo sbancato convincendo senza mezzi termini gran parte dei redattori, irretendoli sin dalle battute iniziali di “Hrævaþefr” nella nube tossica di saturazioni e dissonanze che tra poco uscirà anche dalle vostre casse; proposta del tutto incomparabile ma simile disattenzione da parte degli espertoni del web, si passa così alla Norvegia decantata dagli infallibili Vreid nel poliedrico Wild North West”, attualmente disco della settimana ma in futuro opera sulla quale sarà necessario quanto piacevole ritornare, vista la presenza (oggi) di “Wolves At Sea” e di alcune tra le tracce meno dirette e scontate mai messe su pentagramma dalla pattuglia di Sogndal. In compenso, molte delle testate che di recente hanno derubricato questi due portentosi full-length come semplici prodotti di contorno si sono redente (chi per genuina passione, chi per palese hype) quando è stato il momento di trattare le due uscite svizzere più attese dell’anno, pubblicate quasi in contemporanea e accolte quasi da ogni parte con cotillon e ricchi premi. I Fyrnask come detto avranno pure vinto la battuta di caccia accaparrandosi le prede più grosse, ma d’altro canto nessuno come Es Grauet” dei pestiferi Ungfell è riuscito numericamente a fare tante vittime in redazione e di conseguenza nella già citata top5 rivelatrice, e con cose come i riff ed il magnifico stacco acustico su “S Chnochelied” sarebbe stato ben strano aspettarsi diversamente. Lontano dalle bettole paesane messe a soqquadro da Menetekel, il connazionale Wintherr si è infine tolto molte altre soddisfazioni grazie al valore di Geister”, già riconosciuto settimana scorsa su questi schermi come se non più di altrove ed incarnato dall’andatura ipnotica ed implacabile di “Gruusig”.
Il dominio del 2021 nel programma odierno non si limita tuttavia ai quattro nominati, ma si estende bensì fino all’agosto prossimo, quando un’estate dalle grandi speranze verrà sconvolta dal ritorno degli svedesi Thyrfing a lungo profetizzato ed ora quanto mai palpabile. Seconda anticipazione del venturo Vanagandr” a fare la sua comparsa in rete, “Jordafärd” basta da sola a stritolarci il cuore col solo pathos di melodie ed assoli da lacrime; 27 agosto, moglie mia non ti conosco. Chi cerca altro materiale assai godibile senza però rinunciare a quel tocco di malinconia Post- dirotti pure sui Kres, ensemble polacco abbastanza misconosciuto seppure attivo da qualche annetto ed in procinto di rilasciare la sua terza fatica in studio. Il singolo “Burza Przed Ciszą” è per il momento tutto ciò che ci è dato sapere, ma gli amanti delle stranezze concettuali accompagnate a musica nemmeno troppo bizzarra saranno a questo punto già convinti.
Se invece siete qui per le chitarrone smeriglianti inconfondibilmente marchiate Moonfog e le suggestioni militaresche scandinave a fine millennio strettamente legatevi allora sarete già stati da tempo introdotti al culto dei Disiplin, primo dei due ascolti ripresi in mano questa settimana dalle mensole dello staff ed altamente caldeggiati senza particolare ricorrenza: dall’esordio omonimo dei norvegesi datato 2003, “Kniferegime” chiama alle armi tutti gli adepti per la trionfale marcia sulle rovine dell’intero pianeta, quindi lustrate gli stivali e affilate le baionette che mentre la Terra arde è da altrove che sbucano fuori i The Wicked, progetto purtroppo svanito nel nulla dopo soli due album nei quali possiamo tuttavia sentire all’alternativa opera di composizione due soggetti come Marko Tarvonen ed Henri Sorvali (eh!) con la scivolosa materia Industrial Black, in una forma che nel 2002 ha peraltro quantomeno dell’avanguardistico. Qualcuno in redazione deve aver tirato fuori il debutto …For Theirs Is The Flesh” ed il risultato è stato ritrovarci costretti ad inserire in scaletta “Court Of The Fallen”, quindi fate i bravi e ringraziate.
Norvegia e Finlandia dunque le abbiamo già, e per completare il trittico raggiungendo intanto la doppia cifra non resta che far scendere in campo due anniversari d’eccezione, accomunati proprio in nulla se non nella nazionalità fieramente svedese: pensiamo non ci sia bisogno di Darkest Past per farvi recuperare seduta stante Far Away From The Sun”, venticinquenne e storica opera prima dei Sacramentum ritenuta a ragione un piccolo-grandissimo classico delle sonorità melodiche gialloblù, ma semmai foste rimasti delusi dal mancato approfondimento in sezione allora è a voi che viene dedicata la pazzesca “Blood Shall Be Spilled”, nella speranza che i tredici lettori non diventino dodici dopo un simile affronto. Piuttosto, visto che tanto giustamente preme acculturarsi in merito a svedesate di varia natura, andate a leggervi lo scritto redatto in occasione dei vent’anni di La Grande Danse Macabre”, settima fatica dei supremi Marduk; scoprirete come mai quel disco è molto migliore di quanto non ricordiate, come mai è decisamente importante nella carriera dei nostri beniamini ed anche più di altri, nonché talmente variegato che sarebbe da carcerazione preventiva limitarsi alla “Azrael” qui messa come ironica chiusura programmatica.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Fyrnask“Hrævaþefr” (from VII: Kenoma”, Ván Records 2021)

2. Thyrfing“Jordafärd” (from Vanagandr”, Despotz Records 2021)

3. Vreid“Wolves At Sea” (from Wild North West”, Season Of Mist Records 2021)

4. Disiplin“Kniferegime” (from Disiplin”, Moonfog Productions 2003)

5. The Wicked“Court Of The Fallen” (from …For Theirs Is The Flesh”, Spikefarm Records 2002)

6. Sacramentum“Blood Shall Be Spilled” (from Far Away From The Sun”, Adipocere Records 1996)

7. Kres“Burza Przed Ciszą” (from Burza Przed Ciszą” (Single), Werewolf Promotion 2021)

8. Ungfell“S Chnochelied” (from Es Grauet”, Eisenwald Tonschmiede 2021)

9. Paysage D’Hiver“Gruusig” (from Geister”, Kunsthall Produktionen 2021)

10. Marduk“Azrael” (from La Grande Danse Macabre”, Blooddawn Productions 2001)

Michele “Ordog” Finelli

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