Weekly Playlist N.47 (2020)

 

Più o meno in tutta Italia le serrande si stanno rialzando dopo il secondo stop, in modo che la popolazione possa salvaguardare l’autentico spirito del Natale (e l’osso del collo di qualche governatore) indebitandosi fino al collo con spese e regali. Lungi da noi fare la parte di quelli attenti all’andamento di un’economia nazionale marcia fin dalla radice, eppure il timido consiglio che Pagan Storm Webzine vuole farvi arrivare è quello di prendersi una mezza giornata e farsi un giro nei negozi di dischi della vostra città: sosterrete esercenti probabilmente molto più alla mano del vostro artista preferito, e non pagherete nemmeno le spese di spedizione. Proprio (?) a tal scopo la playlist presentata questo giovedì torna dopo qualche puntata a parlare quasi solo al tempo presente, così da darvi alcune, iniziali dritte su cosa regalarvi in vista delle feste.
Il nostro excursus sulle ultime pubblicazioni datate 2020 non può innanzitutto prescindere da Black Mass For A Mass Grave”, magistrale comeback ad opera degli statunitensi Inquisition accolto in redazione con caviale, champagne ed una recensione che lo elegge disco delle ultime due settimane; già amato da alcuni, criticato da altri e soprattutto ignorato dalla critica troppo seria per perder tempo dietro alla bella musica, il ritorno dei due di Seattle dall’accento molto poco latino ci ha fatto godere almeno quanto gli episodi migliori della loro carriera, dalla quale tuttavia Dagon ed Incubus hanno voluto progredire con elementi notati da chiunque si sia preso la briga di sottoporsi ad un’ora abbondante di meraviglia uditiva. Per certa stampa metallara loro però rimangono quelli che da tre album a questa parte riciclano le solite soluzioni o assomigliano agli Immortal (?); e visto che dopotutto le persone un pochino meno vispe della media vanno assecondate noi in scaletta oggi ci mettiamo “Triumphant Cosmic Death”, che in effetti può ricordare qualcosa del recente passato a chi, per qualsiasi motivo, non si accorge dell’elegante organo grande come un elefante, tra le altre cose, sulle battute finali.
Il valore delle uscite di novembre, tra cui questa ed altre quattro-cinque cosette di cui si discuterà molto presto, ha inevitabilmente distolto lo sguardo da opere invero assai meritevoli e che non ci sentiamo di lasciare cadere così presto nell’oblio: dalla Norvegia hanno debuttato per esempio i Varde, progetto con dentro gente fattasi le ossa in (udite!) Dødheimsgard e Nordjevel; il brano proposto si intitola “Halvdan Svarte”, e se vi piace il Black con qualche inflessione melodica mutuata dalla tradizione folkloristica dai tempi medi (Thyrfing?) allora adorerete Fedraminne”. I difensori dell’ortodossia saranno forse più intrigati invece dai finlandesi Ymir, pure loro attivi da parecchi anni (si vocifera addirittura di fine ’90) ma giunti all’omonima opera di debutto soltanto ora: dalla cricca Werewolf Rex, con la devastante closing-track “Resurrection Of The Pagan Fire” si chiude dunque il corso naturale della raccolta, insieme ad un annata irripetibile per il panorama finnico maggiormente lontano dal grande pubblico.
Continuiamo con le novità ma tiriamo anche un po’ il fiato in compagnia di due mini-album alquanto interessanti, il primo dei quali a ricordarci che nonostante tutte le belinate gli Absurd hanno ancora qualche proiettile nel caricatore: i più malandrini dello staff hanno incluso nel palinsesto una versione della pregevole “Innenschau” che a giudicare dall’ascolto può giusto essere stata prodotta all’interno di un forno (giungendo così alla evidente sublimazione del concetto di N.S.B.M.), mentre invece cliccando qui potrete ascoltare l’intero Pure Darkness” fruendo al meglio l’essenziale lavoro di tastiere firmato da niente popò di meno che T.T. (Abigor). Il secondo EP segnalato oggi è The Fiery Blood” dei polacchi Deus Mortem, gruppo non di primissimo pelo ma che ormai meriterebbe ben altra considerazione nelle lande del web, dove pian pianino l’ottimo singolo “Nod” si sta diffondendo preparando le masse in vista di un prossimo full-length. Intanto, il rilascio del disco in programma per l’8 dicembre ci dà inoltre il la per informare i fan più attenti alle proposte italiane riguardo Shape Of A Void To Come”, esordio dei nostrani Ishvara previsto un paio di giorni più tardi e presentatovi qui ed oggi attraverso le nebulose declamazioni di “Relativity Of The Absolute”. Sempre in tema di uscite venture, proprio la scorsa settimana avevamo lodato la scelta operata da Osmose Productions di promuovere il nuovo Ondskapt a giusto qualche dì dalla sua effettiva messa in commercio, auspicando simili accorgimenti da parte di altre etichette; quelli di Terratur Possessions però devono avere al solito qualche problema di comprensione testuale, almeno a giudicare dalla usuale mole di annunci pieni di hype quanto rigorosamente privi di release date apparsi in rete subito dopo. Tra i vari prodotti recanti il marchio dalla label norvegese che ci ritroveremo tra i piedi verso febbraio (in tempo per perdere ogni tipo di interesse e ricordo, così almeno non si rischia di vendere troppo e la buona musica rimane per pochi com’è giusto che sia), sono stati i Syning con Atter Igjen Kommer Mørket Krypende” a destare la nostra curiosità: questa giovane creatura condotta dall’estro di Cernunnos, sempre più immerso nel lato oscuro della forza dopo anche la fondazione degli Høstsol, ci darà una prova del suo potenziale con un album dal medesimo tronfio titolo nei primi mesi del 2021, per cui vedete di non perderne le tracce solo per le incomprensibili pretese di kultismo di chi li produce.
Siamo pronti a scommettere che almeno un paio di lettori nella fretta abbiano letto male il monicker del progetto aspettandosi perciò un’ulteriore dedica al nostro amicone Niklas Kvarforth, e a loro suggeriamo di rallentare e prestare maggiore attenzione onde evitare di tirare in ballo pure quell’altro scoppiato di Sin Nanna, dato che ‘sta gente non sai mai come reagisce: la prima band che i redattori vogliono consigliare per puro quanto meritato slancio benefico (nonché l’unica su cui accettano una vostra possibile lacuna conoscitiva) sono invece gli Stribog senza R dalla Croazia, altro piccolo culto folkloristico a trovare spazio tra i nostri ascolti personali dopo i Valuatir di sette giorni fa. Anche quando i trend finiscono qualcosa di dignitoso lo si trova sempre scavando un po’, e quando ci è ricapitato tra le mani il debutto datato 2010 U Okovima Vječnosti” abbiamo pensato che “Rusalka” dovevate proprio sentirla. Nessuna presentazione invece per gli Arcturus, istituzione norvegese tra le più lungimiranti mai affacciatesi nel panorama estremo, tanto che il sottoscritto confessa di aver rivalutato fin troppo di recente; forse in controtendenza rispetto alla norma, il primo lavoro a fargli veramente capire cosa si stava perdendo fu il mitico The Sham Mirrors” del 2002, aperto da quei cinque minuti di paradisiaco in musica che siamo soliti chiamare “Kinetic”. La pace si protrae ancora giusto per qualche attimo, dopodiché all’immagine del fungo atomico sulla copertina di Slaughtersun” si accompagna oggi in playlist il boato di “The Knell And The World”, ode dedicata dagli svedesi Dawn alla vocazione distruttiva ben radicata nel genere umano oggi come nel 1998.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Arcturus“Kinetic” (from The Sham Mirrors”, Ad Astra Enterprises 2002)

2. Syning“Atter Igjen Kommer Mørket Krypende” (from Atter Igjen Kommer Mørket Krypende”, Terratur Possessions Records 2021)

3. Dawn“The Knell And The World” (from Slaughtersun (Crown Of The Triarchy)”, Necropolis Records 1998)

4. Varde“Halvdan Svarte” (from Fedraminne”, Nordvis Produktion 2020)

5. Ishvara“Relativity Of The Absolute” (from Shape Of A Void To Come”, Dusktone Records 2020)

6. Absurd“Innenschau” (from Pure Darkness” (EP), Weltenfeind Records 2020)

7. Stribog“Rusalka” (from U Okovima Vječnosti”, Murderous Music Production 2010)

8. Inquisition“Triumphant Cosmic Death” (from Black Mass For A Mass Grave”, Agonia Records 2020)

9. Deus Mortem“Nod” (from The Fiery Blood” (EP), Malignant Voices Productions 2020)

10. Ymir“Resurrection Of The Pagan Fire” (from Ymir”, Werewolf Records 2020)

Michele “Ordog” Finelli

Precedente Inquisition - "Black Mass For A Mass Grave" (2020) Successivo Pagan Storm News: 27/11 - 03/12