Weekly Playlist N.46 (2020)

 

Terzo giovedì di fila ad iniziare sotto l’egida degli anniversari, e terzo giovedì di fila ad iniziare con un’amichevole pedata sul muso proveniente da chi presto ce ne mollerà una seconda in omaggio: dopo il Dagon e il Magus, oggi tocca ai Thyrfing far capire come mai lo staff di Pagan Storm Webzine sta aspettando il Natale – soltanto per superarlo ed arrivare finalmente alla primavera dell’anno prossimo, quando gli alberi saranno in fiore e l’ottavo disco in studio degli svedesi sarà nei pochi negozi esistenti e rimasti aperti. Il capoclan Patrik Lindgren ed i suoi sgherri sono però qui in veste di gala ufficiale per rivivere i fasti del 2005, quando la pubblicazione di Farsotstider” metteva in chiaro una volta di più che a questi ragazzi il filone guerriero-pagano stava un pelino stretto, e che l’unica cosa da fare per loro fosse scardinarne le mura con il basso a martello pneumatico di “Far Åt Helvete”. Altri invece dentro quelle mura ci sono nati e cresciuti, maturati e divenuti infine abbastanza abili con lo spartito da trasformare un angusto stanzino in una suite di lusso, oltretutto usando carta da parati vecchia di un decennio e facendola sembrare nuova di pacca; nel corso della settimana ha per l’appunto compiuto quindici anni anche Heralding – The Fireblade”, ancora oggi citato tra i migliori rifacimenti mai realizzati nell’intero settore metallico. Troppa gente senza vergogna in questo lasso di tempo ha trattato la quarta prova in studio griffata Falkenbach come una semplice raccolta di contorno, e vederli adesso incensare il revivalismo ad inconcepibile firma Isengard (al momento del lancio, quantomeno, poi non ci han fortunatamente creduto più manco loro) ignorando cose tipo “Walkiesjar” aiuta proprio ad affrontare la giornata col sorriso sulle labbra. Le imponenti rullate germaniche ci rispediscono poi in avanti fino al 2010 per un altro lavoro spesso sottostimato seppure avente stampato in trama lucida spot-UV in copertina un nome amatissimo del panorama americano moderno: i venti minuti “scarsi” di “Black Lake Niðstång” sono la giusta ricompensa per i fedeli supporter dei dipartiti Agalloch, ed allo stesso modo la giusta punizione per quelli che ne hanno colpevolmente tralasciato gli ultimi due full-length tra cui il festeggiato picco Marrow Of The Spirit”. Se però la desolazione del Pacific Northwest non è abbastanza, l’unica destinazione possibile è il lato oscuro della Luna – e da lì ancora oltre; la playlist odierna arriva infatti a toccare l’ora e venti grazie ad un finale mozzafiato, con il disfacimento della materia nelle note affascinanti e al contempo spaventose dei Darkspace: i quindici anni passati dal concepimento di Dark Space II” vanno celebrati come si deve, quindi è con grande piacere che vi consegniamo al vuoto totale di “Dark 2.10”, ricordandovi che chiunque oserà chiudere YouTube prima della fine del pezzo verrà tracciato dal nostro Caldix e punito in maniera esemplare.
Avessimo poi voglia e senso di trattare pure le ricorrenze vecchie di un singolo lustro questo novembre avremmo avuto modo di parlare anche del granitico The Hierarch”, aggiungendo ulteriori superlativi assoluti a quelli già spesi all’epoca della sua uscita; in ogni caso una bella “Aruspicine” non ce la leva nessuno, dal momento che i Hegemon sono in studio a prepararne il seguito proprio mentre vengono scritte queste righe. Alle scosse provenienti dalla Francia risponderà ad inizio 2021 la vicina Svizzera, la quale dopo un’altra annata di dominio giocherà una delle sue carte più affidabili con un nuovo album degli Ungfell. Essendo Menetekel l’unico musicista a cui non vieteremmo mai l’accesso ai social network, la redazione non sta troppo a sindacare su eventuali distrazioni mediatiche e si limita a godersi l’attesa di ulteriori dettagli facendo un altro giro sulla giostra malata di “Der Opfersprung”, dalla già spettacolare opera prima Tôtbringære”.
Passato e futuro li abbiamo dunque girati in lungo e in largo, eppure stavolta è il presente ad averci sorpreso accantonando quello sgradevole quanto ormai abituato anticipo ultramestrale con cui le etichette ci informano riguardo nuove pubblicazioni: sì, perché a quanto pare ora l’ultima moda consiste nell’annunciare Grimoire Ordo Devus”, prossima fatica degli Ondskapt disponibile da domani (!), diffondendo nemmeno una settimana prima l’ipnotica “Animam Malam Daemonium”. Dopo i fratelli spirituali Inquisition, i cerimonieri svedesi sono così i secondi imbucati di lusso al party esclusivo delle release novembrine, motivo per cui sarà dura scegliere chi fare entrare nel privè telematico più elusivo del Black Metal; ci riescano o meno, voi ammiratori delle pelli di lupo e degli accenti d’Oltrecortina non perdetevi il terzo parto dei russi Eoront, Gods Have No Home”, prodotto da loro stessi ad inizio mese ed oggi degnamente rappresentato da “Wormwood”. Se poi prendiamo per buono il Lombroso, uno che alle feste fa scintille anche senza (ma soprattutto con) l’accendino deve essere l’olandese Hellchrist Xul, almeno a giudicare dall’espressione con cui ha annunciato il venturo quinto full-length dei suoi Funeral Winds. Qualsiasi cosa gli sia salita durante le sessioni fotografiche, a noi durante l’ascolto di “Rise Of The Dark Imperium” è salita soltanto la voglia di arrivare a dicembre per sentire Essence” nella sua forma compiuta.
Vi avanzano otto minuti abbondanti dopo tutte queste meraviglie? In fondo un altro po’ di suggestioni pagane non vi rovinerà certo la serata, e se lo farà potrete sempre inviare le lamentele ai Valuatir, tanto loro sono anni che non si fan sentire. Probabilmente non le ascolteranno nemmeno. Noi pero li consigliamo ancora oggi, a sette inverni da Exobnos” e comunque fiduciosi che “Brandes De Glace” aggiunta in playlist dalle mensole della redazione saprà ammaliarvi e farvi apprezzare un monicker francese di cui si parla decisamente troppo poco.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Thyrfing“Far Åt Helvete” (from Farsotstider”, Regain Records 2005)

2. Falkenbach“Walkiesjar” (from Heralding – The Fireblade”, Napalm Records 2005)

3. Hegemon“Interpreting Signs For War: Aruspicine” (from The Hierarch”, Season Of Mist Records 2015)

4. Agalloch“Black Lake Niðstång” (from Marrow Of The Spirit”, Profound Lore Records 2010)

5. Ungfell“Der Opfersprung” (from Tôtbringære”, Autoprodotto 2017)

6. Eoront“Wormwood” (from Gods Have No Home”, Autoprodotto 2020)

7. Funeral Winds“Rise Of The Dark Imperium” (from Essence”, Avantgarde Music 2020)

8. Ondskapt“Animam Malam Daemonium” (from Grimoire Ordo Devus”, Osmose Productions 2020)

9. Valuatir“Brandes De Glace” (from Exobnos”, Armée De La Mort Records 2013)

10. Darkspace“Dark 2.10” (from Dark Space II”, Haunter Of The Dark Records 2005)

Michele “Ordog” Finelli

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