Weekly Playlist N.47 (2019)

 

Insieme al maltempo e all’ansia da prestazione dovuta all’avvicinarsi del Santo Natale, da oltre una decade la fine di novembre corrisponde (giorno più, giorno meno) all’annuale meeting di gran gala della più alta società che anima la cosiddetta scena in occasione del Black Winter Fest: l’affezionata manifestazione annuale che dalla scorsa edizione è stata trapiantata in quel di Parma e che, tra mille avventure, è arrivata al suo dodicesimo atto proponendoci anche quest’anno un bill alquanto succulento e un po’ per tutti i gusti. Una piccola delegazione di Pagan Storm Webzine sarà senza dubbio sul posto dopodomani, poiché quando nel solito manipolo di gruppi italiani stipati ad inizio serata compaiono in coppia-che-scoppia Selvans ed Imago Mortis una trasferta nell’ex-ducato emiliano diventa assai meno faticosa: l’ormai one-man band abruzzese, divenuta una certezza anche in ambito live dopo dozzine di esibizioni infuocate metà delle quali viste dai figuri che scrivono su queste pagine, viene dunque oggi salutata e attesa con la stupenda opener “Lupercale” tratta dall’indimenticato EP di lancio Clangores Plenilunio”, datato 2015, mentre per il tetro gruppo bergamasco vengono schierati (a loro volta tratti da un EP, intitolato Sgàbula”, ma del 2012) gli oltre sei minuti di invocazioni orobico-latine racchiuse nella chicca “Ol Sègn”. Italiano e dialetti vari saranno però pressocché inutili a chi tra voi vorrà chiedere a Dolk foto e autografi, quindi il consiglio di chi scrive è di evitare le solite mondanità e godervi invece la prima esibizione dei supremi Kampfar in terra italica dopo la bellezza di tre anni; superato il silenzio tombale e mandato in porto il clamoroso Ofidians Manifest”, il ritorno dei sorci norvegici si preannuncia memorabile e merita di essere celebrato spedendo oggi nell’etere l’energetica “Altergang” (ripescata da Mare”, 2011). A fungere però da main event della kermesse per molti (comunque non più corposo in timing dei norvegesi) sarà il progetto di rievocazione storica portato avanti da Tom Warrior alla riscoperta del materiale firmato Hellhammer; checché ne dicano i progressisti stanchi di queste cover band (s)mascherate o i poveri fessi che preferirebbero vedere di nuovo in tour i Triptykon, l’interesse attorno a questa iniziativa sembra dare ragione proprio al berretto più temuto di Svizzera mr. Fischer – e chissà se nel 1984, mentre incideva Apocalyptic Raids” abbaiando il testo di “Third Of The Storms (Evoked Damnation)”, si aspettava come sarebbe andata a finire trentacinque anni dopo con quel monicker. Domanda assolutamente retorica la cui unica risposta è no.
Un altro che probabilmente sarebbe rimasto parecchio sorpreso all’età di sedici anni da cosa la sua stessa creatura sarebbe riuscita a diventare giunta ai suoi venticinque di vita è Vindsval, il quale ha portato i Blut Aus Nord ad un ulteriore step con l’uscita dello splendido Hallucinogen” il mese scorso. Vista la comparsa dei funghetti violacei nella home page due giorni fa, non c’è nemmeno bisogno di dire che anche l’ultima bomba made in France che ha reso maledettamente appagante il mese di ottobre ha finalmente ricevuto il suo meritato trattamento in sede di recensione; dunque rieccoci ad ascoltare ancora una volta “Mahagma” estratta dal disco della settimana corrente godendone come se fosse la prima.
Rimanendo in tema di novità, da un artwork a parere del sottoscritto decisamente evitabile si passa ora a quello parecchio riuscito che adorna il nuovo singolo appena rilasciato dai cechi Cult Of Fire, intitolato “(Un)Clean” e prima avvisaglia tangibile di ciò che il gruppo combinerà l’anno prossimo col nuovo (doppio) full-length Moksha / Nirvana”.
Le inclinazioni esot(er)iche del trio di Praga, pur essendo un tratto distintivo da queste parti assai apprezzato della loro proposta, potrebbero d’altro canto far arricciare il nasino a chi vede apparentemente nelle proprie tradizioni un motivo di vanto tale da dedicare una copertina all’esaltazione dei tratti somatici della pura bellezza aria…nordica: qualsiasi citazione ai norvegesi Kaevum e al loro unico disco in studio Natur” è puramente intenzionale, dato che il primo dei tre rispolverati dalle mensole di oggi è la grezzissima “La Mitt Rike Komme” dritta dritta dal lavoro del 2012. Ma che senso ha rispolverare roba uscita di recente? – lamenterà qualche disperato col biglietto per gli Emperor già assicurato in tasca; quindi a questa categoria protetta offriamo le nostre più sincere scuse insieme all’invito ad ardere nel fuoco eterno, magari con in sottofondo “Enter The Eternal Fire” dei Bathory per farli sentire meglio: inutile specificare il titolo dell’album in questione (è scritto sotto, è parecchio lungo e per di più a chi scrive non viene in mente una frase ad effetto con cui nominarlo), quindi silenzio e suonala ancora, Quorthon. Come però avrete già capito ascoltando le ultime selezioni diffuse, la redazione proprio non ce la fa a non inserire la tedescata di turno – in questo caso da ascoltare col boccale in mano, il sorriso soddisfatto in volto e la gloria nel cuore; e stavolta questo ruolo a dir poco fondamentale è andato ai Fimbulvet, che senza complimenti o farsi pregare mettono sul tavolo la galoppata “Monument” dal disco del 2014: Frostbrand – Eines Bildnis Tracht”.
Non siete abituati a chiudere una playlist senza sangue, fuoco e morte? Nemmeno noi, e l’unico anniversario ricordato questa settimana è capitato proprio a fagiolo trattandosi dell’unico ed inimitabile Plague Angel” dei maestri svedesi d’arte spiritual-bellica Marduk. Quindici anni fa il discolaccio Morgan stringeva infatti il suo fortunatissimo patto d’acciaio con uno strepitoso cantante al tempo noto soltanto come Arioch, ma ancora oggi impegnato con lo squadrone svedese a distribuire mosse di judo ai fan troppo espansivi e a decantare il Male in ogni forma esso si manifesti: di frontman come Mortuus ne nasce uno ogni trent’anni, e a giudicare dai ruggiti emanati nella disturbante “The Hangman Of Prague” che chiude senza pietà la selezione di oggi forse è anche meglio così.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Selvans“Lupercale” (from Clangores Plenilunio (EP)”, Avantgarde Music 2015)

2. Kampfar“Altergang” (from Mare”, Napalm Records 2011)

3. Imago Mortis“Ol Sègn” (from Sgàbula (EP)”, Drakkar Productions 2012)

4. Hellhammer“Third Of The Storms (Evoked Damnation)” (from Apocalyptic Raids (EP)”, Noise Records 1984)

5. Kaevum“La Mitt Rike Komme” (from Natur”, Darker Than Black Records 2012)

6. Blut Aus Nord“Mahagma” (from Hallucinogen”, Debemur Morti Productions 2019)

7. Cult Of Fire“(Un)Clean” (from Moksha / Nirvana”, Beyond Eyes Productions 2020)

8. Bathory“Enter The Eternal Fire” (from Under The Sign Of The Black Mark”, Under One Flag 1987)

9. Fimbulvet“Monument” (from Frostbrand – Eines Bildnis Tracht”, Einheit Produktionen 2014)

10. Marduk“The Hangman Of Prague” (from Plague Angel”, Blooddawn Productions 2004)

Michele “Ordog” Finelli

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