Weekly Playlist N.45 (2021)

 

Oltrepassata la metà di novembre ed apprezzate dunque le prime nubi e nebbie di quello che si preannuncia come un lunghissimo inverno, il nostro malefico scopo resta quello di navigare a vele spiegate sulle onde dell’orrore su spartito, solcando acque inesplorate ai confini del mondo così come vecchie correnti ricordate soltanto dai veri lupi di mare tra noi. E già che ci siamo si può partire proprio da lì, senza andare poi troppo indietro nel tempo ma facendo comunque un salto di vent’anni per dare inizio alla consueta infornata settimanale di ricorrenze, stavolta un triple-threat dalle più molteplici datazioni e tratti stilistici.
Conviene perciò mettere sin da subito in fuga i meno inclini ai voli pindarici, ancora oggi dopo due decenni terrorizzati dall’enigmatica copertina scelta dagli Enslaved per addobbare le altrettanto sfuggenti composizioni di Monumension”; definitivo ingresso dei divini norvegesi sulle scale escheriane della musica progressiva a tutto tondo, l’introduttiva “Convoys To Nothingness” è anche la nostra opener fresca di giornata ed assolve benissimo al suo scopo, anche se per qualcuno potrebbe forse stonare un pelino qualora affiancata ai Throne Of Ahaz del secondogenito On Twilight Enthroned”. Nel remoto caso abbiate fatto tesoro delle ormai miriadi di props all’esordio Nifelheim” fatte da queste parti, ricordate di non lasciare da parte l’appena venticinquenne canto del cigno della felice (si fa per dire) meteora svedese, che vi presentiamo oggi tramite la sua fragorosa title-track. Visto che siamo già balzati dall’avanguardia d’inizio millennio ai fasti della miglior tradizione svedese, buttiamoci allora dentro un pugno di Folk Metal estone come si deve e rinverdiamo di nuovo Ulg”, omaggiato sì già sette giorni fa ma ora provvisto anche di una rimpolpante disamina d’approfondimento retrospettivo giunta in aiuto di chi necessita di buone ragioni per scoprire o riscoprire questo disco e l’intero catalogo dei Metsatöll, sempre che l’arrogante combo di scacciapensieri e riffoni sciacciasassi su “Kivine Maa” non vi sia sufficiente da sola. Come dovrebbe.
Ma gli sforzi nemmeno troppo impegnativi per mantenere la leadership di Pagan Storm Webzine nel campo dell’editoria virtuale di settore non comprendono esclusivamente gli articoli griffati Darkest Past che tanto successo hanno raccolto dall’inizio dell’anno e del progetto tra le fila di lettori, ma pure le sempre attesissime recensioni del martedì per conto de La Gente Deve Sapere dove, da un paio di giorni a questa parte e con una rinnovata forza espressiva che da loro non era poi troppo scontato aspettarsi, stanno tenendo banco gli inossidabili Helheim e la loro più recente prova Woduridar”. Privi sia di complessi di inferiorità rispetto al passato, sia di crisi di memoria riguardanti gli episodi cronologicamente vicini, i musicanti di Bergen risalgono ai piani alti dello scenario di genere, qualsiasi esso sia e qualsiasi cosa passi loro in testa di suonare, senza chiedere alcun permesso ma esibendo invece una “Åndsfilosofen” la quale, assieme ad altri sette centri impeccabili, fa loro guadagnare le giuste lodi anche da parte nostra.
Tuttavia, se conoscete un minimo il nostro modus operandi, saprete allora che in questi casi non possiamo certo dire di aver concluso i nostri approfondimenti, o almeno non fino a quando i norvegesi saranno finalmente inclusi insieme ad altri tre collettivi nel riassunto di prossima uscita sulle più impressionanti fiammate che abbiano illuminato i cieli d’ottobre, in arrivo davvero a brevissimo. Ma, come sempre del resto, l’esclusione da tale quadrilatero del fuoco non significa che noi e specialmente voialtri si possa ignorare certi prodotti comunque di gran pregio: tipo il ritorno self-titled degli Anti dopo giusto tre lustri di coma profondo. Titolo e copertina non sono in alcun modo sintomo di un’ispirazione latente, perché basta un giro sull’affilatissima “Unattainable Soil” per ricordarsi della maestria dei tedeschi nel rendere cotanta disperazione così meravigliosa. Il concetto di come-back album, divenuto negli ultimi tempi sfortunata garanzia di immediato successo per un po’ chiunque si ritrovi a dover pagare le bollette, è tra l’altro comune denominatore di tutte e quattro le breaking news sottoposte al pubblico dalla redazione, in modo che la platea sappia cosa davvero merita interesse e cosa va bene giusto per farsi due risate alla vista delle recensioni entusiaste che fioccheranno a breve. Proseguiamo quindi come ovvio dal mese corrente e, per la terza volta, diamo volentieri spazio agli affezionati Darkwoods My Betrothed dell’appena rilasciato Angel Of Carnage Unleashed”, ovviamente trascurati da chi è uscito matto per i Seth ma altrettanto capaci di mettere su per cinquanta minuti tondi una bella baraonda sinfonica ma niente affatto pacchiana, che appunto potete già apprezzare integralmente ma di cui per ora vi passiamo la chiusura “Black Fog And Poison Wind” come ulteriore assaggio. Non arriverà ai ventitré anni di stop dei finnici né ai quindici dei teutonici, ma va detto che pure Waldorf si è fatto desiderare parecchio con la sua creatura personale Aquilus, tanto che probabilmente ci toccherà mandare in stampa i necessari approfondimenti sull’imminente (3 dicembre) sophomore record intitolato Bellum I” in piacevole contemporanea proprio col Darkest Past sul decennale del debutto Griseus”; vedremo se l’intero disco lo renderà fattibile, ma nel frattempo “Lucille’s Gate” ci costringe a guardare verso la lontana Australia ed aspettarci il meglio. Se però facciamo come gli scribacchini di là fuori e ci limitiamo all’hype imposto dalle etichette grosse, l’uscita che terrà banco durante il mese prossimo (tra l’altro stesso identico giorno del progetto poco sopra menzionato) sarà il Victory In Blood” vagheggiato a lungo dagli aficionados del culto svedese Unanimated, ormai l’ultimo assieme ai Dawn a capitolare alle incessanti richieste per un nuovo lavoro in studio. I singoli pubblicati stanno comunque lasciando presagire molto bene, e dopo la traccia omonima è stavolta “As The Night Takes Us” a rifare la messa in piega a molti, troppi colleghi.
Fine dunque degli aggiornamenti, ma giusto il tempo di un paio di accordi e a prendere in mano le redini della tempesta sono i Graupel, nostro piccolo feticcio di Germania in particolare sul secondo ed ultimo full-length del 2010 Am Pranger…”, discone assolutamente da recuperare nel caso vi sia piaciuta oggi la nerissima “Schwarze Feder” e vi servano tre quarti d’ora belli rilassati. Che poi basterebbe organizzarsi un attimo e il tempo per godersi un’opera d’arte salterebbe fuori; peccato non funzioni così con le esibizioni dal vivo delle band nostrane meritevoli, tant’è che sono mesi che ci tocca campare a pane e Furor Gallico (o per lo meno tocca a noi che non abbiamo intenzione di regalare quaranta bombe a chi organizza i Marduk a Milano, né abbiamo la sfiga di abitare a Roma o all’ormai vera caput mundi San Donà). Ma a volte la morte ha la pietà di soccorrere la vita, e a volte gli Imago Mortis hanno quindi la pietà di soccorrere noi estimatori del buon Black Metal italiano col release party del “nuovo” Ossa Mortuorum… E Monumentis Resurrectura”, fuori da ormai quasi due anni ma ascolto doveroso per chi vuole avere il polso della situazione entro i nostri confini, dove pezzi tipo “Finché Morte…” ed in generale l’intera, clamorosa tracklist non capitano troppo spesso; e mentre Giuda vendette il suo Messia per trenta denari voi il 22 gennaio all’Ufo di Mozzo, ovviamente in provincia di Bergamo, entrate pure gratis, quindi per una volta acchiappate mascherina e documentazione apposita e non fate quelli che…

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Enslaved“Convoys To Nothingness” (from Monumension”, Osmose Productions 2001)

2. Anti“Unattainable Soil” (from Anti”, Soulless Records 2021)

3. Throne Of Ahaz“On Twilight Enthroned” (from On Twilight Enthroned”, No Fashion Records 1996)

4. Aquilus“Lucille’s Gate” (from Bellum I”, Blood Music 2021)

5. Metsatöll“Kivine Maa” (from Ulg”, Spinefarm Records 2011)

6. Helheim“Åndsfilosofen” (from Woduridar”, Dark Essence Records 2021)

7. Darkwoods My Betrothed“Black Fog And Poison Wind” (from Angel Of Carnage Unleashed”, Napalm Records 2021)

8. Unanimated“As The Night Takes Us” (from Victory In Blood”, Century Media Records 2021)

9. Graupel“Schwarze Feder” (from Am Pranger…”, Ván Records 2010)

10. Imago Mortis“Finché Morte…” (from Ossa Mortuorum… E Monumentis Resurrectura”, Drakkar Productions 2020)

Michele “Ordog” Finelli

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