Weekly Playlist N.16 (2021)

 

Superata una ventina di giorni relativamente tranquilli nelle fucine di Pagan Storm Webzine, le macchine redazionali sono tornate a ruggire gettando nell’atmosfera le polveri del tempo che fu; Darkest Past ha ripreso i lavori a pieno regime, con ben tre approfondimenti ad opera di tre differenti scribacchini a far luce sui dischi di cui si è celebrata la ricorrenza in settimana. L’introduzione odierna è dunque affidata all’atavico malessere irlandese, fornitoci in questa sede da due prodotti divisi a prima vista soltanto da ventiquattro ore ma allo stesso momento pure da un intero universo di sensazioni uditive: ci deve essere stato qualcosa nel vento dell’Éire intorno all’aprile del 2011, almeno a giudicare dalla fenomenale doppietta griffata Altar Of Plagues e Primordial arrivata nei nostri impianti all’epoca. La gigantesca “Neptune Is Dead” apre la ferita lasciando fluire parte della bile di cui è composto Mammal”, menir che da dieci anni a questa parte osserva dall’alto in basso il confuso panorama del Post-Black; la tensione da diciotto arriva poi a ventisei minuti con “Bloodied Yet Unbowed”, inno unico nel suo genere e colonna portante di quel monumento di nome Redemption At The Puritan’s Hand”. Naturalmente a godersi le luci della ribalta presso il grande pubblico non sono stati gli articoli speciali di retrospettiva dedicata a tali capolavori, bensì quello parimenti valido incentrato invece su un vero classico di ogni tempo: forse l’ultimo grande colpo dell’epopea norrena per così dire primigenia, Nemesis Divina” dei Satyricon ha oltrepassato la soglia dei venticinque inverni mantenendo immutato il proprio discorso musicale e non, e soprattutto il fascino di una chiusura a metà tra ieri e domani come “Immortality Passion”.
Lungi dall’essere qui solo per la gloria passata, i nostri lettori più accaniti avranno certamente notato un altro sprazzo di verde smeraldo fare la propria comparsa in home page lo scorso martedì, quando è andata in stampa anche la recensione dell’ultimo full a firma Empyrium quale disco della settimana corrente. La prova del duo teutonico sugli otto capitoli di Über Den Sternen” ha ottenuto ottimi riscontri per fortuna non soltanto da queste parti, e ci pare il minimo visto quel che si può trovare cercando tra gli anfratti della preziosa “The Oaken Throne”, no?
Nel frattempo, l’imminente trapasso del caliginoso aprile ci avverte che tra poco sarà il momento di rendere a parole le potentissime emozioni donateci dai quattro album principalmente amati ed usciti durante il mese, invero abbastanza prevedibili dagli affiliati di vecchia data. Il presente giovedì lo condiamo quindi con i dovuti singoli dei due opus ora disponibili per chiunque, vale a dire Kenoma” dei Fyrnask e Geister” dei Paysage D’Hiver: il progetto tedesco si è confermato uno dei migliori in assoluto nel substrato Black mondiale, forte delle pennellate in petrolio tracciate da “Helreginn”, mentre la one-man band svizzera è tornata a far parlare molto di sé col materiale sempre in odor di Darkspace sentito ad esempio su “Undä”. Ci leggeremo su questi schermi possibilmente tra qualche giorno, mentre per quanto riguarda l’estate pare che pure le fantomatiche simil-major (o quelle a cui piacerebbe esserlo) abbiano in mano qualche release stuzzicante, sia che preferiate gli svolazzi francofoni e sia che parteggiate per la cafonaggine più bieca e mitteleuropea. Come difatti già risaputo Season Of Mist tiene in canna il ritorno dei Seth, La Morsure Du Christ”, il quale continua a convincere anche al secondo giro tramite “Les Océans Du Vide” in vista del 7 maggio; Metal Blade al contrario risponde dall’alto della cattiveria dei Desaster, di nuovo a combinare guai dal 4 giugno con Churches Without Saints” e da oggi con la movimentata “Learn To Love The Void”.
Oggi come avrete notato si è involontariamente proceduto a coppie di brani, e visto che la matematica non è ancora un’opinione è dunque con piacere che vi salutiamo (sempre prima del ruggito del buon Satyr) attraverso un paio di recuperi estemporanei dalle mensole ma assai graditi, raccattati tra Italia e U.S.A. in modo da allontanare dal vostro personale oblio due ottimi monicker bene o male ormai a riposo: ancora meritevoli nelle loro comparsate dal vivo, i piemontesi Mortuary Drape vengono tributati dall’esaltante “Necromancer”, a sua volta dal sottovalutatissimo Secret Sudaria”; morti e sepolti da un pezzo sono invece i Judas Iscariot dell’Illinois, autori di una nutrita discografia culminata nel To Embrace The Corpses Bleeding” di cui oggi riproponiamo la morbosa “In The Valley Of Death, I Am Their King”.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Altar Of Plagues“Neptune Is Dead” (from Mammal”, Candlelight Records 2011)

2. Primordial“Bloodied Yet Unbowed” (from Redemption At The Puritan’s Hand”, Metal Blade Records 2011)

3. Empyrium“The Oaken Throne” (from Über Den Sternen”, Prophecy Productions 2021)

4. Seth“Les Océans Du Vide” (from La Morsure Du Christ”, Season Of Mist Records 2021)

5. Fyrnask“Helreginn” (from VII – Kenoma”, Ván Records 2021)

6. Mortuary Drape“Necromancer” (from Secret Sudaria”, Nazgul’s Eyrie Productions 1997)

7. Paysage D’Hiver“Undä” (from Geister”, Kunsthall Produktionen 2021)

8. Desaster“Learn To Love The Void” (from Churches Without Saints”, Metal Blade Records 2021)

9. Judas Iscariot“In the Valley Of Death, I Am Their King” (from To Embrace The Corpses Bleeding”, Red Stream, Inc. 2002)

10. Satyricon“Immortality Passion” (from Nemesis Divina”, Moonfog Productions 1996)

Michele “Ordog” Finelli

Precedente Empyrium - "Über Den Sternen" (2021) Successivo Pagan Storm News: 23/04 - 29/04