Weekly Playlist N.11 (2023)

 

Incuranti di avvenimenti esterni dalla varia rilevanza ed inscalfibili agli intoppi che irrimediabilmente si susseguono quando ci si affida alle insidie della killing technology contro cui ci aveva messo in guardia l’unica persona davvero seria deceduta lo scorso fine settimana, i cingoli di Pagan Storm Webzine avanzano a ritmo semmai lento ma costante, e vi portano dritti ad una nuova playlist nella quale i mezzi corazzati sono protagonisti sin dall’incipit iperbellicista. Quest’oggi infatti si parte con molte poche cerimonie dai sei anniversari alternatisi ultimamente, ed il primo in scaletta ci fa rimettere mano non (soltanto) alla rivoltella ma a Veni Vidi Vici” degli abruzzesissimi Sturmkaiser, fresco di tre lustri spesi sul campo di battaglia: divertitevi quindi a riconoscere certi personaggi di spessore ai tamburi, alle corde ed al microfono senza stare a farvi il sangue amaro sul testo abbastanza diretto di “Memento Audere Semper”, che in fondo di classico Black Metal italico dalla simile foggia non ne abbiamo mica avuto tantissimo. Si resta nel 2008 ma per il resto si volta del tutto pagina sulle note della “Omnivore” che faceva presenza nella prima parte del dittico Black Meddle”, titanica epopea di malessere suburbano che chiunque dovrebbe tenere a mente quando apre bocca sugli statunitensi Nachtmystium, anche perché come abbiamo visto di recente la morte riabilita un po’ tutti e a noi non ci va di aspettare che tiri le cuoia il buon Blake Judd per sentirne parlare bene. Passando ora a gruppi per i quali è invece da sempre veramente impossibile non spendere belle parole -o almeno così ci auguriamo-, la redazione è quantomai lieta di festeggiare in pompa magna il decennale del maestoso Old Mornings Dawn” aggiuntosi nel 2013 alla sontuosa discografia degli austriaci Summoning, perdendosi tra mille sentieri dalla direzione sconosciuta mentre sopra agli alberi infuriano i tuoni che chiudono la splendida “Caradhras”. Da calorose e in un certo senso rassicuranti, le tastiere si fanno tuttavia nere come la notte di Valpurga quando arriva il turno dei Seth, culto francese solo da qualche tempo giunto alla fama che un esordio come Les Blessures De L’Âme” avrebbe dovuto garantirgli da solo già venticinque anni addietro, ma che per gli autentici residenti nell’Ade della musica moderna rimane un punto fermo nelle derive sinfoniche del genere grazie all’opener “La Quintessence Du Mal” ed ai sei meravigliosi capitoli successivi. L’assortimento di annate in esposizione oggidì richiede pure un assaggio di 2003 propostoci dai lettoni Skyforger in occasione del ventennale di Pērkoņkalve”, e quindi anche della sua traccia omonima che da qualche parte potreste trovare intitolata come nella sua traduzione albionica “Thunderforge”, mentre per chiudere il demoniaco sestetto non c’è nulla di meglio di un salto indietro nel tempo, a quel 1983 che ci donò il primo (ma pure il secondo e il terzo) vagito su nastro di certi Hellhammer, pronti con lo storico tape Death Fiend” a molestare anime al suono dei fischi di chitarra grondanti da “Angel Of Destruction”.
Spostando ora il focus della discussione sulle uscite in programma nei prossimi mesi, inutile specificare che l’attenzione maggiore l’ha avuta la solita drama queen svedese Niklas Kvarforth, coraggioso come se non più del solito ad infilare nel luna-park di Napalm Records una “Allt För Döden” dal simpatico videoclip e dall’inafferrabile scrittura, ovviamente rimasta coperta sotto ettolitri di sangue finto nel chiacchiericcio di contorno che ogni mossa degli Shining genera; XI: Shining” sarà disponibile dal 15 settembre, nella speranza che il Nostro non indulga troppo nell’autocelebrazione come avvenuto in altri dischi a tinte biancheggianti. Debuttano invece il 30 giugno con molta meno fanfara gli Ofnus dal Galles, che da queste parti non esitiamo a considerare papabili eredi dei cari Fellwarden in tema di grandi atmosfere albioniche; almeno alla luce dell’ottima “Grains Of Sand” su cui questo Time Held Me Grey And Dying” si è saggiamente affidato in sede promozionale.
Sulla musica tuttavia tanto si può immaginare, dire e persino scrivere: e le due settimane appena passate hanno continuato la tradizione dell’analisi monografica del martedì inserendo nel menù un’ottima frittura mista di pesce islandese accompagnata dall’esotica cacciagione delle desolate pianure australiane. Sempre ammesso che uno riesca ad uscire sano dal quarto atto dell’opera arcana Sól Án Varma”, risultato degli sforzi della meglio gioventù in Reykjavík, ad attenderlo egli troverà il dipanarsi gargantuesco di “Pale” orchestrato dai fantastici Austere in un epilogo che va da subito tra i migliori dell’anno, sia su Corrosion Of Hearts” che nel nostro piccolo angolo telematico.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Sturmkaiser“Memento Audere Semper” (from Veni Vidi Vici”, War Arts Productions 2008)

2. Sól Án Varma“Afbrigði IV” (from Sól Án Varma”, Ván Records 2023)

3. Summoning“Caradhras” (from Old Mornings Dawn”, Napalm Records 2013)

4. Nachtmystium“Omnivore” (from Assassins: Black Meddle I”, Candlelight Records 2008)

5. Seth“La Quintessence Du Mal” (from Les Blessures De L’Âme”, Season Of Mist Records 1998)

6. Skyforger“Pērkoņkalve” (from Pērkoņkalve”, Folter Records 2003)

7. Hellhammer“Angel Of Destruction” (from Death Fiend” (Demo), Prowling Death Records 1983)

8. Shining“Allt För Döden” (from XI: Shining”, Napalm Records 2023)

9. Ofnus“Grains Of Sand” (from Time Held Me Grey And Dying”, Naturmacht Productions 2023)

10. Austere“Pale” (from Corrosion Of Hearts”, Prophecy Productions 2023)

Michele “Ordog” Finelli

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