Column N.29 – Carpe Noctem & Crimson Throne (2018)

 

Mettete insieme Árstíðir Lífsins, Misþyrming e per forza di cose anche un pizzico di Naðra. Attesa alle stelle dite? Premettiamo che il risultato sarà ben lontano da ciò che potete immaginare, o sperare, e proseguiamo con ordine.
Non necessariamente in senso negativo. I Carpe Noctem sono infatti l’ennesima realtà islandese a girarsi membri già in vista (per forza, direte voi, ci abitano in cinque) nelle band poco fa citate, tra le numerose altre. Però, al posto di risultare un patchwork di cose buone o di dettagli tratti e mescolati dai principali (o per meglio dire più famosi) progetti, i nostri dimostrano di avere la grande capacità di crearne una proposta solidamente (anche se non completamente) avulsa, almeno per nichilisti intenti, da ciò per cui li conosciamo ed apprezziamo singolarmente.
Il debut uscì nel 2013, il suo successore è invece ora previsto per il 5 ottobre via Code666 (la rinomata ala avanguardista della nostrana Aural Music) e s’intitola “Vitrun”. In anteprima fin da ora possiamo ascoltarci la complessa “Hér Hvílir Bölvun”, con oltre nove minuti di musica sicuramente non facile, apocalittica, dal senso di pericolo incombente e fine del mondo certa che solo il Black Metal nella declinazione islandese trasmette con tanta ed apparente facilità nei più illustri casi – tra progressioni e crolli d’atmosfera ed edifici in emotività, pathos garantito anche dall’ottimo e quasi cinematografico utilizzo di ottoni… E sperare che la fine del mondo arrivi però davvero una volta giunto il 5 ottobre.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Söngurinn Sem Ómar Milli Stjarnanna”
2. “Upplausn”
3. “Og Hofið Fylltist Af Reyk”
4. “Hér Hvílir Bölvun”
5. “Úr Beinum Og Brjóski”
6. “Sá Sem Slítur Vængi Flugunnar Hefur Náð Hugljómun

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Ottobre sembra promettere qualcosa anche dal fronte inglese: dopo un antipasto in limitante formato EP su cassetta dell’anno scorso, i Crimson Throne dalla vecchia Albione sono pronti a rilasciare il loro primo full-length tramite la giovane ma promettente Apocalyptic Witchcraft Recordings (vi siete già scordati di Mortichnia e Caïna nel non lontano 2016? Noi no).
Della band non si sa assolutamente nulla. Se non che sono appunto inglesi e che sono una vera e propria band solo per via di un paio recentissime foto ufficiali. Il minimo indispensabile. Non che serva poi altro [edit: nel frattempo è uscito un secondo pezzo con tanto di video che potete ascoltare qui].
Quel che è certo, e a conti fatti di ben maggiore utilità, è invece che il debut si chiamerà “Of Void & Solitude”, che uscirà il 19 del prossimo mese, e che è stato presentato con una più che convincente “Sightless Remnants” che in tutta oscurità vi scartavetrerà il muso senza che neanche ve ne rendiate conto: niente brutalità fine a sé stessa, niente caverne e passaggi Death, ma aggressione decisamente frontale – tuttavia guidata da riffing ragionato, orecchiabilità, buona ma non esagerata production value, tiro trascinante e vocals a dir poco cattive, taglienti, trasudanti nera freddezza in linea sia ritmica che d’atmosfera ben bilanciata tra feeling e asetticità di stampo industriale e meccanico; il tutto coadiuvato da non trascurabili intuizioni Ambient vicine al field-recording filtrate in salsa distopica. Se la ricetta sembra fare al caso vostro, segnatevi il nome che non manca molto.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Beckoning”
2. “Dalit Lineage”
3. “Indignant Slumber”
4. “Blackened Sun”
5. “Scattered”

6. “Sightless Remnants”
7. “Ekur Calls”
8. “Ironsides”
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Matteo “Theo” Damiani

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