Weekly Playlist N.44 (2020)

 

Mai fare oggi quello che puoi rimandare a domani: il procrastinare (per via di questa roba qui) fino ad inizio settimana la stesura dell’articolo che state leggendo non solo dà modo a chi scrive di risparmiarvi la solita banale introduzione, ma gli consente oltretutto di partire davvero a millemila con il grande annuncio di Black Mass For A Mass Grave”, attesissima ottava fatica su full-length degli statunitensi Inquisition edita da Agonia Records (che ha creduto in loro – o nel potere mediatico del controverso?) a dicembre; venerdì prossimo pare che potremo darvi e avrete maggiori informazioni in merito, ma caso vuole che proprio ieri quel bestiolino di nome Ominous Doctrines Of The Perpetual Mystical Macrocosm” abbia compiuto ben dieci anni e dunque oggi dia splendido inizio alle ostilità della quarantaquattresima playlist dell’anno con l’immortale “Astral Path To Supreme Majesties”. Sono i casi della vita, gli stessi che non solo fanno uscire nello stesso giorno di cinque anni prima un ottimo export dal Nord-Est Europa, ma sempre nella stessa settimana anche un’opera possibilmente più influente persino di quella partorita da Dagon e Incubus: il primo si intitola Terast Mis Hangund Me Hinge 10218″ e forse qualcuno se lo ricorderà in quanto maturissima rilettura del primo demo giustamente eletta a sophomore full-record dagli estoni Metsatöll, guidati tre lustri orsono non tanto dalle inclinazioni folkloristiche esplicite quanto dall’impeto bellicoso del basso che troneggia nel brano omonimo; la seconda porta il semplice titolo di Paracletus” ma costituisce in realtà uno degli apici della sadica perversione eretta a musa ispiratrice dai francesi Deathspell Omega, i quali con “Apokatastasis Pantôn” intarsiano assieme all’altro duo una cornice ossea a tema 2010 da fare invidia ad Ed Gein.
In una tale ordalia non si fanno certo attendere nemmeno le prime schegge di 2021, esplose come granate in giro per la rete e raccolte dallo staff per un power trio bello robusto: nelle fasi finali di gennaio avremo infatti modo di saggiare al debutto due formazioni assai interessanti per quanto diverse sotto molteplici aspetti. I quattro amici al bar Grabunhold ci stanno simpatici sin dalle foto promozionali reperite in giro, e suonando Black Metal alla maniera più tedesca possibile avranno sicuramente la loro fetta di sostenitori una volta che Heldentod” sarà disponibile per intero offrendo così una panoramica ben più ampia rispetto alla sola e comunque notevole “Flammen Und Schatten”; debuttanti allo sbaraglio ma con un curriculum di quelli importanti, gli Yoth Iria manterranno invece viva l’apparentemente sempre divampante fiamma greca con As The Flame Withers”, nel quale troverete la bella “The Red Crown Turns Black” ed altre sette sicure sciabolate a segnare il ritorno nell’arena di Magus e Mutilator. L’Oscar al miglior videoclip a tema boschivo (e peggiore al tempo stesso per il playback di metallari ostinati a far finta di suonare nelle foreste nei loro video promozionali come se questa potesse anche essere una buona idea – credeteci: non lo è mai e poi mai) se lo aggiudica però l’ucraino Severoth dall’alto dei dodici minuti di “Far Above The Sky”, cavalcata d’apertura piazzata all’inizio del venturo full-length Vsesvit” disponibile dal 20 novembre digitalmente e da gennaio 2021 fisicamente.
Abbandoniamo però ora, ed infine, le salde certezze dateci dai singoli e diamoci invece alle fantasie più sfrenate, in quanto ben tre sono i monicker ancora silenti ma comunque sorvegliati dai nostri informatori; e se constatando che mancano all’appello quattro tracce i vostri calcoli non tornano, è perché nei neonati Høstsol avremo niente meno che Niklas Kvarforth al microfono e Cernunnos (Tor-Helge Skei con quel nome) alle sei corde. Logo e proclami di rito fanno intendere qualcosa di lontano dalle stravaganze sonore che anno impegnato ultimamente questi due soggetti, ergo c’è non un motivo bensì due per cui in playlist figurano a stretto giro prima “Under Ein Blodraud Maane” (dal glorioso opus primum dei Manes) e poi “Besvikelsens Dystra Monotoni” (dall’iconico Halmstad” degli Shining). Seguiti da…? Coloro che stanno lavorando in studio e chi invece dallo studio è uscito con un prodotto finito in mano ormai da un paio di mesi: con batteria tracciata e nel cassetto abbiamo gli Umbra Conscientia (che dovreste ricordare per quel sibillino debutto “Yellowing Of The Lunar Consciousness” di fine anno scorso da cui ora riascoltiamo per l’occasione “Romance Of Contradictions”), mentre con un attesissimo quanto ormai possibilmente imminente secondo full-length che bramiamo da più di otto anni (e che è ufficialmente uscito dalle sale di mastering finale dei Fascination Studios di Svezia) c’è l’orgoglio transilvano Dordeduh con la cui “Zuh” dal debutto evergreen “Dar De Duh”, sempre adatto ad ogni stagione, chiudiamo con assoluta classe le presentazioni della playlist di oggi.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Inquisition“Astral Path To Supreme Majesties” (from Ominous Doctrines Of The Perpetual Mystical Macrocosm”, No Colours Records 2010)

2. Grabunhold“Flammen Und Schatten” (from Heldentod”, Iron Bonehead Productions 2021)

3. Metsatöll“Terast Mis Hangund Me Hinge” (from Terast Mis Hangund Me Hinge 10218″, Nailboard Records 2005)

4. Manes“Under Ein Blodraud Maane” (from Under Ein Blodraud Maane”, Hammerheart Records 1999)

5. Shining“Besvikelsens Dystra Monotoni” (from V – Halmstad (Niklas Angående Niklas)”, Osmose Productions 2007)

6. Dordeduh“Zuh” (from Dar De Duh”, Prophecy Productions 2012)

7. Yoth Iria“The Red Crown Turns Black” (from As The Flame Withers”, Pagan Records 2021)

8. Umbra Conscientia“Romance Of Contradictions” (from Yellowing Of The Lunar Consciousness”, Terratur Possessions Records 2019)

9. Severoth“Far Above The Sky” (from Vsesvit”, Avantgarde Music 2020)

10. Deathspell Omega“Apokatastasis Pantôn” (from Paracletus”, Norma Evangelium Diaboli 2010)

Michele “Ordog” Finelli

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