Weekly Playlist N.18 (2023)


 

Ora che siamo ben inseriti nel clima di terrore instaurato da settembre, con dei bei nuvoloni alti nel cielo e folate di vento tutt’altro che rassicuranti, c’è da dire che le novità discografiche già in mano nostra dall’inizio del fatidico nono mese mese fanno ancora più effetto che nei giorni scorsi. Oltre però ai vari pesi massimi che stanno monopolizzando il nostro apparato uditivo (non dobbiamo certo ripetervi i nomi riportati qui all’ultimo paragrafo, nevvero?), è sempre bene tenersi aggiornati pure in merito ad un ottobre meno bombastico ma che, anche soltanto per recarci in dote un nuovo capitolo dell’immacolata saga Sühnopfer, promette la medesima quantità di ricchi premi e cotillon. Proprio da Ardraos e dal suo mondo di mezzo tra incubi fiabeschi ed orrori terreni parte allora il tour de force odierno, a cominciare dalla medesima “D.S.F.R.” da cui partirà anche il Nous Sommes D’Hier” atteso per il 6, e che nemmeno una copertina alquanto sui generis per il progetto francese riuscirebbe a danneggiare quando la qualità è quella che è. Meno pedigree ma stessa cattiveria (e stessa Debemur Morti) per White Hart!” degli Slidhr, irlandesi dei quali già si era sentito fare il nome nella prima metà dell’anno ma che, in data 13 ottobre, scateneranno mediante il terzogenito tutta la potenza di fuoco del loro monicker promessa dall’enfatica title-track. Irlanda però vuol dire solo un nome, e non è certo quello di Bono Vox; dopo la fuligginosa deviazione coi summenzionati Verminous Serpent, Alan “Nemtheanga” Averill tornerà come immaginiamo saprete a ruggire sulle partiture dei suoi Primordial in occasione del rilascio di How It Ends”, che uscendo nell’ultimo venerdì settembrino chiuderà alla grande una mesata straordinaria regalandoci “Pilgrimage To The World’s End” ed altre dolorose istantanee dal cuore verde della Poblacht na hÉireann. Tuttavia nessun singolo, per quanto clamoroso possa essere, può soppiantare l’esperienza di ascolto prolungata di un full-length con tutti i crismi, e mentre la doppietta assassina MardukTaake regna ancora incontrastata ecco che nuovi profili si stagliano all’orizzonte, pronti ad arricchire la tavolozza di sfumature ancor più assortite grazie ad album disponibili integralmente da giusto una settimanina: ci sono allora i nostrani Deadly Carnage e la tragica potenza di “Moans, Grief And Wails”, ultimo estratto diffuso prima della pubblicazione di un Endless Blue” il quale non deve per nessun motivo essere accantonato all’ombra dei più famosi prodotti esteri, e non mancano ovviamente in chiusura gli svedesissimi Shining a bordo del fresco lavoro omonimo, lanciati all’assalto della nostra fragile sanità mentale vacillante sotto i colpi di “Den Permanenta Sömnen Kallar”. A dare invece l’ultima unzione alla letale sequenza di anteprime ed uscite contemporanee vi è un’altra coppia che scoppia, non tanto per le opposte nature di un brano estemporaneo diffuso sul web ed un disco completo dato alle stampe pressoché in clandestinità, quanto più per le opposte basi ideologiche alla base dei due progetti le quali potrebbero fare reciprocamente innervosire tutti i diretti interessati. Allergica da sempre a tali battibecchi, Pagan Storm Webzine si concede la sfrontatezza di accostare il metallo nero da CSOA, marziale e vagamente moonfoghiano del norreno Sorgsvart, fuori col pezzo da 90 intitolato “K.u.K.” ed ancora scevro da appartenenze a release di vario genere, all’inconfondibile tedescume che ci ha fatto impazzire non appena partito Wir Fürchten Weder Tod Noch Teufel”, unica prova d’oggidì figlia di agosto la quale ha incendiato gli animi di tutta la redazione a suon di “Frühlingsluft Und Blauer Himmel”, così come di tutte le altre sciabolate messe su pentagramma dai peperini Der Tod Und Die Landsknechte sul loro debutto. Sette mine infilate una dietro l’altra iniziano a farsi sentire? Siamo spiacenti ma il tris di ricorrenze 100% nordiche in programma non vi aiuterà granché, visto che nella stessa rubrica trovano spazio i due dischi editi il medesimo 10 settembre 1998 in un Svezia dalle città prese d’assedio dagli Arckanum del colossale Kampen”, ovvero quello con dentro anche la graffiante “Tronan Yvir Þusand Landskaps Mark”, e messe a ferro e fuoco dall’interno dallo diabolico squadrone Nifelheim all’opera sul secondo Devil’s Force”, introdotto invece dal furoreggiare di “Soldier Of Satan”. In ultimo, a riprova del valore salvifico del quale la Nera Signora con la falce talvolta s’investe, la “Døden…” musicata due decadi addietro dal danese Nortt in occasione dell’esordio Gudsforladt” scende leggera sul campo di battaglia ora appannaggio di corpi ed avvoltoi, spezzando in due le ostilità e consentendoci il ritorno alla nostra tranquilla vita reale, dove tuttavia in ogni angolo buio può celarsi il Male a cui il danese solitario e tutte le anime in pena enumerate prima di lui hanno dedicato ogni fatica artistica.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Sühnopfer“D.S.F.R.” (from Nous Sommes D’Hier”, Debemur Morti Productions 2023)

2. Der Tod Und Die Landsknechte“Frühlingsluft Und Blauer Himmel” (from Wir Fürchten Weder Tod Noch Teufel”, Blasphemous Terror Records 2023)

3. Arckanum“Tronan Yvir Þusand Landskaps Mark” (from Kampen”, Necropolis Records 1998)

4. Deadly Carnage“Moans, Grief And Wails” (from Endless Blue”, Aeternitas Tenebrarum 2023)

5. Nifelheim“Soldier Of Satan” (from Devil’s Force”, Necropolis Records 1998)

6. Nortt“Døden…” (from Gudsforladt”, Sombre Records 2003)

7. Slidhr“White Hart!” (from White Hart!”, Debemur Morti Productions 2023)

8. Primordial“Pilgrimage To The World’s End” (from How It Ends”, Metal Blade Records 2023)

9. Sorgsvart“K.u.K.” (from K.u.K.” (Single), Autoprodotto 2023)

10. Shining“Den Permanenta Sömnen Kallar” (from XI: Shining”, Napalm Records 2023)

Michele “Ordog” Finelli

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