Weekly Playlist N.17 (2023)

 

Bla bla bla – agosto è finito; bla bla bla – il caldo invece no. Chi ci circonda continua nostro malgrado a parlarci di cose senza valore o senso ma noi annuiamo giusto per convenzione sociale, visto che nelle nostre orecchie c’è ormai spazio soltanto per la quantità fluviale di note più o meno distorte che stanno venendo rilasciate su web e supporto fisico in questi ultimi spasmi d’estate.
A dire il vero, dato il vizio settembrino di buttare fuori dal nulla prodotti al minimo da ritenersi interessanti come ad esempio l’ultimo di quei mattacchioni dei M8l8th, c’è anche caso che da qui alla fine della playlist ne compaiano in rete un altro paio; ergo, magari aspettiamo ad approfondire i singoli freschi di stampa e partiamo dai cari vecchi classici ripresi in mano grazie alle varie ricorrenze festeggiate dalla scorsa puntata in avanti, così almeno siamo sicuri di non fare danni. Anzi, ai danni ci pensano per primi gli scalmanati e scannati Carpathian Forest i quali, con la loro discrezione tutta norrena, incendiano la scena per i venticinque anni compiuti dallo storico esordio Black Shining Leather”, che aprendo le danze non può non affidarsi alla malatissima title-track per una degnissima rappresentanza. Dalla centrale Norvegia alla solo in apparenza periferica Italia, il 1998 abbina alle sfuriate di Nattefrost e Nordavind le storture sonore e mentali dei semidimenticati Tronus Abyss: ok, adesso chiudete la pagina Google che avete aperto per andare a vedere chi diavolo sono questi e poi tornare qui a fare o non fare quelli saputi, perché anche se non avete mai sentito nominare questo piccolo culto piemontese potrete godere dell’altro debut venticinquenne The King Of Angels In The Abyss”, a partire dall’emperoriana “Lucifer’s Name” riportata in scaletta. Non ha strettamente compiuto gli anni qui ed ora ma è sempre un bel sentire sin dal suo rilascio nel medesimo ’98 anche Battle Magic”, terzogenito degli inglesi Bal-Sagoth che ci andava proprio di recuperare confidando che qualcuno in sala non avesse ancora magari avuto il piacere di ascoltare una “Naked Steel (The Warrior’s Saga)”, brano capace di mettere in mostra il lato meno bombastico (il che è davvero tutto dire) e forse anche maggiormente godibile dei geek di Sheffield.
Si cambia ora anno passando al 1993, ma si rimane nel Regno Unito a fare gli auguri a Dark Romanticism… Sorrow’s Bitter Harvest…”, demo che trent’anni or sono presentò agli ancora pochi edotti le meraviglie di cui ci avrebbero narrato gli irlandesi Primordial, oggi pronti a consegnarci l’oltremodo atteso How It Ends” da qui a tre settimane mentre allora impegnati a costruire il loro mito sulle pietre fondative poste da “Among The Lazarai”. Il tocco di modernità necessario anche alla rubrica delle ricorrenze è invece appannaggio del teutonico Alexander Von Meilenwald e della sua creatura personale The Ruins Of Beverast, ormai peso massimo del Black Metal in odor di Doom di cui ha tagliato il traguardo della decade il qui apprezzatissimo Blood Vaults”; lasciate quindi che le spire di una completissima “Malefica” vi trascinino in quel turbine di melodie dannate e vocioni sofferenti, prima che tocchi agli Skyforger concludere alla grandissima l’excursus nel passato con le trame della “Migla, Migla, Rasa, Rasa” che nel 2003 figurava tra le punte di lancia su Zobena Dziesma”, raccolta di canti tradizionali lettoni rimaneggiati ma mantenuti acustici ad uso e consumo delle platee metallizzate.
Ordunque, si passa alle tanto agognate breaking news che più breaking non si può, essendo che è finalmente uscito un nuovo disco dei Marduk, che si intitola Memento Mori” e che contiene una “Marching Bones” la quale vi farà raccogliere i cocci di qualsiasi materiale rompibile abbiate in sala – con i più cari saluti dagli svedesi a cui è riuscito ancora una volta di ammaliarci con la loro brutalità gratuita senza sconti né compromessi. Insieme a loro, a dare il colpo di grazia alla nuca dopo le mitragliate di Morgan e compagnia, il caro Hoest ed i suoi Taake raccolgono già i primi frutti dell’Et Hav Av Avstand” che il pubblico italiano pare stia accogliendo assai positivamente, dimostrando almeno per una volta di avere abbastanza gusto da meritarsi la composizione ardimentosa del pazzoide norreno udibile anche lungo “Utarmede Gruver”.
Espletate Svezia e Norvegia, facciamo allora filotto e puntiamo alla Finlandia dove gli Hexvessel, agitato come non mai il loro caleidoscopio di mille influenze, puntano stavolta sulla chiamata, sulle sensazioni e sul linguaggio del metallo nero che trasuda da “Ring” e probabilmente sgorgherà a profusione ed enorme sorpresa da Polar Veil”: disponibile dal 22 settembre e papabile nuova tappa di un mese già inconcepibilmente clamoroso. Tanti esordi e analoghe sorprese infatti in questo seriamente aureo 2023, ma anche qualche addio il quale in ogni caso non ci farà deprimere per ciò che perdiamo, ma emozionarci per ciò che abbiamo avuto: ad esempio i sette megalitici full-length, le due mastodontiche compilation non di minore importanza (anzi), i tre gargantueschi mini-album e tutte le emozioni che ci hanno insomma trasmesso gli Urfaust scesi dal treno alla fermata Untergang” – gran finale per una grandissima carriera chiusasi sulle note dell’ultima “Abgrund” esattamente come il nostro sabba odierno.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Carpathian Forest“Black Shining Leather” (from Black Shining Leather”, Avantgarde Music 1998)

2. Bal-Sagoth“Naked Steel (The Warrior’s Saga)” (from Battle Magic”, Cacophonous Records 1998)

3. Primordial“Among The Lazarai” (from Dark Romanticism… Sorrow’s Bitter Harvest…” (Demo), Autoprodotto 1993)

4. Hexvessel“Ring” (from Polar Veil”, Svart Records 2023)

5. Marduk“Marching Bones” (from Memento Mori”, Century Media Records 2023)

6. The Ruins Of Beverast“Malefica” (from Blood Vaults – The Blazing Gospel Of Heinrich Kramer”, Ván Records 2013)

7. Tronus Abyss“Lucifer’s Name” (from The King Of Angels In The Abyss”, Pagan Moon Records 1998)

8. Skyforger“Migla, Migla, Rasa, Rasa” (from Zobena Dziesma”, Autoprodotto 2003)

9. Taake“Utarmede Gruver” (from Et Hav Av Avstand”, Dark Essence Records 2023)

10. Urfaust“Abgrund” (from Untergang”, Ván Records 2023)

Michele “Ordog” Finelli

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