Weekly Playlist N.14 (2022)

 

Avete or dunque messo mani e orecchie su tutta la ciccia sulla quale Pagan Storm Webzine ha passato gli ultimi giovedì a ragguagliarvi? Noialtri confidiamo di sì, un po’ per la stima che sotto sotto nutriamo per chi insiste a spendere delle ore del suo tempo libero insieme alle nostre proposte e un po’ perché di sugo ora come ora ce ne sta davvero parecchio, come vedremo molto meglio a giorni.
Con già una simile abbondanza a cui far fronte, l’appuntamento settimanale odierno si permette di contro qualche passeggiata a zonzo nel passato neanche troppo remoto per mezzo dei suoi recuperi ex novo, selezionati tra le moltitudini di ripieghi adottati dai redattori quando è tempo di staccare dal caotico presente. Poco conta del resto fare ritorno al 2013 se ciò che troviamo in apertura di puntata ci parla comunque dal più lontano dei futuri, essendo noto come il debutto di un’eccellenza italiana quali sono dal giorno zero i Progenie Terrestre Pura. Spazzare via la polvere di pianeti lontani dalle lamiere metalliche di U.M.A.” è difatti un dovere non verso una qualche patria ma nei confronti di questi cantori delle meraviglie dell’oltre, il cui nome riecheggia nelle galassie oltre che nel titolo della monolitica opener-track. E da quella che è anche una monicker-track alla prima title-track di oggi si retrocede di una decade tonda, trasmigrando in Norvegia sulle tracce di uno dei migliori dischi Moonfog a non essere mai uscito per Moonfog: tra il pallore cadaverico della copertina ed il secco martellare cibernetico della batteria, nel 2003 Yersinia Pestis” portò una tossica ventata di modernità in casa Helheim e conferma, nel brano omonimo come negli altri otto più introduzione, quanto questo collettivo abbia saputo sempre rinnovarsi senza mai perdere il proprio senso artistico. Dopotutto sono ben note le fisime sperimentali che a cavallo del Nuovo Millennio cinsero d’assedio la Terra dei Fiordi, grazie a figure di primo piano le quali non soltanto misero in gioco la credibilità dei propri progetti principali ma puntarono talvolta su avventure del tutto nuove, come fecero ad esempio degli insperati compagni quali Lazare ed Hellhammer. Meteora passata sotto silenzio pressoché totale, i loro Age Of Silence contano all’attivo il solo full-length Acceleration” datato 2004, che però qualcuno in redazione ha dissepolto dagli archivi mettendo su “The Green Office And The Dark Desk Drawer”. Salutiamo per adesso il Grande Nord e raggiungiamo le mille luci di Parigi avanzando di un altro anno ancora, e segnalando ai predatori musicali deliziati pochi istanti fa una seconda portata speciale di nome Aes Dana; poco calcolati persino negli ambienti più attenti al loro Folk/Black Metal celticheggiante, nel 2005 questo manipolo di francesini già attivo da oltre un decennio dava alle stampe il Formors” che tutti voi siete gentilmente invitati a provare, magari a partire da “Le Combat Des Arbres” per poi scoprirne in futuro gli altri, anche più oscuri pertugi. Non si farà d’altro canto fatica a trovare buio e dannazione nei solchi di un qualsiasi album targato Cultes Des Ghoules, siano le ultime malefatte di questi polacchi dei quali non possiamo fare a meno per troppo a lungo oppure i primi diabolici passi compiuti col supporto dell’esordio del 2008, vale a dire Häxan, Or Medieval Witchcraft And Infanticide”. L’ode ad incensi, grimori, Necromantia e Tom G. Warrior intitolata “The Covenant And The Sacrifice” ci artiglia alle caviglie e ci tiene inchiodati all’annata della spensieratezza e della ben disposizione verso il prossimo, visto che oltre al misterioso ensemble sparso tra Kielce e Radom debuttavano sempre quattordici autunni addietro pure i finlandesi Totalselfhatred con il loro apprezzato self-titled, aperto da una “Enlightment” al tempo stesso cavallo di battaglia e feretro di lusso.
Si esaurisce cosìl’ennesima carrellata di raccomandazioni assemblate dallo staff a beneficio di curiosi, esperti e passanti desiderosi di un minimo di pace dei sensi, non essendo finora fattibile quella tra i compari là nell’Est Europa; eppure ciò non significa che la tensione non possa smorzarsi all’ascolto di un gran bel dischetto o al ritorno in pista di una rubrica della quale, come d’uopo, era da il solito trimestre che non avevamo notizie. Parlare di Nokturnal Mortum è quindi ancora una roba tosta, ma a conti fatti ben più tosta è la musica di cui La Gente Deve Sapere si è occupata nelle sue ultime ventuno stagioni, inclusa quella riarrangiata ma non per questo depotenziata presente nella roboante “Ancient Nation” o nell’intero To Lunar Poetry”, episodio introduttivo e se non altro assai simbolico di cosa significa ostinarsi a seguire nel purulento 2022 il sottomondo Black Metal mentre quello reale si dimostra ogni giorno ben più malvagio di qualunque gruppetto ci passi sottomano.
Non che in giro non provino a fare di peggio e all’occorrenza non ci riescano, altrimenti non sapremmo spiegarci l’esistenza né degli svedesi Lifvsleda né del loro sophomore record Sepulkral Dedikation”, unico irrinunciabile avviso in bacheca la cui “Djefvulen” semina ulteriore pestilenza e discordia in un mondo in rovina ed in un mese già bello pieno di sciabolate mannare.
I colori giallo e blu non svaniscono nemmeno nella conclusiva accoppiata di grandiosi anniversari festeggiati in settimana, sfuggiti solo per un gelido soffio alle grinfie di Darkest Past ma non all’implacabile occhio bionico delle playlist: Finlandia sul passaporto e Svezia nelle lyrics sono del resto l’identikit dal quale chiunque riconoscerebbe i venerabili Finntroll, assoluti campioni di feste a base di sangue versato dagli invitati come avviene in quella per il quindicennale di Ur Jordens Djup” mentre dallo stereo tuona la folle girandola “Ormhäxan”; mentre in qualche modo maggiormente solenni ma allo stesso tempo sentiti sono gli onori tributati ai venticinque anni compiuti da In The Sign Of The Ravens”, esordio degli invece svedesissimi Mithotyn che, come del resto il nostro appuntamento odierno, nel 1997 si chiudeva a suon di una “Where My Spirit Forever Shall Be” da occhi umidicci.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Progenie Terrestre Pura“Progenie Terrestre Pura” (from U.M.A.”, Avantgarde Music 2013)

2. Helheim“Yersinia Pestis” (from Yersinia Pestis”, Massacre Records 2003)

3. Age Of Silence“The Green Office And The Dark Desk Drawer” (from Acceleration”, The End Records 2004)

4. Nokturnal Mortum“Ancient Nation” (from To Lunar Poetry”, Oriana Music 2022)

5. Finntroll“Ormhäxan” (from Ur Jordens Djup”, Century Media Records 2007)

6. Lifvsleda“Djefvulen” (from Sepulkral Dedikation”, Norma Evangelium Diaboli 2022)

7. Aes Dana“Le Combat Des Arbres” (from Formors”, Oaken Shield Records 2005)

8. Cultes Des Ghoules“The Covenant And The Sacrifice” (from Häxan, Or Medieval Witchcraft And Infanticide”, Under The Sign Of Garazel Productions 2008)

9. Totalselfhatred – “Enlightment” (from Totalselfhatred”, Ordo Decimus Peccatum Records 2008)

10. Mithotyn“Where My Spirit Forever Shall Be” (from In The Sign Of The Ravens”, Invasion Records 1997)

Michele “Ordog” Finelli

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