Weekly Playlist N.06 (2023)

 

Giornate di fremente attesa si susseguono all’alba del corrente aprile nell’unico lido digitale ancora restìo ad illuminarsi degli splendenti raggi primaverili. Tuttavia, il sabato del villaggio non sarà soltanto festeggiato con l’uscita di alcuni lavori sui quali abbiamo puntato una massiccia quantità di fiche, ma pure col ripalesarsi di empi rituali del martedì pomeriggio volti a farvi tastare con mano quanto in basso può spingersi la morale umana. State tranquilli, Pagan Storm Webzine non si sta per trasformare in un talk show geopolitico come simili parole farebbero supporre, ed invece l’unica differenza sarà che voi adepti potrete tornare ad acculturarvi con gli scritti de La Gente Deve Sapere, rubrica di recensioni monografiche arrivata al suo ventitreesimo ciclo vitale dopo aver chiuso la scorsa annata, in parallelo al corrispettivo a cadenza mensile, sulle ali di due prove maestose che abbiamo rispolverato oggi (ma da quale polvere poi?) in modo da salutare la lieta occasione: la nucleare “Með Hamri” dei Misþyrming da una parte e la funerea “Barbas X Aamon” a firma Satanic Warmaster dall’altra, unite in una cornice di puro Male a ventiquattro carati ove si trovano incastonati anche i rispettivi testi di elogio vergati dal sempre presente Theo in onore di Með Hamri” (l’intero platter, ovviamente) ed Aamongandr”.
La Finlandia del terrorista Lauri “Werwolf” Penttilä si è del resto guadagnata il suo spazio vitale anche nell’ancora confusionario contesto di questo 2023, potendo già contare su di un’armata di talenti alle cui fila si sta per aggiungere Mason Rofocale, noto altrove come Lord Vrăjitor e pronto a farci sentire la sua versione del recente fenomeno sinfonico dilagante in madrepatria con The Ravening”, debutto dei suoi Argenthorns dal quale per tenerci buoni in vista del 21 aprile è stata anticipata la grandiosa “Wings Of Psychomachia”. A confronto, mamma Norvegia centellina come al solito le uscite e si concentra sulla qualità offerta dagli affidabili veterani, ma quando persino quelli in attività non bastano a tenere alto l’onore nazionale allora ecco che dal terreno norreno sbucano corpi putrefatti in cerca di sangue fresco che ne restituisca la forza vitale. Qualche morbosa romanticizzazione permettendo, è questo il caso degli a sorpresissima redivivi Kvist facenti capolino non solo nella scaletta odierna ma pure in quella di Dark Side Of The Sacred Star”, compilation curata dai gentiluomini di Peaceville Records dove gli autori del leggendario For Kunsten Maa Vi Evig Vike” piazzano una rudimentale versione dell’inedito “Gærne Sia Av Fjorden”; giudicate voi ciò che state sentendo, però non pretendiate di poter rimanere impassibili di fronte a news come queste.
Il Grande Paese dai nebbiosi fiordi e dalle chiese abbrustolite non potrà forse più contare su giovani leve in grado di competere con le agguerrite scene estere, e comunque ciò non toglie che il patrimonio locale di dischi immensi vada celebrato con regolarità com’è avvenuto ad esempio nelle ultime due settimane, nel corso delle quali ben quattro dei sei anniversari occorsi avevano come protagoniste opere uscite da Oslo e dintorni, a partire -cronologicamente parlando- dall’appena venticinquenne Nexus Polaris” del dream-team norvegico Covenant rappresentato dall’aggraziata e misteriosa “Planetarium”. Di contro è invece dal 2003 che abbiamo veramente tratto la spina dorsale della puntata, beandoci di come il nostro percorso di ascoltatori ci abbia portato di fronte alla carica di “On The Mountain Of Goats” dal Likferd” poi divenuto profetico commiato degli storici Windir – oppure al cospetto di un meno noto Seid” che ha invece rappresento vent’anni fa la conclusione della breve esistenza dei Perished sulle belligeranti note di una “Departure Of Cosmic Union”; o magari anche allo Yersinia Pestis” capace con “Elde” e parecchi altri momenti topici di aggiungere nuove sfumature alla palette di colori utilizzata dagli Helheim. Il punto esclamativo sulla clamorosa striscia di ventennali lo hanno tuttavia messo dei russi, o per meglio dire i Temnozor del debutto Horizons…”: poche chiacchere su provenienza o altre voci di corridoio irrilevanti e andate lesti a recuperarvi quel gran bel lavoretto di paganesimo slavo, senza accontentarvi di una “Fatherland” messa qua giusto come assaggio. A chiudere del tutto il nostro excursus odierno, ma non una playlist che potrete sparare a massimo volume ogni volta che vi sembrerà appropriato farlo, sono infine i misteriosi polacchi Plaga, autori dieci anni addietro di un sorprendente full-length intitolato Magia Gwiezdnej Entropii”; colmate allora la lacuna partendo dalle corrotte melodie di “Slaying The Spiritless Abel”, dopodiché aggiungete un tassello in più al mosaico di oscuri suoni che la vita è stata tanto generosa da farvi saper apprezzare, e ripresentatevi qui tra un paio di giovedì per andare avanti in questo affascinante viaggio nel lato sbagliato delle sette note.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Misþyrming“Með Hamri” (from Með Hamri”, Norma Evangelium Diaboli 2022)

2. Argenthorns“Wings Of Psychomachia” (from The Ravening”, Avantgarde Music 2023)

3. Windir“On The Mountain Of Goats” (from Likferd”, Head Not Found Records 2003)

4. Kvist“Gærne Sia Av Fjorden” (from Dark Side Of The Sacred Star” (Compilation), Peaceville Records 2023)

5. Covenant“Planetarium” (from Nexus Polaris”, Nuclear Blast Records 1998)

6. Perished“Departure Of Cosmic Union” (from Seid”, Displeased Records 2003)

7. Plaga“Slaying The Spiritless Abel” (from Magia Gwiezdnej Entropii”, Societas Oculorum Arcanorum 2013)

8. Helheim“Elde” (from Yersinia Pestis”, Massacre Records 2003)

9. Temnozor“Fatherland” (from Horizons…”, CD-Maximum Records 2003)

10. Satanic Warmaster“Barbas X Aamon” (from Aamongandr”, Werewolf Records 2022)

Michele “Ordog” Finelli

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