Weekly Playlist N.05 (2024)

 

Forse sarà stata la pubblicazione a corto giro degli speciali riepilogativi su gennaio e febbraio a galvanizzarci, però va detto che in questi giorni sta venendo fuori davvero un sacco di roba interessante. Marzo, in particolare, sta andando benissimo sia ai piani alti, con gruppi definibili mainstream che tuttavia fanno il loro sporco lavoro senza chiedere nulla più di quello che possono restituire durante l’ascolto, sia nel limaccioso fiume sotterraneo che qui su Pagan Storm Webzine ci piace dragare con attenzione ancora maggiore rispetto alle luci della ribalta di cui si occupa il resto del mondo.
L’ultima nostra scoperta da condividere? In realtà ne stavamo seguendo le mosse già da parecchi anni, ma la freschissima pubblicazione ad inizio mese del terzo capitolo in studio (che noi chiameremo Brünndl III” a scanso di equivoci e nella speranza che i ragazzi non se la prendano a male) ci dà finalmente occasione di parlare dei Brünndl dalla nekrokvltissima Bassano Del Grappa, sensazione tutta italiana che va ad inserirsi nell’ancora sparuta pattuglia di realtà meritevoli d’attenzione nel panorama Black nostrano, e le cui capacità sono tutte dimostrate nella stuzzicante “Vaüchtantèmpel” scelta come presentazione di disco e -probabilmente, per molti- anche della band. Se per marzo è dunque possibile utilizzare già i verbi al presente, si parla invece al futuro per l’altrettanto spumeggiante aprile del quale segnaliamo intanto la “Cold Cerecloth” che altro non è se non l’ennesima ragione per attendere il 5 in vista del nuovissimo Beneath The Threshold” degli Austere from-down-under, mentre intorno al 30 degli altri maestri delle release a cadenza annuale noti come Dauþuz riemergeranno dalla miniera con tra le mani l’ultimo nato Uranium” anticipato dalla gustosa “Wüst Die Heimat”, pregna di quel gusto turingio che da solo basta quantomeno a renderci interessati alla cosa.
Si era però iniziato parlando della nostra bella Italia, e a noi va dunque di riprendere quel mood anche perché le anteprime sono finite e cedono quindi il posto ai sempre numerosi anniversari – tra i quali figurano oggi i campioni romagnoli Deadly Carnage, in pole position con la “Drowned Hope” dritta dal da poco decennale Manthe”, senza scordarsi degli inflessibili Metsatöll a cui, prima ancora che per la loro esibizione insieme ai Finntroll il mese prossimo, tributiamo i dovuti applausi per le dieci candeline spente da Karjajuht” e dalla qui presente “Talisman”.
Gli anni Duemila continuano a tenere banco tra le ricorrenze, ma stavolta è la Francia a fare la voce grossa con due nomi alquanto agli antipodi e tuttavia entrambi da riscoprire assolutamente nel caso mancassero da troppo tempo dai vostri impianti: Requiem Tenebrae”, terzo ed ultimo sigillo posto sulla carriera dei Nehëmah vent’anni addietro, placherà la vostra sete di batterie a randello e corde vocali maciullate come si ha il piacere di sentire su “The Great Old Ones”, dopodiché toccherà agli Amesoeurs farvi riscoprire il loro unico, omonimo e da poco quindicenne disco in studio nel quale spicca una fantastica “Heurt” che dovete assolutamente provare, anche se siete di quelli che gli Alcest proprio no. E poi ci sono i mitici anni Novanta, quelli che tutti dicono di amare ma dei quali vengono giocoforza citati sempre quei dieci capisaldi oltre cui, occorre ricordarlo, c’è davvero un mondo sotterraneo di piccole, grandi perle semidimenticate; cosa dire ad esempio degli svedesi The Black, autori tre decenni or sono del debutto The Priest Of Satan” e della sua title-track che adesso ci risentiamo pensando a quanto strada avrebbe fatto quel cantante e chitarrista destinato a diventare Jon Nödtveidt. Noi però siamo sempre un po’ controcorrente, ed al celebrato ’94 per stavolta preferiamo addirittura un 1999 dove davvero chiunque fosse attivo nella scena ha dato veramente il suo meglio a suon di lavori pregiati e soprattutto variegati tra loro. I lettori più accaniti potranno gustarsi qualche retrospettiva in merito quando sarà tempo, ma per il momento la redazione è oltremodo lieta di fare gli auguri di felici venticinque anni prima all’imbattuto esordio dei Manes Under Ein Blodraud Maane”, tutt’oggi uno dei dischi più folli usciti dalla Norvegia come ben sa chi si è goduto una qualsiasi “Uten Liv Ligger Landet Øde”, e poi al Valdr Galga” seconda parte della saga Thyrfing da cui scippiamo “A Great Man’s Return” per una chiusura epica e gloriosa come si confà a gente seria  come quella che frequenta questo portale.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Deadly Carnage“Drowned Hope” (from Manthe”, De Tenebrarum Principio Records 2014)

2. Nehëmah“The Great Old Ones” (from Requiem Tenebrae”, Oaken Shield Records 2004)

3. Brünndl“Vaüchtantèmpel” (from Brünndl III”, Venetic Black Metal Front 2024)

4. The Black“The Priest Of Satan” (from The Priest Of Satan”, Necropolis Records 1994)

5. Metsatöll“Talisman” (from Karjajuht”, Spinefarm Records 2014)

6. Austere“Cold Cerecloth” (from Beneath The Threshold”, Prophecy Productions 2024)

7. Dauþuz“Wüst Die Heimat” (from Uranium”, Amor Fati Productions 2024)

8. Manes“Uten Liv Ligger Landet Øde” (from Under Ein Blodraud Maane”, Hammerheart Records 1999)

9. Amesoeurs“Heurt” (from Amesoeurs”, Code666 Records 2009)

10. Thyrfing“A Great Man’s Return” (from Valdr Galga”, Hammerheart Records 1999)

Michele “Ordog” Finelli

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