Weekly Playlist N.04 (2024)

 

Sapete bene che a noialtri, manipolo di anime dannate cui è stato permesso di scontare il proprio personale purgatorio scrivendo di Black Metal sul web italico, non piace troppo vantarci dei pochi ma significativi risultati ottenuti da Pagan Storm Webzine in tutti questi anni di attività propagandistica, eppure la recente impennata di gradimento sui nostri profili social anche grazie alla magnificenza della scorsa palylist l’abbiamo notata eccome, e seppure ci piaccia di tanto in tanto prendere di sorpresa i nostri tredici lettori per stavolta abbiamo voluto riciclare l’impianto di due settimane fa aprendo con un paio di tracce nuove fiammanti per poi andare ad indagare il passato (non solo) remoto alla ricerca di grandi pezzi inevitabilmente saltati fuori per i loro anniversari.
Due giovedì addietro tuttavia si partiva con un EP dell’anno 2023, mentre invece oggi si guarda orgogliosamente in avanti verso il solstizio d’estate, data perfetta per assaporare come si deve un nuovo album degli Alcest; il rilascio del gran bel singolo “L’Envol” e l’annuncio di un’esibizione a Milano in programma il 16 novembre sono bastati a metterci addosso la smania di ascoltare per intero questo imminente Les Chants De L’Aurore”, un po’ per il nostro amore dichiarato verso l’act francese e un po’ per controbilanciare un avvio dell’annata talmente scuro da aver richiamato a sé i cari vecchi Inquisition. L’affiatata power-couple nordamericana colpisce quindi a tradimento con “Infinity Is The Aeon Of Satan” ricordandoci che il loro nuovo parto Veneration Of Medieval Mysticism And Cosmological Violence”, fenomenale battesimo del fuoco di questo 2024, attende chiunque insista a darli per finiti da dieci anni a questa parte senza nemmeno aver letto cosa ne pensiamo noi infallibili dispensatori di verità metalliche.
Ora, le novità propriamente dette si esauriscono qui ma, se ci pensate, potrete comunque sfruttare i vent’anni appena compiuti da Elixir Of Sorrow” dei beneamati tedeschi Lunar Aurora per ricordarvi del nuovo progetto di Constantin König Kohlrabenschwarz atteso per fine mese, entro il quale ci auguriamo abbiate completato un ripasso dell’opera omnia del culto teutonico a cominciare da “Zorn Aus Äonen” e dalle tastiere accarezzate dall’allora Sindar.
Nel frattempo, i patiti dei Nineties che tanto si sono fatti sentire ultimamente non hanno che da scegliere il loro veleno in mezzo ad un big four equamente diviso tra ’99 e ’94, roba che solo a scriverne si hanno princìpi di capogiro: felici cinque lustri difatti a due capisaldi della Norvegia secondo Peter Tägtgren, grandiosa e barocca come lo sono ancora oggi gli At The Heart Of Winter” e Spiritual Black Dimension” che all’uscita divisero il pubblico, ma delle cui “Tragedies Blows At Horizon” e “United In Unhallowed Grace” difficilmente potremmo fare a meno quando ci sale la voglia di Immortal o Dimmu Borgir; ed ovviamente altre tre decadi e più di gloria imperitura a Vikingligr Veldi”, fascio di luce nera col quale gli Enslaved ci mostrarono a suon di “Heimdallr” cos’era davvero la Terra dei Fiordi all’epoca vichinga; questo mentre qualche parallelo a sud i Samael davano forma alle angosce nascoste tra le montagne svizzere con l’implacabile marcia di “Crown” e di tutto quel macigno di nome Ceremony Of Opposites”.
Chiedere di più sarebbe a dir poco eccessivo, ma da queste parti gli eccessi ci piacciono talmente tanto che dopo il poker appena citato arriva in volata un triplete tutto targato 2009, ed il cui primo vertice parte dalla Francia grazie al Memoria Vetusta II: Dialogue With The Stars” da cui abbiamo ripreso “The Cosmic Echoes Of Non-Matter (Immaterial Voices Of The Fathers)” a ricordo dell’impresa compiuta dai Blut Aus Nord nel tirare fuori un seguito all’altezza dell’originale. Se però a Vindsval nel corso della sua lunga carriera sono stati senz’altro tributati i giusti onori, lo stesso non può malauguratamente dirsi dei finnici Arthemesia che quindici anni fa consegnavano ai posteri il loro secondo ed ultimo full-length a.O.a.”, privando il mondo del metallo nero della classe assoluta ritrovabile nella lunga “Liber Omega (& The Macrocosm Manifest III)” e che tanto avrebbe potuto dare pure in seguito. Mancava un po’ di Svezia prima dei saluti, e basta distrarsi un attimo perché Arioch piazzi senza troppi complimenti gli allucinanti sette minuti di “Anti-Flesh Nimbus”, terrificante chiusura tra paradiso ed inferno del Maranatha” che instillò nei nostri incubi il marchio dei Funeral Mist, tanto che dopo tre lustri ancora quei cori angelici e quelle trombe celestiali mettono addosso la stessa paura di sempre.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Alcest“L’Envol” (from Les Chants De L’Aurore”, Nuclear Blast Records 2024)

2. Inquisition“Infinity Is The Aeon Of Satan” (from Veneration Of Medieval Mysticism And Cosmological Violence”, Agonia Records 2024)

3. Lunar Aurora“Zorn Aus Äonen” (from Elixir Of Sorrow”, The Oath Records 2004)

4. Immortal“Tragedies Blows At Horizon” (from At The Heart Of Winter”, Osmose Productions 1999)

5. Blut Aus Nord“The Cosmic Echoes Of Non-Matter (Immaterial Voices Of The Fathers)” (from Memoria Vetusta II: Dialogue With The Stars”, Candlelight Records 2009)

6. Samael“Crown” (from Ceremony Of Opposites”, Century Media Records 1994)

7. Enslaved“Heimdallr” (from Vikingligr Veldi”, Deathlike Silence Productions 1994)

8. Dimmu Borgir“United In Unhallowed Grace” (from Spiritual Black Dimension”, Nuclear Blast Records 1999)

9. Arthemesia“Liber Omega (& The Macrocosm Manifest III)” (from a.O.a.”, Spikefarm Records 2009)

10. Funeral Mist“Anti-Flesh Nimbus” (from Maranatha”, Norma Evangelium Diaboli 2009)

Michele “Ordog” Finelli

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