Column N.27 – Mgła & Thy Serpent (2019)

 

Essendo uscito a sorpresa ormai (più di) una settimana fa tramite Northern Heritage Records, avrete quasi tutti già ascoltato “Age Of Excuse” dei Mgła almeno un paio di volte. Chi scrive dubita infatti fortemente che qualcuno non abbia quantomeno avuto modo di notare l’uscita del disco, quindi non rimane che consigliarne -intanto- l’ascolto integrale a chi ancora non avesse ancora avuto modo di goderne e di prestare particolare attenzione all’ultimo brano del lotto (capitolo sesto del disco) a tutti gli altri.
L’ultima volta che abbiamo anticipato l’uscita del disco non si aveva peraltro ancora nessun dettaglio al riguardo, nemmeno l’aspetto visivo nel mentre segretamente affidato al team completamente made in Poland formato dal talentuoso Piotr Kurek (per il layout, già nostra conoscenza) e delle mani dell’ormai superstar degli artwork Zbigniew Bielak, effettivamente superatosi nel realizzare una copertina tanto adatta quanto eccezionale e pregna di simbologia e significato. Di quelle così incredibilmente piene di dettagli, piccoli grandi microcosmi tutti da esplorare e svelare col tempo e la parallela concomitanza di ascolti alla musica (similmente a quanto accade con i migliori artwork dei più suggestivi lavori d’arte visiva impiegati ad ornare gli illustri del Progressive Rock degli anni ’60/’70 – ma in versione emotivamente grigia), da sembrare quasi anacronistiche per intenti; di quelle che, per intenderci, ti lasciano con lo sguardo incollato e stimolano inarrestabile il pensiero a galoppare veloce e selvaggio facendoti ritrovare solo qualche minuto più tardi totalmente imbambolato a riflettere sulle associazioni inconscie più intime o impegnato nelle dissezioni analitiche più sfrenate. Un po’ come fanno gli stessi testi della band, o la combinazione con la musica di “Age Of Excuse VI”: portentoso brano di chiusura del disco di una band ormai in evidente stato di grazia.
Di nuovo: si invita chi non avesse ancora provato l’album nella sua interezza a non partire da questo consiglio d’ascolto domenicale – ascoltatelo prima tutto; tutti gli altri invece ascoltino una volta di più quello che è già destinato a diventare un futuro classico, se il mondo è un posto vagamente giusto e dignitoso.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Age Of Excuse I”
2. “Age Of Excuse II”
3. “Age Of Excuse III”
4. “Age Of Excuse IV”
5. “Age Of Excuse V”
6. “Age Of Excuse VI”
/
/
/
/
/
/
/
/
/

Per tutti coloro che, come il sottoscritto, non sono esattamente fan del vinile in quanto formato (meno ancora dei 7″ per brevità, per non parlare degli split in generale per disomogeneità – en plein!) ma sono estimatori o appasionati degli storici, finlandesi Thy Serpent, il secondo brano a cui dona spazio la colonna di oggi potrebbe essere un’autentica sorpresa. Nonostante infatti la sua uscita ufficiale -passata decisamente in sordina, pare- risalga ormai a due mesi fa, è solamente di qualche giorno fa la possibilità di ascoltare anche in rete (o comunque senza l’ausilio di un giradischi) “Impaled By A Thousand Shadows”: brano dedicato a riempire l’interezza della parte dei finlandesi nello split-EP con gli americani Ash Pool (apparentemente con membri dei Departure Chandelier?) uscito ovviamente tramite Kvlt Records dello stesso mister Tenetz; non solo, per rendere ancora più interessante la cosa vale la pena di sottolineare come il pezzo in questione sia il primo segno di vita discografico del gruppo (in ibernazione ma mai ufficialmente scioltosi) da quel “Death”, EP del 2000, che li aveva visti continuare e (a posteriori) esaurire il discorso intrapreso con “Christcrusher” del 1998, allontanandosi ulteriormente dalle atmosfere che resero e rendono grandi classici i primi due indimenticabili capitoli, prima di procedere verso uno iato che suonava più come interruzione definitiva delle attività.
Nell’ultima decina di anni, in silenzio, qualche segnale positivo si è tuttavia susseguito: dapprima, i ritrovi in sala prove e fugaci studio della coppia Tenetz Niemelä con Tarvonen dei Moonsorrow e degli October Falls alla batteria e (solo dall’anno scorso) Rainer Puolakanaho degli Archgoat al basso; poi, all’inizio di quest’anno, i lavori per il rilascio (tramite White Wolf Productions / The Oath) del CD compilation contenente tutto il materiale dei due demo della band “Frozen Memory” ed “Into Everlasting Fire”. I frutti degli smottamenti tra musicisti sembrano finalmente iniziare a maturare, e sebbene non sia affatto chiaro (tantomeno scontato) se i quasi sette minuti di “Impaled By A Thousand Shadows” possano essere visti come ripresa delle attività della rinnovata band, la sorpresa nel trovarsi all’ascolto di quello che con ogni probabilità è stilisticamente il pezzo più Black Metal di sempre del gruppo è tanta. Se a questo aggiungiamo la mano chitarristica di Sami Tenetz combinata al drumming stratosferico (attentissimo agli accenti anche quando aderente ad una proposta più lineare come in questo caso) di Tarvonen, più un interessantissimo utilizzo delle tastiere da parte di Azhemin, il risultato non può che essere consigliatissimo.
Ora, vista una simile resa, non resta che sperare tutto questo sia effettivamente preludio di un full-length prima o poi…

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. Thy Serpent“Impaled By A Thousand Shadows”
2. Ash Pool – “Dogs Rape Her”
/
/
/
/
/

/
/
/
/
/

/

Matteo “Theo” Damiani

Precedente Pagan Storm News: 06/09 - 12/09 Successivo I Concerti della Settimana: 16/09 - 22/09