Column N.12 – Árstíðir Lífsins & Månegarm (2019)

 

Il 26 aprile si avvicina a grandi passi; meno di cinque giorni e potremo infatti ascoltare integralmente entrambi gli album da cui i due brani della settimana inclusi nella colonna di oggi sono estratti in anteprima.
Secondo incontro quindi negli ultimi sette giorni innanzitutto per gli islandesi Árstíðir Lífsins che, a stretto giro di boa dopo l’elettrizzante “Morðbál Á Flugi Ok Klofin Mundriða Hjól”, ne propongono inaspettatamente un altro con “Stǫng Óð Gylld Fyr Gǫngum Ræfi” e confermano così tutte le impressioni rispetto a quello che sarà il loro ambizioso primo capitolo di un doppio album (concettualmente legato) che vedrà le due mastodontiche parti di cui è composto uscire separate da sei mesi; anche le impressioni stilistiche sono spuntate, perché per tanto interessante e originale che sia già il progetto fin dalla carta, non da meno risulta esselo l’approccio più cupo che i nostri sembrano aver sviluppato in “Vápn Ok Viðr” (Ván Records) a giudicare dalle due corpose anteprime. In ben undici minuti, questa volta, il trio islandese dà il meglio di sé partendo dalle partiture decisamente più Black Metal del solito che avevano già caratterizzato il precedente brano, così minacciose, incendiarie e sulfuree sia quando ultra lente che slanciate in velocità, per svilupparle però prima in una declinazione dei loro modi che raggiunge oscuri picchi ritualistici dal sapore iniziatico, e poi sfociare nella grandiosità malinconica del folklore antico, arcano, oscuro, inconfondibile ma difficilmente descrivibile, che i nostri sono soliti mettere in musica.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Fornjóts Synir Ljótir At Haddingja Lands Lynláðum”
2. “Sundvǫrpuðir Ok Áraþytr”
3. “Morðbál Á Flugi Ok Klofin Mundriða Hjól”
4. “Líf Á Milli Hveinandi Bloðkerta”
5. “Stǫng Óð Gylld Fyr Gǫngum Ræfi”
6. “Siðar Heilags Brá Sólar Ljósi”
7. “Vandar Jǫtunn Reisti Fiska Upp Af Vǫtnum”

8. “Fregit Hefk Satt”
9. “Haldi Oss Frá Eldi, Eilífr Skapa Deilir”

 

Data, non confinata e non scontata la premessa Árstíðir Lífsins, sembra essere il caso che il 26 aprile sia prossimo ad essere ricordato come il nuovo 8 giugno 793 oppure, più semplicemente, quel giorno in cui sono piovuti sangue, mitologia e storia scandinavo-nordica extra-continentale manco fossimo stati a Lindisfarne – perché dalle coste svedesi anche i veterani Månegarm sono intenzionati a ribadire la loro con forza, ispirazione ritrovata e scudi ben alzati (se non dovessero bastarvi questi due nomi, comunque, anche la Norvegia farà parte del gioco a suo peculiare modo con gli Helheim).
Giusto qualche settimana fa il terzetto aveva riconfermato in “Hervors Arv” lo stato di grazia spiattellato nell’epica sanguinolenta e tirata di “Sveablotet”, mostrandosi ispiratissimo anche sul suo versante più melodico, trascinante e smaccatamente catchy – ma non sarà apparentemente da meno neanche quello più lento, malinconico, intimista e squisitamente tradizionale che il gruppo ha anticipato giusto due giorni fa in “Ett Sista Farväl”: eccellente brano di gran gusto in cui l’uso decisamente importante del violino, la partecipazione di Ellinor Videfors e l’atmosfera generalmente più cadenzata e contenuta, ma comunque in qualche modo ottima proprio a chiudere il cerchio di diversità e varietà che andremo a trovare in “Fornaldarsagor” (Napalm Records) vista e considerata la grande capacità ad indurirsi ed inasprirsi senza sforzi, mostrano la band all’apice delle sue forze coprire con tre brani gran parte del suo stile mostrato negli anni e farlo al meglio. Premesse insomma più che intriganti per quel che sarà il nono album del gruppo di Norrtälje, nonché un’ottima occasione per riascoltarseli al top.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Sveablotet”
2. “Hervors Arv”
3. “Slaget Vid Bråvalla”
4. “Ett Sista Farväl”
5. “Spjutbädden”
6. “Tvenne Drömmar”
7. “Krakes Sista Strid”
8. “Dödskvädet”
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Matteo “Theo” Damiani

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