Weekly Playlist N.36 (2022)

 

E infine eccoci qui, giunti al terzultimo giorno di un’annata abbastanza complessa la cui chiusura è stata senza girarci troppo intorno parecchio anticlimatica qui da noi, tra rinvii e pause alternatisi tra i vari uffici della premiata ditta Pagan Storm Webzine: evidentemente, mentre il resto dell’ambiente gioiva per il ritorno definitivo dei concerti ed altre quisquilie post-pandemiche comunque utili allo scopo di scordare per qualche attimo le oscenità del mondo circostante, il 2022 sembra invece aver riservato allo staff (peraltro nel mentre assottigliatosi) una serie di traversìe d’assortita natura e gravità capaci forse di farci riconsiderare ciò che facciamo, ma al contempo ben lungi dallo scalfire il cuore nero che nei nostri deboli corpi palpita sempre al ritmo di corrotte ballate in onore del Maligno.
Tra le tante sentite e anche pur sempre apprezzate nell’arco di dodici mesi, in poche possono in realtà fregiarsi dell’onore di averci sul serio conquistato – ed in ancora meno di averlo fatto con la stessa forza, velocità ed insieme eleganza del Með Hamri” sparato fuori all’ultimo dai Misþyrming. Per i giovani islandesi ormai la gloria è assicurata anche presso il sempre difficile pubblico Black Metal italico, con tutta probabilità aiutato dal clamoroso annuncio dello squadrone di Reykjavík al prossimo Frantic Fest in tandem con gli altri portabandiera della meglio gioventù europea White Ward, ed il loro ingresso odierno sulla semi-omonima cavalcata “Með Harmi” è quello dei futuri re giunti a reclamare il titolo, e magari bagnare di rosso le spade nel frattempo. A breve distanza, sull’onda di un dicembre comunque ad oggi molto generoso nel concedere un finale d’anno tutt’altro che noioso, si accoda alla razzia il reparto armato Hate Forest, ansioso di sbrigare il lavoro sporco con la delicatezza tutta ucraina del nuovo album Innermost” che vi possiamo proporre, o imporre, sempre in quantità limitata per la vostra sicurezza, attraverso la tempestosa “By Full Moon Light’s Alone The Steppe Throne Can Be Seen”.
Le mutilazioni continuano per il sollazzo della folla, e tra pugnali e martelli c’è spazio anche per l’alabarda deliziosamente retrò brandita da V-KhaoZ sul pepato artwork di Natt Av Tusen Dödsfall”; unitosi al contingente novembrino in ottima compagnia, l’esordio del progetto Sorgetid ci riserva durante “Svarta Stormar Av Djurisk Vrede” (ma pure negli altri pezzi) la prevedibile quanto gustosa zuppa di chitarre urlanti e frequenze abrasive, provvedendo insomma a garantire i valori nutrizionali necessari affinché l’amante di certi suoni possa affrontare al meglio la giornata specie sotto le feste. Lievemente più accessibili e tuttavia saldi sul loro mattone di rancore ed avversione verso qualunque cosa respiri, sono gli americani Häxanu a chiudere la quaterna di novità di oggi fissando per il prossimo febbraio l’uscita del secondogenito Totenpass”, e lasciando come caparra il sapore parecchio europeo della trascinante “Death Euphoria”.
Stanno giustappunto prendendo forma i vari calendari relativi al 2023, ormai sul sito pubblicati (qui, qui, e anche qui), insieme ovviamente alle temute top 20 le quali terranno banco sui nostri profili social più di tutti gli altri articoli vergati con fatica durante l’anno; ed insieme al crescente schedario sulle pubblicazioni venture, le nostre forze sono attualmente concentrate sul ricettacolo di anniversari che incontreremo da qui a dodici mesi. Prima di esse tuttavia abbiamo le ultime sei ricorrenze appena occorse, tre delle quali straight outta ’07 come tanti altri capolavori già riascoltati durante il 2022, e che andiamo a enumerare in una escalation di disperazione esistenziale non indifferente: si parte tutto sommato leggeri con Galgenfrist” di Nortt, monolite nero i cui otto minuti abbondanti intitolati “Til Gravens Vi” mettono da soli in fuga le anime belle non ancora assorbite dal buco nero musicato dal solitario danese, mentre sfiora i nove minuti la risposta italiana “Marcia Del Sole Notturno” i cui mutamenti continui sono giusto un assaggio della versatilità messa dal nostro Movimento D’Avanguardia Ermetico in ogni fibra del preziosissimo Lacrime Degli Dei”. Se però esiste un disco su cui distruggersi l’anima quando non direttamente il corpo allora questo è Il Était Une Forêt…” dei canadesi Gris, straordinario seppure ancora sottostimato esempio di arte totale dove tutto, dagli arpeggi puliti ai misteriosi campionamenti fino alla voce realmente disumana, riconduce all’idea di dolore difficile ma necessaria a questo tipo di arte, tanto su “Veux-Tu Danser?” quanto sugli altri cinque maestosi capitoli.
Riemersi dal triunvirato della negatività della vita moderna, la strada verso il precipizio è lastricata invece dall’odio ancestrale che, in tempi antichi, servì da seme gettato in sconsacrata terra svedese per far nascere mostruosità i cui ruggiti risuonano ancora oggi, in una forma o nell’altra. I Marduk, ad esempio, nati parecchio diversi da ciò che conosciamo oggi, continuano a spadroneggiare sui palchi di tutto il mondo nonché ad incidere album come quello che potremo finalmente ascoltare il prossimo anno – sicché fa sempre piacere ritornare al 1992 dove la brigata capitanata dal diciannovenne Evil sfornava il debutto Dark Endless” infilandoci in mezzo una “The Sun Turns Black As Night” già alquanto promettente; il Diavolo tuttavia aveva già messo piede a Stoccolma un lustro prima, quando una banda di scappati di casa noti alle forze dell’ordine locali come Morbid terrorizzava il vicinato sulle note di pezzi storici tipo “From The Dark” poi messi su nastro col titolo di December Moon”, introducendo al mondo un vocalist biondo e taciturno del quale avremmo presto sentito parlare. Sarà però la Norvegia del 1997 ad avere l’ultima parola, o meglio l’ultima preghiera pagana proferita dai suoi araldi Hades prima della metamorfosi in Almighty orchestrata dal violino che venticinque inverni or sono sigillava The Dawn Of The Dying Sun”, e che oggi ci dà appuntamento al di là dello specchio magico, dove luce ed ombra non differiscono…

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Misþyrming“Með Harmi” (from Með Hamri”, Norma Evangelium Diaboli 2022)

2. Nortt“Til Gravens Vi” (from Galgenfrist”, Avantgarde Music 2007)

3. Sorgetid“Svarta Stormar Av Djurisk Vrede” (from Natt Av Tusen Dödsfall”, Werewolf Records 2022)

4. Marduk“The Sun Turns Black As Night” (from Dark Endless”, No Fashion Records 1992)

5. Movimento D’Avanguardia Ermetico“Marcia Del Sole Notturno” (from Lacrime Degli Dei”, The Oath Records 2007)

6. Hate Forest“By Full Moon Light’s Alone The Steppe Throne Can Be Seen” (from Innermost”, Osmose Productions 2022)

7. Häxanu“Death Euphoria” (from Totenpass”, Amor Fati Productions 2023)

8. Gris“Veux-Tu Danser?” (from Il Était Une Forêt…”, Sepulchral Productions 2007)

9. Morbid“From The Dark” (from December Moon” (Demo), Autoprodotto 1987)

10. Hades“Pagan Prayer” (from The Dawn Of The Dying Sun”, Full Moon Productions 1997)

Michele “Ordog” Finelli

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