Weekly Playlist N.26 (2020)

 

Le spiagge tornano ad affollarsi mentre in redazione soltanto playlist e breaking news proseguono la loro nefanda opera di programmatica propaganda musicofila a scadenza settimanale (ancora per un po’ necessariamente orfana di concerti del lunedì e, fino al prossimo trimestre che inaugurerà la seconda stagione dell’anno, anche di nuovo disco approfondito del martedì); poco male in realtà, anche se l’estate 2020 non sta certo lesinando in quanto a materiale su cui cianciare ben oltre il necessario presso questi lidi.
Prima però di darci alla pazza gioia con frutta fresca e verdura marcia (citando i Dead Kennedys, così ci riabilitiamo dalla roba un po’ pruriginosa che ascolteremo tra poco), consentite a noi bambinoni troppo cresciuti di stappare lo champagne per festeggiare il ritorno dei Finntroll con il prossimo Vredesvävd”. Seppure (non) sia (forse poi così) sbagliato fare congetture prima del 18 settembre, la copertina darkettona ci fa ripensare a quelle volte in cui i funamboli finnici hanno flirtato con le sonorità più estreme del loro DNA dando alla luce dischi fantastici, tra i quali spicca senza dubbio l’indimenticabile esordio del 1999 Midnattens Widunder” dove c’è la bestiale quanto atipica “Bastuvisan” – partenza a sorpresa nonché fulminante, quindi, che cede il palco ad un battaglione di ragazzacci oggi a loro volta alle loro prime prove iniziando con un paio di nomi che si aggiungono ai bei prodotti usciti dall’Italia in questo singolare periodo. I sempre più numerosi focolai e le sempre più rare mascherine in giro per il paese annunciano che il momento è propizio per una nuova ondata di terrore, e lo hanno capito Prison Of Mirrors e Fordomth a giudicare dall’aria che tira nei loro dischi estivi: il già ascoltabile esordio De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum Abysso” (in pubblicazione fisica rimandata per motivi forse ormai ovvi a Ferragosto, perché tra un virus e l’altro non si è mai troppo sicuri di non vendere manco una copia) ci presenta dei campani che alle esilaranti minacce su carabinieri e lanciafiamme preferiscono i fatti, ossia gli undici minuti di delirio in “Sigils For The Ritual Exhumation”; i siculi poi abbassano il minutaggio ma non certo il tiro sparando fuori “Scire”, singolo frantuma-crani dal secondogenito appena pubblicato Is, Qui Mortem Audit”. Da dei sempre più sbandati Stati Uniti d’America arriverà invece, in data 28 agosto, il sophomore record dei losangelini Cultus Profano, tra i progetti maggiormente interessanti al momento se si vive per la vecchia scuola tirata a nuovo: a sentire “Cursed In Sin, Op. 25”, traccia di apertura nel nascituro Accursed Possession”, viene senz’altro da prendersi bene e rovesciare un paio di statue di gente morta mille anni fa, quindi per noialtri qui è tutto ok. Il top però lo raggiungiamo con il finale di puntata, affidato ai picconi dei grandi Dauþuz e ai venti minuti che chiudono il loro mini nuovo di pacca Grubenfall 1727″: i tedeschi, inutile specificarlo, confermano il loro stacanovismo terminale con quello che non solo è il pezzo più lungo della loro carriera, ma anche uno dei diamanti più splendenti ad oggi mai estratti dal duo, battezzato “Die Letzte Fahrt”.
Nel giro di una sola raccolta avete dunque quattro nuovi eccellenti lavori, tre dei quali or ora già rilasciati e uno in arrivo a brevissimo, tutti perfetti per animare le gite al mare o in montagna, ma ogni tanto va bene concedersi pure qualche classico ripreso dallo scaffale senza alcuna ragione che non siano i bei ricordi legati alla propria musica preferita: l’amarcord di oggi inizia dalla Francia del 2007, anno di concepimento di Folkfuck Folie” da parte dei compagnoni Peste Noire, con cui facciamo due salti sulle note “D’Un Vilain” assieme all’algerino che vende occhiali contraffatti sulla riviera romagnola. L’acido suono delle sei corde di Famine (e di Neige, ma non raccontatelo in giro) lascia poi il posto alla pesantezza inconsulta portata nel 1994 dagli svizzeri Samael nei solchi di Ceremony Of Opposites”, il quale ci prende a testate coi riff della sempre appropriata “Mask Of The Red Death”.
Era da tempo immemore che non ci buttavamo in realtà sull’epoca aurea di metà anni Novanta, e anche se i progressisti come noi odiano ammetterlo certi classici andrebbero effettivamente ripassati a cadenza regolare nelle proprie mura; tanto più che solo durante questa settimana hanno compiuto venticinque anni esatti tre bombazze griffate 1995 (con una quarta in arrivo la prossima), motivo per cui ora piaccia o meno ci si becca un triplete davvero d’altri tempi: Norvegia ’95 vuol dire Fenriz, e tra le cose migliori incise dall’ancora non troppo allegro polistrumentista in quella prolifica stagione c’è senza dubbio il mitico Høstmørke”, insuperato manifesto della poetica di Isengard e del Viking/Pagan/Folk tutto espressa nelle melodie arcaiche e maestose di “I Kamp Med Kvitekrist”. A raccogliere il testimone fatto di tendenze folkloristiche e nazionalismo più o meno latente sono i Nokturnal Mortum, adesso monarchi assoluti del genere ma allora agguerriti novizi con all’attivo soltanto un corposo demo chiamato Twilightfall”, ancora lontano da fasti e anche stile che li avrebbero contraddistinti dal successivo in avanti ma dove spiccava già il gusto degli ucraini per l’acustico grazie ad una gemma incastonatavi come “Where Rivers Flow Into The Seas”: per la cronaca è pure tornato Wortherax (che vi suonò, così come nel leggendario “Lunar Poetry”) in formazione assieme a Karpath (che invece ha giusto giusto suonato su “Goat Horns” e “To The Gates Of Blasphemous Fire”…) a rinnovamento inaspettato di una band che sembra prepararsi ad un nuovo inizio, e questo 2020 è migliorato giusto un pochino. E per rispettare infine il mood atmosferico imposto da questi due act clamorosi abbiamo scelto la quasi band-song “Mörkrets Gryning” in rappresentanza dell’indimenticato (e giustamente onnipresente in questa rubrica) Tusen År Har Gått…”, in modo da chiudere l’articolo introduttivo celebrandolo e mettendo in mostra tutte le qualità degli svedesi Mörk Gryning che speriamo di sentire anche nel fantomatico nuovo album, non appena uscirà… Nell’attesa...

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Finntroll“Bastuvisan” (from Midnattens Widunder”, Spikefarm Records 1999)

2. Prison Of Mirrors“Sigils For The Ritual Exhumation” (from De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum Abysso”, Oration Records 2020)

3. Peste Noire“D’Un Vilain” (from Folkfuck Folie”, De Profundis Éditions 2007)

4. Isengard“I Kamp Med Kvitekrist” (from Høstmørke”, Moonfog Productions 1995)

5. Cultus Profano“Cursed In Sin, Op. 25” (from Accursed Possession”, Debemur Morti Productions 2020)

6. Samael“Mask Of The Red Death” (from Ceremony Of Opposites”, Century Media Records 1994)

7. Nokturnal Mortum“Where Rivers Flow Into The Seas” (from Twilightfall” (Demo), SMS Factory 1995)

8. Fordomth“Scire” (from Is, Qui Mortem Audit”, Auric Records 2020)

9. Mörk Gryning“Mörkrets Gryning” (from Tusen År Har Gått…”, No Fashion Records 1995)

10. Dauþuz“Die Letzte Fahrt” (from Grubenfall 1727″ (EP), Amor Fati Productions 2020)

Michele “Ordog” Finelli

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