Weekly Playlist N.05 (2023)

 

A prescindere da se crediate o meno a simili frivolezze new age, la frizzante arietta primaverile alle volte ha il potere di farci fare piazza pulita di dilemmi non poi così importanti e ridurre tutto alle cose che contano sul serio, prima tra tutti la musica che in ogni sua forma o formato ci può sempre aiutare a tenere la barra dritta. Ovvio che, essendo noialtri gentaglia di pessimo gusto e abitudini pure peggiori, il nostro campo ben recintato di suoni mefistofelici sia forse meno quantitativamente ricco e mediaticamente esposto; eppure, grazie al proverbiale fiuto da più parte invidiatoci, Pagan Storm Webzine ha ogni volta in ballo almeno un paio di ottimi motivi per continuare a prestare orecchio al lato oscuro ed è quindi ben lieta di condividerle in sede di playlist con gli affiliati in giro per lo Stivale o anche oltre.
Con buona pace poi delle limitazioni dovute anche alla cadenza bisettimanale a cui ancora non siamo così abituati, oggi pensate che di novità ve ne portiamo un tris completo a cominciare dalla “Behind The Mirror” la quale, aprendo in grande stile un lavoro eterogeneo ed ardito come Heimdal”, non può non figurare in testa questo giovedì facendoci ancora una volta ringraziare quei mitologici esseri degli Enslaved per la loro dedizione alla causa dell’Arte a sette note. Alla certezza incrollabile rappresentata dai nostri prodi norvegesi fanno seguito nel presente trio altre due casistiche le quali fa sempre estremamente piacere osservare: parliamo di gente che sembra essere finalmente tornata ai livelli di un tempo, come potrebbe essere avvenuto ai nostrani Blaze Of Sorrow pronti a farci ascoltare per intero il nuovo Vultus Fati” questo fine mese, e dimostrare così che gli impegnativi paragoni col mai rimosso Echi” fatti sulle note di singoloni tipo “Nel Vento” non sono forse fantascienza; e c’è spazio pure per nuove sensazioni da noi (e non solo, ci mancherebbe) anzitempo scoperte come è stato coi Blodtår, combriccola svedese prossima all’esordio su full-length di nome Det Förtegna Förflutna” ma che a poco meno di un mese dal fatidico 21 aprile già sconvolge gli addetti ai lavori diffondendo in anteprima una “Den Fördärvande Sorgbundenheten”.
Persi tra le gioie dell’avanguardismo spinto, dell’intransigenza melodica e della violenza senza ragioni o scuse, i gentili clienti ora all’ascolto si ricompongano al più presto in attesa dell’infilata di anniversari che ogni due settimane spadroneggiano per forza di cose ormai in scaletta, sulle ali dell’unico tipo di nostalgia a cui ci sentiamo di contribuire. Gli altri infedeli là fuori si svegliano nella notte e singhiozzano nel rimpianto dei vent’anni, mentre al contrario siamo pronti a scommettere che sia Moonsorrow che Darkthrone, nel bene come nel male, tirino avanti senza curarsi neanche tanto di quanto nel 2003 abbiano fatto macelli Kivenkantaja” e Hate Them”, come dimostrano le “Det Svartner Nå” ed “Unohduksen Lapsi” prontamente rispolverate in tabella di marcia.
Le vichingate giovanili prima della sublime maturità dei finlandesi non possono non farci tornare in mente il simile arco evolutivo degli svedesoni dal cuore impavido Thyrfing, loro debuttanti invece venticinque inverni addietro col gioiello omonimo contenente la clamorosa “Vargavinter”, mentre nel ’98 le rasoiate dei ritrovati norvegesi le abbiamo sostituite col disagio impellente e tedesco di Sardonischer Untergang Im Zeichen Irreligiöser Darbietung” (o magari preferite il piccante acronimo?) messo su disco dai Bethlehem a suon di “Luftstehs’lbläh”.
Dovessimo tuttavia chiedere allo sprizzagioia Jürgen Bartsch da dove abbia preso quei suoni e quei ritmi, è difficile che tra i mille nomi citati non ci sia un certo Varg Vikernes ed il poker da lui consegnato al mito durante la prima metà dei Nineties; cinque in realtà, se contiamo quell’Aske” pubblicato tre decenni precisi or sono e che, a giudicare da quanto spacchi dopo tutto questo tempo una qualunque “Stemmen Fra Tårnet”, merita davvero festeggiamenti in tutto il reame.
In coda al maelstrom di frequenze distorte che ha allietato l’ennesimo tedioso giovedì, a dominare è la Finlandia col suo gusto melodico irreplicabile il quale ha avuto un picco critico nel lussuoso 2013 grazie ad October Falls e Finntroll. Accoppiata solo in apparenza azzardata, sia in merito al materiale umano sia per sensazioni che i primi e talvolta pure i secondi sono capaci di evocare, “The Verge Of Oblivion” dal megalitico The Plague Of A Coming Age” seguita dalla “Midvinterdraken” in rappresentanza di un Blodsvept” tutt’oggi disumano creano dieci minuti di magia squisitamente finnica, di quelle che se ne sentissimo un po’ più spesso in giro non avremmo mica bisogno di metaversi e altre corbellerie. Per il momento però accontentiamoci di questo, e nähdään kahden viikon kuluttua, paskiaiset

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Enslaved“Behind The Mirror” (from Heimdal”, Nuclear Blast Records 2023)

2. Moonsorrow“Unohduksen Lapsi” (from Kivenkantaja”, Spikefarm Records 2003)

3. Thyrfing“Vargavinter” (from Thyrfing”, Hammerheart Records 1998)

4. Blaze Of Sorrow“Nel Vento” (from Vultus Fati”, Eisenwald Tonschmiede 2023)

5. Darkthrone“Det Svartner Nå” (from Hate Them”, Moonfog Productions 2003)

6. Blodtår“Den Fördärvande Sorgbundenheten” (from Det Förtegna Förflutna”, Nordvis Produktion 2023)

7. Burzum“Stemmen Fra Tårnet” (from Aske” (EP), Deathlike Silence Productions 1993)

8. Bethlehem“Luftstehs’lbläh” (from Sardonischer Untergang Im Zeichen Irreligiöser Darbietung”, Red Stream, Inc. 1998)

9. October Falls“The Verge Of Oblivion” (from The Plague Of A Coming Age”, Debemur Morti Productions 2013)

10. Finntroll“Midvinterdraken” (from Blodsvept”, Century Media Records 2013)

Michele “Ordog” Finelli

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