Column N.20 – Wolves In The Throne Room & Celeste (2017)

 

Il ritorno insperato! No, non sto parlando di Columns, anche se effettivamente complice il pessimo livello qualitativo dei brani rilasciati nelle ultime settimane non ho avuto davvero nulla da farvi ascoltare. Mi riferisco, tuttavia, in particolar modo ai talentuosi Wolves In The Throne Room, che torneranno il prossimo 22 settembre con “Thrice Woven” per la loro nuova label Artemisia Records.
Non solo ritornano discograficamente. Ma ritornano anche a fare Black Metal! Dopo l’inevitabile traguardo artistico del disco Ambient per la formazione Black matura che si rispetti, timbrato anche dai Nostri, evidentemente espediente impossibile da aggirare per i molti irreparabilmente traviati dalla leggenda di Burzum, i lupi di Olympia sono tornati a fare sul serio (possiamo ammetterlo ora?) e ce lo dimostrano subito con lo splendido estratto “Born From The Serpent’s Eye” svelato ad inizio settimana.
I nove minuti che state per ascoltare sono concentrati in quella che sarà l’opener del disco, un brano talmente ricco da risultare già quasi un piccolo mondo a sé stante: una varietà e quantità di idee da riempirci intere discografie di altri act sfortunatamente sforniti del bacio di una così fervida musa ispiratrice. Inaspettatamente, la band non guarda al monumentale “Celestial Lineage” e nemmeno ulteriormente indietro, ricondensando e reinventando il suono (anche) in luce della più recente sperimentazione di liquido Ambient, carico di misticismo ma arricchendosi, di contrappunto, persino di partiture ben più aggressive e furenti di quelle a cui ci hanno abituati. La sezione affidata alla soave ugola della bravissima Anna Von Hausswolff fa sul serio il resto. Fantastici.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Born From The Serpent’s Eye”
2. “The Old Ones Are With Us
3. “Angrboda”
4. “Mother Owl, Father Ocean”
5. “
Fires Roar In The Palace Of The Moon
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Blackened Hardcore? Post-Hardcore/Sludge con picchi Black Metal? Come volete, i Celeste a fasi alterne rappresentano una fresca soluzione, per certi versi dalla propulsione fortemente evolutiva in toto, per un genere spesso stanco e tendente al riciclo. La band francese ci dimostra di che pasta è fatta con “Cette Chute Brutale”, prima canzone in anteprima (e anch’essa opener!) dal quinto full-length “Infidele(s)” in arrivo sugli scaffali a fine settembre per Denovali Records.
La rivelazione di Lione riprende il suono opprimente del precedente doppio album “Animale(s)” (2013) e lo carica ulteriormente di nero e di spessore, creando un brano annichilente, negativo, pesante ma anche discretamente più lineare di ciò che era recentemente stato sviluppato dai sorprendenti creatori di “Misanthrope(s)”. Con una composizione più dritta al punto e immediata del talvolta troppo prolisso (seppur ambizioso, va riconosciuto) ultimo capitolo, “Cette Chute Brutale” riprende il crudo discorso Celeste senza particolari stravolgimenti stilistici ma pur sempre con picchi d’interesse per chi ha amato il quartetto transalpino fino ad oggi. E, forse, anche per chi l’ha sempre trovato a tratti troppo inconcludente.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Cette Chute Brutale”
2. “Comme Des Amants En Reflet”
3. “Tes Amours Noirs Illusoires”
4. “Sombres Sont Tes Déboires”
5. “À La Gloire Du Néant”
6. “Sotte, Sans Devenir”
7. “(I)”
8. “Entre Deux Vagues”
9. “De L’Ivresse Au Dégoût”
10. “Sans Coeur Et Sans Corps”
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Matteo “Theo” Damiani

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