Column N.19 – Abigor & Grima (2019)

 

Per tutti quelli che, come il sottoscritto, erano rimasti intrigati e terribilmente incuriositi alla scoperta dell’esistenza di due brani orginariamente scritti, registrati e prodotti per “Höllenzwang – Chronicles Of Perdition” ma -poco prima della pubblicazione- tagliati via dal disco dalla stessa band per motivazioni concettuali e di riuscita complessiva (poi per questo pubblicati nello shape-vinyl a forma di logo che accompagnava l’uscita del full-length giusto un anno fa), così come per coloro i quali hanno il CD come formato di riferimento e sentivano quindi la mancanza di tutto quel materiale (a conti fatti non così cospicuo in numeri ma decisamente non trascurabile ad ugual modo) che gli Abigor avevano negli anni totalmente riservato ad uscite minori in vinile; la storica formazione di Vienna ormai giunta al suo venticinquesimo anno di attività ha encomiabilmente lavorato alla realizzazione di una gustosa compilation che comprende, per la prima volta su compact disc, in modo semplice per intenti quanto interessante per risultato, tutti i pezzi pubblicati unicamente su vinile dal 2013 ad oggi – e più.
“Four Keys To A Foul Reich – Songs Of Pestilence, Darkness And Death” (fuori ora per Avantgarde Music) include la bellezza di sedici (!) brani fino a questo momento quasi o completamente inediti ai fan acquirenti di formati altri rispetto al vinile, raggruppando pertanto (nella prima parte) tutto il materiale pubblicato in “Supreme And Immortal Is The Art Of The Devil” (per intenderci, i due brani del periodo “Supreme Immortal Art” missati e proposti con nuove vocals di Silenius nel 2013), la fantastica versione 2016 di “Kingdom Of Darkness” (comprensiva delle strumentali di “Severance” e “Celestial” esattamente come da EP fisico, più “Eerie Constellation”) e chiaramente la famigerata coppia “Black Icarus” e “Metamorphosis” originariamenta pensate e realizzata per “Höllenzwang”; chiude il cerchio (nella seconda parte) l’aggiunta dell’intera versione strumentale (e senza tastiere) di “Supreme Immortal Art” del 1998, ma così come originariamente registrata al suo terzo giorno di studio nel 1997 (differente rispetto all’album del 1998 anche per l’ordine di tracklist).
Insomma, potevamo astenerci o trattenerci dall’ascoltare (e dal farvi finalmente ascoltare) “Black Icarus”? Come annusato e previsto da quel brevissimo snippet di anteprima che la band creò in fase di promozione dell’album, il pezzo non avrebbe affatto sfigurato qualora incluso in “Höllenzwang”, tutto il contrario; rimane infatti anche se escluso un ascolto semplicemente immancabile per chi apprezza l’operato del gruppo – così come il resto della raccolta di raro materiale nonché assoluto interesse (a tal proposito, per i più fanatici, la band ha anche appena reso disponibile all’ascolto digitale una versione strumentale dell’ultimo full-length appositamente realizzata e in varie parti diversamente missata dall’originale, o con elementi inediti e alternativi, qui).

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Supreme And Immortal”
2. “Soil Of Souls”
3. “Kingdom Of Darkness”
4. “Severance”
5. “Celestial”
6. “Eerie Constellation”
7. “Black Icarus”

8. “Metamorphosis”
9. “Satan In Me (Instrumental)”
10. “Supreme Immortal Art (Instrumental)”
11. “Blood And Soil (Instrumental)”
12. “Magic Glass Monument (Instrumental)”
13. “The Spirit Of Venus (Instrumental)”
14. “Eclipse My Heart, Crown Me King (Instrumental)”
15. “Soil Of Souls (Instrumental)”
16. “Exhausted Remnants (Instrumental)”

 

Nel frattempo in Russia, più precisamente nella tundra siberiana, i Grima si preparano alla pubblicazione del loro terzo full-length: Naturmacht Productions, forte della stampa del già interessante “Tales Of The Enchanted Woods” del 2015 (da recuperare per chi si approcciasse oggi allo stile della band), rilascerà il 3 agosto anche “Will Of The Primordial”.
Si può già comodamente preannunciare che il nuovo sforzo del duo si candida ad essere quello della maturazione definitivamente avvenuta per il progetto Grima sia in stile che in scrittura; in che modo questa sia stata raggiunta non è ancora il luogo per dirlo, ma la buona notizia per chi (giustamente) non si fidasse sulla parola è che non avrà da aspettare un mese e passa per iniziare a pregustarsi la grande evoluzione dei gemelli Sysoev dato che i due hanno prontamente fornito uno spicchio della torta in anteprima con “Enisey” (due spicchi, invece, se aggiungiamo l’altrettanto convincente opener “Siberian Sorrow”, tuttavia riservata ai fruitori di Apple Music).
I quattro minuti e mezzo di fitta atmosfera intessuta nel solenne mid-tempo che i Nostri scelgono come anteprima nelle vesti del quinto brano che impreziosirà “Will Of The Primordial”, anche se non così tanto o così smaccatamente folkloristici quanto il gruppo dimostra di essere -pregevolmente- in altri suoi episodi (e pertanto, probabilmente, non totalmente rappresentativa in stile o ritmi come anteprima), consegnano all’ascoltatore un risultato emozionante che per anima e profondità di arrangiamenti non può mancare di fare breccia sia nei cuori di chi mastica Black Metal intriso di materia Folk per predilezione, che in quelli di coloro i quali sono sempre alla ricerca di frutti personali e originali dall’albero dell’Atmospheric Black più epico e sontuoso; in questo caso perfettamente capace di ritagliarsi un posto preciso e davvero tutto suo nel panorama est-europeo.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Siberian Sorrow”
2. “The Shrouded In Darkness”
3. “Leshiy”
4. “Spiritual Emptiness”
5. “Enisey”
6. “Blizzard”
7. “Howl At Night”
8. “Rest In The Snow”

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Matteo “Theo” Damiani

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