Column N.16 – Deathspell Omega & Misþyrming (2019)

 

Colonna a specchio quest’oggi: due brani da due dischi rilasciati in settimana e completamente ascoltabili online, usciti lo stesso giorno, entrambi fuori per Norma Evangelium Diaboli ed entrambi -neanche a dirlo- ad opera di due tra i nomi più attesi dell’anno in ambito Black Metal.
Ma non finisce qui: tutti e due gli album con moltissime sorprese pronte e apparecchiate in tavola.
Partiamo senza indugi dai Deathspell Omega – e come potrebbe essere diversamente con la pubblicazione di un lavoro della caratura di “The Furnaces Of Palingenesia”? Ne parleremo meglio e ben più approfonditamente in altri articoli a breve, ovviamente, e nel frattempo avrete senz’altro occasione di ascoltarlo tutto, ma in caso non abbiate ancora avuto il piacere di scoprirlo da voi il titolo di primo assoluto fra i brani migliori della settimana (e ben oltre) spetta sicuramente a “Renegade Ashes”: il lato più inquietante di sempre dei Deathspell Omega servito su un piatto d’ardesia lavorata? Costruzione magistrale da conto, probabilmente non solo. Va comunque ammesso che è difficile rispondere con assoluta univocità ad una simile domanda in un simile caso, ma basta anche l’ascolto del solo nono brano in tracklist per porre il settimo full-length della band in una sicurissima pole position alla conquista dell’apparentemente assai improbabile titolo.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Neither Meaning Nor Justice”
2. “The Fires Of Frustration”
3. “Ad Arma! Ad Arma!”
4. “Splinters From Your Mother’s Spine”
5. “Imitatio Dei”
6. “1523”
7. “Sacrificial Theopathy”
8. “Standing On The Work Of Slaves”
9. “Renegade Ashes”
10. “Absolutist Regeneration”
11. “You Cannot Even Find The Ruins…”

 

L’annuncio del seguito di quel geyser di “Söngvar Elds Og Óreiðu” tramite NoEvDia deve ver stupito più di un avvezzo a queste sonorità, incluso senza veli il sottoscritto. L’accostamento sembrava tanto imprevisto quanto le due singole potenzialità di band e label, qualora messe insieme, in realtà capaci di promettere faville di quelle vere.
E così è stato: nel non trascurabile lasso di tempo di quattro anni e mezzo i Misþyrming crescono notevolmente in ambizione, confinando a pregevole ma irripetuto esperimento quella “Hof” che nel 2017 ci fece effettivamente sognare, realizzando un disco la cui carica e la cui profondità vanno riassaporate più e più volte per coglierne la vera essenza e non rimanere spiazzati dai diversi cambi di registro e dalle molte novità stilistiche che “Algleymi” presenta rispetto al suo predecessore, nonché per evitare di sentirsi inutilmente traditi dalla grande attesa. Non abbiate quindi fretta di alzare il sopracciglio alla fine della coppia iniziale o anche solo a metà di “Orgia” per le grandi differenze che compensibilmente portano in gioco, dategli il tempo che merita e se non l’avete ancora fatto provate a fare la sua conoscenza con “Alsæla” che a chi scrive sembra un ottimo modo per introdurre l’intero album sia a chi ha già amato il debut della giovane band islandese, con conseguenti comprensibili alte aspettative, sia a chi non ne avesse mai sentito parlare perché confinato sotto un sasso su Marte negli ultimi quattro anni abbondanti.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Orgia”
2. “Með Svipur Á Lofti”
3. “Ísland, Steingelda Krummaskuð”
4. “Hælið”
5. “Og Er Haustið Líður Undir Lok”
6. “Allt Sem Eitt Sinn Blómstraði”
7. “Alsæla”
8. “Algleymi”
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Matteo “Theo” Damiani

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