Column N.13 – Árstíðir Lífsins & The Great Old Ones (2016)

 

Natale. Il cenone, i parenti, i fuochi d’artificio. Il vischio. Columns.
Per chi non vuole farvi scappare il nuovo lavoro degli islandesi Árstíðir Lífsins. Perché non volete, giusto?
Reduci dal magnifico doppio disco “Aldafǫðr Ok Munka Dróttinn”, dopo due anni di totale silenzio, il terzetto islandese torna a far parlare di sé grazie ad una nuova uscita infiammando gli animi degli amanti del Black Metal dalle tinte intimamente folkloristiche, con l’approccio unico ed inimitabile che dagli esordi del 2008 li ha contraddistinti ad ogni prova.
“Heljarkviða” è il loro nuovo EP, rilasciato digitalmente ed ufficialmente lo scorso 19 dicembre tramite Ván Records (la cui stampa fisica non vedrà però la distribuzione, apparentemente, prima di metà gennaio), composto da due colossali tracce – per lunghezza (venti e ventiquattro minuti a pezzo), ambizione e soprattutto qualità. Cosa lo renda dunque un EP e non un full-length considerati impegno, spessore e durata rimane ignoto; chi scrive suppone meri motivi concettuali (non avendo modo di perscrutarne i contenuti lirici) o semplicemente il fantomatico e forse temuto “passo indietro” unicamente imputabile al fattore timing rispetto all’opera che lo precede. Ma ci limiteremmo comunque a questa banalità, dato che il calo qualitativo è ciò di più lontano sia ravvisabile nei suoi 45 minuti.
Sperando che il prossimo full non sia un triplo album, il disco è ascoltabile da questa settimana in anteprima tramite streaming nella sua interezza, quindi non posso che fare uno strappo alla regola (è natale, no?) invitandovi a farvi un grosso favore ed ascoltarlo tutto d’un fiato. Gusterete al meglio l’eleganza con cui i tre avviluppano letteratura, arte e filosofia di antico retaggio norreno in un Black Metal dalle tinte stilistiche e sonorità uniche, un approccio pregno di emotività e bagnato dalle correnti del Nord, condite da archi ed oscura ma battagliera maestosità.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Heljarkviða I: Á Helvegi”
2. “Heljarkviða II: Helgrindr Brotnar”
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Il secondo pezzo (ok, terzo…) per questa settimana è inoltre il terzo centro su tre dei francesi The Great Old Ones. Come facciamo a non includerli in una colonna settimanale quando rilasciano un nuovo brano? Non lo facciamo, semplice.
“When The Stars Align” è ad oggi il terzo giro di boa impilato in anteprima per gli ascoltatori rispetto all’uscita di “EOD – A Tale Of Dark Legacy” (27 gennaio 2017, Season Of Mist Records) ed è anche il più tirato, immediato, breve e smaccatamente -quanto non scontatamente- “singolo” tra gli antipasti forniti.
Solo due settimane fa “Mare Infinitum” spiazzava per via della classe dimostrata ed avvolgeva l’avventore con il suo carico di pesantezza, prima ancora “The Shadow Over Innsmouth” ce li mostrava più estremi che mai e dalle tinte quasi sludgy, ma il nuovo brano è una sfida ardua e nuova per i transalpini: creare qualcosa di breve, conciso, veloce, molto fruibile ed al contempo carichissimo di minuziosi dettagli che lo rendano anche decisamente longevo e diverse virate stilistiche. E catchy. Ma ve li sareste mai immaginati i The Great Old Ones “catchy”? E sì, senza perdere fascino né il loro personale inprinting.
Insomma, “When The Stars Align” è un altro pezzo sorprendente che smuove per la terza volta le carte in tavola, rendendo imperscrutabile la strategia di gioco ma aiutando altresì sempre più l’avanzamento di ipotesi (o almeno premesse) molto positive sulla fattura del terzo disco in studio nella sua totalità.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Searching For R. Olmstead (Introduction)”
2. “The Shadow Over Innsmouth”
3. When The Stars Align
4. “The Ritual”
5. “Wanderings”
6. “In Screams And Flames”
7. “Mare Infinitum”
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Matteo “Theo” Damiani

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