Column N.10 – Grafvitnir & Trolldom (2016)

 

Non so quanto consapevolmente, ma una (magari piccola?) parte dei Grafvitnir vuole evidentemente essere ricordata come una band natalizia. Curioso per chi si propone nel seguente modo: “Obeisance To A Witch Moon is highly inspired and composed under the influence of the lingering streams of Gamaliel, the mystifying rays of Gha’asheblah, the White Moon of Chesed and the Black Moon of Geburah.”
Un programma, gente. A distanza di un anno esatto (intendo esatto, ok?) dal secondo full-length “Necrosophia”, il mistico ed imperscrutabile terzetto svedese annuncia l’uscita del terzo album: “Obeisance To A Witch Moon”, disponibile dal prossimo 16 dicembre (un anno esatto dall’uscita di “Necrosophia”, sì) tramite la partner di crimini Daemon Worship Productions (Carnal Records per una più ristretta distribuzione in terra natìa). Ridendo e scherzando, il disco che ti ascolti durante le feste di natale. Di nuovo.
Nonostante ciò i ragazzi fanno incredibilmente sul serio, tanto che il laconico annuncio è accompagnato da una gustosa anteprima. Si tratta di “The Great Beast”, l’assalto è frontale ma incredibilmente melodico – esattamente come la band ha ormai abituato con le due più che buone uscite precedenti. I richiami sono diretti e connazionali: illegittimi e sconsacrati figli di “Soulreaper” con un’ottimo gusto per suoni secchi e rasoianti, nonché taglio di continui riffing e fraseggi in scale armoniche minori. La composizione è maligna, diretta, veloce ed efficace. La batteria riverberata e rumorosa stordisce tradizionalmente sulle rullate, inebriando ed eccitando con il suo frastuono. L’acida voce gronda sibilante veleno sui padiglioni auricolari.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Lightbringer”
2. “The Great Beast”
3. “Wrath Of The Tempest”
4. “Nigrum Ignis Serpentem”
5. “Via Dolorosa”
6. “Serpent’s Blood”
7. “Children Of The Void”
8. “Legion Of The Serpent”
9. “Obeisance To A Witch Moon”

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I Trolldom tecnicamente non esistevano fino all’altro ieri, tuttavia il progetto risulta portato avanti da un nome non esattamente nuovo o debuttante: mi riferisco allo svedese Swartadauþuz (aka “Svartedöden“), mente e corpo dei pregevoli Azelisassath, di Bekëth Nexëhmü, Mystik e una manciata di trascurabili altre attività, ma soprattutto noto per essere un (da poco) ex-Svartrit.
Insomma, uno di quelli a cui anche volendo non riesci a stare dietro. Se alla prolifica attività aggiungiamo la -a tratti fastidiosa- tendenza all’anti-tutto che lo porta a classificare come “Demo” ogni sua uscita (ingiustificabilmente quando le fattezze sono proprie al 100% di veri full-length) e a stamparle su nastro in 10 copie numerate (sul serio), il cerchio si chiude. Quella stessa propensione che abbiamo tutti odiato per anni nei Paysage D’Hiver.
Ok, va bene, forse solo io. In ogni caso, i metallari sono animali congenitamente catalogatori e la prima uscita a nome Trolldom del nostro instancabile tuttofare è corposa, qualitativamente adeguata per essere classificata come prova maggiore. “Av Gudablod Röd…” (Mysticism Productions e copia fisica tramite Arcane Angels Productions) si compone di due pezzi dalla durata di circa un quarto d’ora l’uno ed il secondo “Av Nagelbyggt, Från Döda Män…” è tutto ciò che l’ascoltatore non acquirente può permettersi di conoscere in anteprima: discretamente diverso da bene o male tutto ciò a cui Swartadauþuz ha abituato con le improvvisate estemporanee dei vari progetti e raccolte minori, è lontano anche dalla ferocia bieca di Azelisassath e dalla foggia più svedese degli Svartrit. Qui troviamo una composizione molto lunga (anche discretamente complessa), in continua progressione, dallo spiccato vigore rigogliosamente sinfonico ed orchestrale, con tanto di cori, profonde tastiere e una voce espressiva e varia come raramente ha avuto modo di dimostrare prima d’ora. Pennellate di vaga ma incisiva elettronica giungono qua e là ad impreziosire un pezzo sinceramente notevole.
Ah, lui insiste sul fatto che abbia improvvisato anche questo. Noi non gli crediamo, perché questa volta è fatto semplicemente troppo bene.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “En Eldbeklädd Begravninsritual…”
2. “Av Nagelbyggt, Från Döda Män…”
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Matteo “Theo” Damiani

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