Column N.07 – Ungfell & Cultus Profano (2018)

 

Che gli svizzeri Ungfell fossero già stati bravi nel debutto “Tôtbringære”, autoprodotto e rilasciato solamente l’anno scorso, è chiaro e ce lo siamo detti in svariate occasioni. Ciononostante, l’anticipazione dal nuovo album che arriverà sugli scaffali tra poco più di un mese lascia discretamente a bocca aperta.
“De Türst Und S Wüetisheer”, seconda traccia dell’imminente disco, ascoltabile da qualche giorno, ce li mostra ora distaccati dalla -a (comunque pochi) tratti eccessiva- influenza dei Peste Noire riscontrata nell’esordio, mantenendo e sviluppando invece proprio quelle caratteristiche già personali e maggiormente devastanti precedentemente solo abbozzate nei migliori brani del debut. Ne va che ritroviamo quindi il distintivo folklore medievale, ritroviamo l’ottimo apporto melodico del loro Black Metal frenetico e slanciato, ma tutto maggiormente incanalato in un approccio dritto al punto e persino ricco di svariati sentori magniloquentemente epici, forniti in primo luogo dall’arrangiamento d’inedite tastiere e campionature, ma nondimeno da grande capacità di sviare sul mid-tempo con manifesta eleganza. Il pacchetto è composto con una carica fenomenale, che ci trasporta per tutto il brano, perfettamente sostenuta da suoni ruvidi ma bilanciatissimi che sono una gioia per le orecchie da quanto si dimostrano adatti e riusciti.
Risuonino quindi i corni: “Mythen, Mären, Pestilenz” uscirà il prossimo 23 marzo per Eisenwald Tonschmiede che, almeno stando a questa anteprima, non si è giustamente fatta scappare quella che pare l’autentica maturazione di Menetekel e Vâlant. Fino a quel momento, permettete al delirio dei sei minuti di idee che trovate in “De Türst Und S Wüetisheer” di lasciarvi con l’acquolina in bocca…

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Raubnest Ufm Uetliberg”
2. “De Türst Und S Wüetisheer”
3. “Oberlandmystik”
4. “
Bluetmatt”
5. “Die Heidenburg”
6. “De Fluech Vom Toggeli”

7. “Die Hexenbrut Zu Nirgendheim”
8. “Guggisberglied”
9. “Der Ritter Von Lasarraz”
10. “Raserei Des Unholds”
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Il secondo highlight della settimana trascorsa è stato trovato in un nuovo brano in anteprima da parte degli americani Cultus Profano, duo formato soltanto nel 2016 da Strzyga e Advorsus che debutterà con “Sacramentum Obscurus” giusto la prossima settimana tramite Debemur Morti Productions. Black Metal freddo, a tratti occulto, sempre feroce e quasi sempre fortemente devoto al tradizionalismo più fervente, ma non per questo privo della sua essenziale raison d’être, di un taglio peculiare, di capacità o di forte atmosfera, è tutto ciò che troverete nella musica del duo proveniente dalla ben poco frostbitten California, e più precisamente dalla ridente Los Angeles, così come già dimostrato nel precedente e primo inedito (“Under The Infernal Reign, Op. 10”) ma ancor più brillantemente -qualche giorno fa- in questo nuovo “Cultus Profano, Op. 9” che chiuderà il full-length.
Nel bel mezzo delle sue atmosfere sinistre, di chitarre droniche sempre all’esplorazione delle aree tonali minori, dell’oscurità più densa e delle ritmiche trascinanti, giunge anche qualche inaspettato (per estetica quanto non per geografia) riverberato richiamo prettamente vocale allo stile Weaver dei Wolves In The Throne Room e dell’USBM, che rende non banale, ritualistico, ed assolutamente accattivante il brano anche prima dell’intrigante chiusura litanica. Nessuna rivoluzione in vista, questo è certo, ma non fatevi ingannare: è tutto fatto decisamente bene.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Conventus Esbat, Op. 8”

2. “Under The Infernal Reign, Op. 10
3. “Ceremony Of The Black Flame, Op. 4”
4. “
Lord Of Ages, Op. 2

5. “Ignis Altare, Op. 5
6. “An Offering To The Prolific Goat, Op. 7
7. “Forging A Covenant, Op. 6
8. “Awakening The Strzyga, Op. 1
9. “Cultus Profano, Op. 9”

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Matteo “Theo” Damiani

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