Progenie Terrestre Pura – “OltreLuna” (2017)

Artist: Progenie Terrestre Pura
Title: OltreLuna
Label: Avantgarde Music
Year: 2017
Genre: Atmospheric Black Metal
Country: Italia

Tracklist:
1. “[.Pianeta.Zero.]”
2. “[.SubLuce.]”
3. “[.OltreLuna.]”
4. “[.Deus.Est.Machina.]”
5. “[.Proxima-B.]”

La tensione verso l’ignoto, un viaggio che mira a ciò che prima del suo compimento è imperscrutabile ai più, non è certo sentimento nuovo in casa Progenie Terrestre Pura, fin dal debutto esploratori di universi musicali in origine ben poco paralleli, equilibrandoli e cercando una chirurgica collisione tra generi distanti e -in tale misura- mai prima di “U.M.A.” tanto amalgamati tra loro. Non deve stupire, conseguentemente, quanto il viaggio verso nuovi ed incontaminati lidi della geografia compositiva dei q[T]p sia la spinta propulsiva anche nel nuovo capitolo “OltreLuna”.

Il logo della band

Eterno ritorno e nessuna fine in termini assoluti, pertanto infinita possibilità di reinventarsi anche (ma non solo) con gli stessi strumenti, il forte bagaglio conoscitivo della band non conosce e non vuole conoscere riposo: non avrebbe alcun senso proseguire la strada battuta quattro anni fa in un percorso già totalmente esplorato. La propaggine nostrana lo sa bene, perfettamente conscia dei suoi punti di forza e delle novità da includere nel cosmo teatro della nuova e seconda esplorazione discografica.
La band rivelazione che nel 2013 aveva sfornato un debutto sorprendente per la sua naturale e spiazzante commistione di Black Metal atmosferico, moderno, con elettronica diversa dagli standard sperimentati (Psybient su tutta, IDM ed EBM a seguire con massicce dosi di ambient non convenzionale) è oggi cresciuta e il compito era quello di dimostrare a tutti che l’exploit non fosse una mera combinazione passionale e fortuita, il cosiddetto fuoco di paglia nato dalle giuste influenze personali al momento giusto. Forti della fiducia di Avantgarde Music dal principio, in qualche modo anche umilmente precursori irriconosciuti di un modo di mischiare elettronica Sci-Fi di tale stampo e nera fiamma che avrebbe fatto successo fin troppo enorme in un paio d’anni, hanno preso tempo tralasciando il Metal nella sua interezza con una release minore e dalla natura quasi parallela, unicamente Ambient. Sperimentare è il diktat.

Óltre: avv. e prep. [lat. ŭltra] – Più là (o più qua) di un certo limite, spaziale, temporale o ideale; anche, semplicemente, più avanti. […] Senza fermarsi.

La band

Andare continuamente oltre alla meta, superarsi. L’eterno viaggiatore -stando a Baudelaire– ha obiettivi del colore e della forma delle nuvole; i colori dei Progenie Terrestre Pura, precedentemente associati alle sole tonalità cianotiche e siderali, si fanno però ora più caldi, ricchi di suggestioni etniche e desertiche accostate alla freddezza asettica ed automatica dell’acciaio. Così “[.Pianeta.Zero.]” è vento che trasporta sabbia tiepida, la preparazione gustosa di suo, e parte inaspettatamente terrena, riffing-oriented, fisica, tangibile e con una varietà di sotto e sovrastrutture che andrà dipanandosi sempre di più nei successivi brani. L’elettronica è apparentemente più minimale, ma è solo una mera illusione freddamente calcolata. Il mondo dei Progenie Terrestre Pura è più dettagliato ed ambizioso che in passato, sintesi di una maturazione raffinata e dalla dualità animista. “[.SubLuce.]” è il motore propulsivo che spinge al vero decollo, più violento di quanto ci saremmo potuti aspettare, conferma l’impressione insinuatasi con l’opener: il contrasto tra lo spazio maggiore donato al chitarrismo, ma soprattutto i suoi suoni caldamente analogici, e l’astralità degli arabeschi elettronici, dei frigidi synth o della loro composizione tra il robotico ed il meccanico è sorprendente. Un calore inaspettato che viene ampliato dai motivi etnici del percussionismo tribale e del totalmente inatteso folklore di polvere rossa che sprigiona una stella come la title-track “[.OltreLuna.]” nei suoi dodici minuti. Pian piano il timing si fa più ampio, le soluzioni stilistiche si allargano e si sprecano, la musica diviene sempre più cangiante e variopinta, libera da strutture e barriere di qualsivoglia tipo in un sound totalmente pieno e ricco. Il viaggio ci spinge verso territori veramente inesplorati, perché l’uomo non è più tale e diviene difficile collocare un punto fisso sulla mappa nel momento in cui un turbinio di elettronica psybient tribale, canti di gola, percussionismo etnico, fiati folkloristici ed EDM fanno spazio all’aggressione del Metal estremo, in un drammatico collasso anticipato ma mai compiuto. “Impulsi vibrano nell’universo” e coerentemente l’elettronica si rifà preponderante: dopo l’aggressività ruvida e Progressive delle automatiche squisite melodie sinfoniche di “[.Deus.Est.Machina.]”, assistiamo all’annichilente purezza di Harsh Industrial e Black Metal (lo è ancora?) più vicini che mai nella conclusiva “[.Proxima-B.]. L’impatto è vicino, ciò che ci attende ignoto e a tratti spaventoso ma intrigante: qualunque altra disamina diviene pleonastica di fronte ad un tale cesello. È solo l’inizio.

Quadra il cerchio l’importanza donata al cantato (italiano) urlato, distorto, marziale (il migliore utilizzo mai sentito dell’idioma in stile e metriche dal lanternino Spite Extreme Wing, sdoganato in un tale ed alieno contesto, è questione quanto mai vitale e finalmente esportabile con ampia previsione), di un futurismo poetico aggressivo perfettamente in linea con la nuova incarnazione dei Progenie Terrestre Pura, spingendola con forza grazie ad “OltreLuna” come una tra le più uniche nonché migliori realtà nel suo genere di riferimento, mutaforma dalla sua, pronta per background artistico invidiabile ed arrangiamenti stratosferici a conquistare tutto ciò che vi è oltre. Nessun limite.
Divellete le sinapsi, aprite voi stessi ad un lavoro francamente imperdibile. Oltre la Luna svetta una bandiera. Aguzzate la vista: è italiana.

Matteo “Theo” Damiani

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