Weekly Playlist N.50 (2020)

 

All bad things must come to an end, direbbero i Mötley Crüe, e non farà certo eccezione il 2020; un’annata che abbiamo odiato un po’ tutti ma dalla quale siamo comunque stati capaci di tirare fuori il meglio, specie per quanto riguarda la nostra musica preferita. Quasi a celebrare quest’ultima ed i bei momenti da essa regalatici mentre fuori le strade bruciavano, la playlist stilata per questa insolita vigilia da Pagan Storm Webzine suona come il migliore saluto possibile e funge, se gradite, pure da regalino sotto l’albero di chiunque continui a seguirci nonostante le restrizioni applicate da Facebook e le miriadi di altre distrazioni e frivole disgrazie susseguitesi in questi balordi dodici mesi: dieci pezzi da novanta usciti in settimana o tornati in mente ai redattori per comprovate ragioni, ma tutti accomunati da un indice qualitativo davvero degno delle grandissime occasioni.
Si alzi dunque il sipario e si dia inizio al baccanale conclusivo con violini e rullante, almeno fino alla fragorosa entrata in scena degli austriaci Abigor sulle note di “Orkblut (Sieg Oder Tod)”. Se è vero infatti che un grande finale redime qualunque eventuale brutto capitolo, allora immaginate che figurone farà qualcosa come la recensione del titanico Totschläger (A Saintslayer’s Songbook)” come punto esclamativo finale alla serie di scritti editi dal nostro Theo in onore degli album più belli sentiti durante l’anno; anzi potete già farlo andandovela a leggere e, già che ci siete, ridando un ascolto al disco che ha ucciso il 2020. A passarci poi sopra senza pietà in retromarcia con la loro proverbiale eleganza slava ci penseranno giusto domani gli ucraini Hate Forest, richiamati dall’aldilà allo scopo di rendere ancor meno rassicurante questo Natale schiaffando a mo’ di strenna il nuovo Hour Of The Centaur”, atteso per quindici inverni e presentato dall’alquanto familiare sberla di cattiveria in “No Stronghold Can Withstand This Malice”.
Si prospetta insomma una chiusura coi botti nonostante i divieti da zona rossa, mentre per l’annata ventura sarebbe corretto parlare di bombardamento a tappeto visti numero e pregio dei singoli rilasciati di recente: oltre ai vari Grabunhold, Yoth Iria e Pagan Forest su cui abbiamo già speso ottime parole nelle scorse settimane, gennaio si sta facendo via via più interessante grazie all’innesto degli agguerriti Hån e al ritorno a stretto giro dei folgoranti Aethyrick. Ai primi, fuori dal 29 col loro terzo full Breathing The Void”, va il compito per nulla facile di tenere alto il blasone del tradizionalismo rossocrociato, ruolo che i cinque sbandati reggeranno senza problemi a giudicare dalla verve dell’anteprima “Olethrus”; i secondi, pure loro impegnati nella terza prova maggiore a soli dodici mesi precisi dal magnifico Gnosis”, pubblicheranno dunque invece il 22 l’atteso Apotheosis” nella speranza che il mondo reagisca a brani come l’a dir poco promettente “Rosary Of Midnights” in modo diverso rispetto a prima (quindi meno virus e più lodi ai due finlandesi, grazie! Senza dubbio tra le lacune maggiormente gravi nelle liste di fine anno dei supposti blackster). Gli amanti delle proposte criptiche guardino però pure al 5 febbraio, quando la saga The Ruins Of Beverast si arricchirà del sesto episodio The Thule Grimoires” dopo l’exploit in popolarità di Exuvia”. L’interesse della redazione nel progetto tedesco è risalito parecchio dopo la comparsa in rete di “Kromlec’h Knell”, otto minuti di pantano insidioso nel quale siamo lieti di farvi affondare verso la fine della playlist. Altro nome chiamato a bissare un insperato successo è quello dei Marras, settecentoquarantottesimo act finnico guidato dal V-KhaoZ esordiente nel 2019 ed il cui sophomore record sarà disponibile in data ancora ignota con all’interno la piacevolmente fracassona “Entime Sermon”.
Qualora abbiate poi voglia di chiedere a noi scribacchini anziché agli algoritmi di Black Metal Promotion quali siano i buoni propositi per il 2021, state certi che Grima e White Ward saranno tra le prime parole che risponderemo. Entrambi i monicker d’Oltrecortina hanno difatti pronto del materiale inedito che non vediamo l’ora di avere tra le mani (Rotten Garden” dei russi arriverà il 21 gennaio, mentre in Ucraina vige ancora il silenzio stampa), ma l’assenza di singoli di lancio ci spinge ad un sempre gradito recupero di due tra gli album meglio riusciti degli ultimi anni: l’ammaliante Will Of The Primordial” ci lascia di stucco come se fosse ancora il 2019 per merito del gusto sospeso tra classico ed atmosferico sfoggiato ad esempio in “Blizzard” dai gemelli siberiani, eguagliato soltanto dall’atmosfera d’inconfondibile originalità ed avanguardia che “Stillborn Knowledge” ed un po’ tutti i pezzi concepiti finora dai vagabondi di Odessa esercitano su di noi sin dal 2017, quando Futility Report” reclamò l’attenzione di ogni appassionato di Black Metal sperimentale e -si spera- non.
Erano dunque queste otto tracce le ultime novità che è stato privilegio delle nostre playlist settimanali sottoporvi nel corso dell’anno, assolvendo alla funzione informativa propria di ogni webzine con quel minimo di serietà che ci si aspetta da dei (volutamente?) mancati professionisti tipo noialtri. Ormai sono almeno una decina di mesi che né chi scrive né chi legge si trovano sotto un palco, ma immagino saremo tutti d’accordo che in quelle occasioni nulla ci esaltava quanto un bis piazzato a fine esibizione allo scopo di strappare un compiaciuto sogghigno anche al lettore più reazionario; a questo servono gli anniversari, e negarveli alla vigilia di Natale sarebbe crudele persino per i manigoldi che curano questo perverso spazio internettiano d’oscurità. Partiamo così per questo cliffhanger conclusivo rimembrando l’alba del decennio ed i primi passi dei tedeschi Ascension, all’epoca ancor meno considerati di adesso eppure capaci con solo un esordio chiamato Consolamentum” di inserirsi tra i migliori prospetti di allora e di oggi, motivo per cui urge una riproposizione della grandiosa title-track. Scegliere infine un finale in linea col disagio fattoci provare dal 2020 (già eletto come il peggior anno di sempre da chi diceva lo stesso del 2016) non era per niente scontato, ma per fortuna il calendario delle ricorrenze ci è venuto in aiuto facendoci ricordare dell’assoluto pazzuomo Shane Rout, leader degli Abyssic Hate nonché testimonianza vivente del southern discomfort australiano; le volte scorse vi abbiamo fatto gli auguri di buone feste col fomento di Ensiferum e Summoning ma a questo giro è inevitabile salutarci con “Despondency”, manifesto del progetto contenuto nell’irripetibile coacervo di mestizia d’inizio millennio intitolato Suicidal Emotions”: se siete cultori di queste sonorità lo conoscere già e dunque non avrete che da godervi questa tirata in diciassette minuti, altrimenti comportatevi meglio e vedrete che a Capodanno 2022 torneremo a sparare mortaretti come se il pianeta finisse il giorno dopo.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Abigor“Orkblut (Sieg Oder Tod)” (from Totschläger (A Saintslayer’s Songbook)”, World Terror Committee 2020)

2. Hån“Olethrus” (from Breathing The Void”, Northern Silence Productions 2021)

3. Aethyrick“Rosary Of Midnights” (from Apotheosis”, The Sinister Flame Records 2021)

4. Grima“Blizzard” (from Will Of The Primordial”, Naturmacht Productions 2019)

5. Hate Forest“No Stronghold Can Withstand This Malice” (from Hour Of The Centaur”, Osmose Productions 2020)

6. White Ward“Stillborn Knowledge” (from Futility Report”, Debemur Morti Productions 2017)

7. Ascension“Consolamentum” (from Consolamentum”, World Terror Committee 2010)

8. The Ruins Of Beverast“Kromlec’h Knell” (from The Thule Grimoires”, Ván Records 2021)

9. Marras“Entime Sermon” (from Endtime Sermon”, Spread Evil Productions 2021)

10. Abyssic Hate“Despondency” (from Suicidal Emotions”, No Colours Records 2000)

Michele “Ordog” Finelli

Precedente Abigor - "Totschläger - A Saintslayer's Songbook" (2020) Successivo Pagan Storm News: 18/12 - 24/12