La neve, le luminarie multicolore, le Spotify charts condivise sui social da artisti che muoiono di fame anche grazie al colosso svedese: settimana dopo settimana, il 2020 sta tirando gli ultimi respiri mentre gli album da recuperare continuano a crescere come nemmeno i contagi da Covid.
Youtube e i vari portali tematici sono già invasi dalle prime classifiche di rito, al contrario di Pagan Storm Webzine dove qualcuno dopo cinque mesi fa ancora fatica a staccarsi dal magnifico “Im Wald”, non solo per il valore dell’ultimo nato in casa Paysage D’Hiver (gettonatissimo tra le selezioni personali che metteremo online al solito non prima di fine dicembre), ma anche perché il buon Wintherr ha raddoppiato il carico rilasciando finalmente su compilation i quattro pezzi legati concettualmente ed intitolati “Schnee”. La tormenta sulle Alpi svizzere sprigionata dal secondo capitolo ci spinge a cercare rifugio in una fatiscente bettola, al cui interno due ceffi spuntati da chissà dove ci versano un gin scadente da bere vicino al camino ascoltando le loro spettrali cantilene. In quanto ad uscite, novembre è stato talmente grandioso che un lavoro eccellente quale “Teufelsgeist” rischierebbe quasi di passare un poco sotto traccia, trattamento imperdonabile ormai verso qualunque creazione recante in calce la firma Urfaust; la redazione non piega la testa di fronte a queste ingiustizie e ribatte eleggendolo disco della settimana, onorandolo di ulteriori ed imminenti disamine in futuro e brindando alla salute di IX e VRDRBR con in sottofondo “Bloedsacrament Voor De Geestenzieners”. Qualora siate invece in ritardo nel recuperare la sesta prova dei neerlandesi, l’unica giustificazione accettabile sarebbe aver passato le ultime due settimane nei boschi a sacrificare vacche grasse in tributo agli Ondskapt, irrotti nel già compromesso undicesimo mese con la grazia di un caprone lordo di sangue raggrumato: nell’universo tematico fatto di sbandate filosofiche e sparate politiche che è divenuto il Black Metal le care vecchie invocazioni all’Avversario saranno pure demodè quanto volete, ma bastano un sample abbastanza efficace, la genuina cattiveria di Acerbus ed il guitar work impeccabile presente in tutto “Grimoire Ordo Devus” a rendere “Possession” un assoluto picco dell’odierna playlist.
Gli svedesi non sembrano invecchiati di un giorno dopo dieci inverni di silenzio assoluto, e se è per questo nemmeno i ritrovati Empyrium a più di un lustro dal felice esito di “The Turn Of The Tides”; tra i primi grandi nomi di cui avremo modo di parlare nel 2021 c’è difatti il mai troppo popolare duo bavarese, indiscusso act di punta nel settore naturalistico come loro stessi hanno tenuto a dimostrare pubblicando “Über Den Sternen”, pezzo omonimo estratto da quello che si prospetta già un attesissimo highlight dell’anno venturo.
Se però scorriamo il calendario appena redatto (!!) troveremo scritto anche “The Thule Grimoires”, titolo del prossimo album in studio targato The Ruins Of Beverast da cui al contrario non ci sono al momento stati concessi singoli coi quali deliziarvi il giovedì: torniamo allora al 2006 per un quarto d’ora di allegria collettiva, rimettendo su il classico “Rain Upon The Impure” e concentrandoci sulla massacrante “Soliloquy Of The Stigmatised Shepherd”. Dei brani introdotti finora uno solo scende sotto ai dieci minuti fermandosi a sette abbondanti: situazione non programmata ma a cui rimedia l’assai più concisa “The Bowls Of Wrath And Ancient Hate”, seconda anteprima del nuovo Funeral Winds intitolato “Essence”, il quale uscendo domani salverà il Natale a chiunque cerchi chitarre ronzanti ed ortodossia sopra ogni cosa. Meno reazionari rispetto agli olandesi ma maneschi quanto basta, i Trident dalla Svezia si sono invece fatti sentire lo scorso ottobre col sophomore record “North”, del quale la redazione ha apprezzato la title-track abbastanza da includerla oggi in qualità di ultimo sprazzo di modernità prima di un ennesimo gran finale in tre atti; giusto per mettere i puntini sulle i e i cerchietti sulle å, ci pensano infatti i Månegarm a prepararci a dovere per la scorreria conclusiva ripescando il magico break acustico “Vigverk” composto nel 2013, e che anche da solo elevava di qualche misura il buon “Legions Of The North”: ovviamente questi trenta secondi non sono che un diabolico raggiro per le vittime dell’assalto propinato dai vichinghi d’altri tempi Helheim, intenti a battezzare nel sangue il loro glorioso debutto “Jormundgand” dopo il traguardo dei venticinque anni tagliato da quest’ultimo in settimana. La saggezza degli antenati norreni tramandata in “Svart Visdom” sfocia nell’atto conclusivo, con l’ennesimo svedese ad alzare il pugnale sacrificale sulle note corrotte della sua “Dungeons”. Anche nel caso vi siano già noti i gentiluomini al momento presentati, il signor Ornias ed il di lui progetto Svartsyn potrebbero comunque essere la vostra scoperta settimanale, ed in proposito la redazione non può che consigliarvi quantomeno un paio di puntate sul sophomore record del 2000 “…His Majesty”, bello a tal punto da meritare il posto di sendoff nella presente playlist.
Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!
1. Paysage D’Hiver – “Schnee II” (from “Schnee”, Kunsthall Produktionen 2020)
2. Ondskapt – “Possession” (from “Grimoire Ordo Devus”, Osmose Productions 2020)
3. Urfaust – “Bloedsacrament Voor De Geestenzieners” (from “Teufelsgeist”, Ván Records 2020)
4. The Ruins Of Beverast – “Soliloquy Of The Stigmatised Shepherd” (from “Rain Upon The Impure”, Ván Records 2006)
5. Empyrium – “Über Den Sternen” (from “Über Den Sternen”, Prophecy Productions 2021)
6. Funeral Winds – “The Bowls Of Wrath And Ancient Hate” (from “Essence”, Avantgarde Music 2020)
7. Trident – “North” (from “North”, Non Serviam Records 2020)
8. Månegarm – “Vigverk” (from “Legions Of The North”, Napalm Records 2013)
9. Helheim – “Svart Visdom” (from “Jormundgand”, Solstitium Records 1995)
10. Svartsyn – “Dungeons” (from “…His Majesty”, Sound Riot Records 2000)
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– Michele “Ordog” Finelli –
