Weekly Playlist N.42 (2019)

 

Sopravvissuti non si sa bene come all’inaspettato tsunami di anniversari che ha colpito queste coste sette giorni fa, ecco che subito tocca tornare ai ripari in vista delle esondazioni dell’impetuoso torrente di novità discografiche targate 2019, con magari un occhio di riguardo puntato sui mesi scorsi in modo da tappare eventuali buchi lasciati aperti allora da qualcuno.
Perché l’estate è ufficialmente finita ma il caldo sembra tuttavia persistere, e la risposta di ogni amante della grimness che si rispetti a questa truffa legalizzata non può essere che il recupero immediato di due album usciti ad agosto tuttavia forieri di quel gelo che la nostra musica preferita si vanta (non sempre a ragione) di saper trasmettere: i tedeschi Totenwache li avevamo citati di sfuggita già nell’usuale sommario mensile, ma la mancanza di effettiva musica da noi proposta per l’uscita dell’esordio Der Schwarze Hort” viene adesso colmata con “Der Heiler”; lo stesso accade anche ai russi Drunemeton con la title-track del loro nuovissimo Return To Old Europe”. Allo stesso modo, aggiungere ulteriori suggerimenti ad un mese tanto eccezionale quale si è rivelato lo scorso settembre potrebbe apparire superfluo, ma non se si citano i finlandesi Vorna e dal loro terzo lavoro in studio Sateet Palata Saavat” si estrae “Maa Martona Makaa”.
Aumentiamo ancora di più la dose di adrenalina riprendendo a coniugare al futuro i verbi con gli Obsequiae, che dopo quattro anni torneranno a farci sognare il prossimo 22 novembre con il rilascio di The Palms Of Sorrowed Kings”, il cui singolo “Ceres In Emerald Streams” è un’altra prova che epica nordeuropea e testosterone ammueregano possono coesistere con risultati talvolta notevoli.
È però possibile che qualche brighella tra di voi non conosca nessuna di queste entità effettivamente abbastanza lontane dagli onori della cronaca (magari la svolta la si avrà quando qualcuno dei musicisti coinvolti dichiarerà di aver perso anche lui il bus per l’omicidio di Euronymous, mai dire mai), e quindi lo staff ha pensato bene di farvi un favore includendo un paio di nomi inframmezzati alle novità scegliendo tra quelli senz’altro più noti ai fedeli lettori – ma per motivi di notizia. Uniamo dunque l’utile al dilettevole: gli scozzesi Fuath hanno annunciato, con addirittura una piccola parte dell’artwork già visibile, la realizzazione di un seguito del qui molto apprezzato I” del 2016, quindi lor signori si mettano comodi per una dozzina di minuti mentre le casse pompano la magnifica “Spirit Of The North”; side-project tutto nuovo a nome Monarkh anche per Fyrnd, già mente dietro i tedeschi Fyrnask, a cui auguriamo un esito positivo in vista dell’uscita questa domenica dell’esordio Fosfor”, impossibilitati a farvi ascoltare anche qui un’anteprima dal disco (esistente solo su BandCamp, quindi gustabile qui), riascoltandoci “Ins Fenn” dal primissimo disco della band madre intitolato Bluostar”.
Gli amanti delle serate movimentate non prendano invece impegni per mercoledì prossimo, poiché l’ormai frequentatissimo Revolver Club di San Donà sarà teatro del ritorno in terra italiana dei lettoni Skyforger, motivo per cui i vostri timpani stanno subendo l’attacco di “Svētais Ugunskrusts” (dal primo full Kauja Pie Saules” del 1998). Ma la nostra penisola vedrà un’incursione di gentil genti dell’est pure questo weekend grazie ai transilvani Sur Austru, desiderosi di presentare la loro opera prima Meteahnă Timpurilor” anche a coloro che si sono persi il primo breve tour d’antipasto del gruppo qui da noi lo scorso anno; l’occasione era semplicemente troppo ghiotta non solo per farvi ascoltare “Dor Austru” in conclusione, ma anche per decretare il disco album della settimana e far dunque uscire un’autentica recensione interamente dedicata all’esordio degli ex-Negură Bunget orfani del compianto Gabriel Mafa.
Proprio in onore del fu Negru abbiamo scelto di affiancare il presente con l’estremo passato, riportando alla luce i primissimi vagiti di gioventù a nome Wiccan Rede col demo del 1995 From Transilvanian Forests” da cui arriva “Vallachorum Tyranorum” (che qualcuno ricorderà ripubblicato a nome Negură nel 2007 nella collana di ristampe curata dalla Prophecy).
Se siete veloci a far di conto, arrivati a questo punto della lettura sapete che non resta che una posizione libera in playlist, da occupare possibilmente con un altro recupero dello staff capace di accontentare gli appassionati delle registrazioni da scantinato. La scelta è ovviamente molto variegata: sia in generale sia nella sterminata discografia del rinomato act svedese Arckanum, ma per stavolta direi che il leggendario secondo album Kostogher” e la sua “Gangar For Raþan Vinder” andranno benissimo come pre-finale della selezione di oggi.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Wiccan Rede“Vallachorum Tyranorum” (from From Transilvanian Forest (Demo)”), Autoprodotto 1995)

2. Skyforger“Svētais Ugunskrusts” (from Kauja Pie Saules”, II Moons Records 1998)

3. Totenwache“Der Heiler” (from Der Schwarze Hort”, Autoprodotto 2019)

4. Drunemeton“Return To Old Europe” (from Return To Old Europe”, Der Schwarze Tod 2019)

5. Vorna“Maa Martona Makaa” (from Sateet Palata Saavat”, Lifeforce Records 2019)

6. Fuath“Spirit Of The North” (from I”, Neuropa Records 2016)

7. Obsequiae“Ceres In Emerald Streams” (from The Palms Of Sorrowed Kings”, 20 Buck Spin 2019)

8. Fyrnask“Ins Fenn” (from Bluostar”, Temple Of Torturous 2011)

9. Arckanum“Gangar For Raþan Vinder” (from Kostogher”, Necropolis Records 1997)

10. Sur Austru“Dor Austru” (from Meteahnă Timpurilor”, Avantgarde Music 2019)

Michele “Ordog” Finelli

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