Weekly Playlist N.41 (2020)

 

Non fraintendeteci; Pagan Storm Webzine cavalca il caos più totale sin dalle prime avvisaglie di fine febbraio, ma col clima pesantino che c’è in giro ultimamente a noialtri è venuta anche voglia di sederci su una bella poltrona in raso rosso, assaporare una tisana dal gusto ricercato e darci dentro col lato più squisitamente snob e pretenzioso del nostro genere prediletto: in altre parole, tastieroni come se non ci fosse un domani né il 1996 fosse mai passato di moda, ed un occhio o due di riguardo a scelte redazionali passate e presenti di carattere sinfonico.
Naturalmente questa idea a dir poco balzana ha iniziato a prendere forma dopo la tassativa recensione dedicata al recentissimo parto in casa Finntroll, sul quale la mitica coppia TrollhornVirta ha tirato fuori una prestazione nemmeno troppo bombastica per esagerazioni ma proprio per questo alquanto memorabile. La speranza di sentire più estratti possibili da questo spettacolare disco della settimana che è Vredesvävd” durante le tre date dei finlandesi in Italia ad aprile 2021 si va per ora via via affievolendo, eppure non riusciamo proprio a rimanerci male se nel frattempo un pezzo come “Vid Häxans Härd” riempie l’aria del suo tono maestoso.
Chiaro che però tra una cupa creatura e l’altra in una playlist tanto sofisticata serviva quantomeno una capatina nell’humus iconografico medievale, ed è per questa ragione (oltre agli impalpabili synth) che l’unica altra novità presentata oggi è “Mystique De La Vouivre”, singolo che anticipa nel migliore dei modi l’uscita di Arcanes & Sortilèges” dei Darkenhöld; la nuova fatica dei francesi sarà difatti ascoltabile a partire dal 6 novembre, pronta ad allietare tutti i cultori del nutrito panorama francofono a base di antichi castelli ed arcane maledizioni.
L’offerta musicale griffata 2020 finisce dunque qui per oggi, ma occorre ricordare che il decennio appena conclusosi ha comunque lasciato dietro di sé parecchie proposte di carattere tastieristico facenti decisamente al caso nostro: e visto il riscontro positivo ottenuto dai troll di qualunque provenienza nell’ambito delle ultime pubblicazioni discografiche, perché non ritirare fuori dal consunto baule delle ormai dismesse colonne domenicali il progetto Trolldom di proprietà dell’instancabile Swartadauþuz? Se conoscete questo figuro e ne apprezzate il modus operandi magari avrete già in casa una delle dieci copie in cassetta (o una delle fortunatamente di più in CD) del “demo” Av Gudablod Röd…”, realizzato dal Nostro carissimo nel 2016 e tutt’ora unico vagito della creatura svedese aperto (come del resto l’intera selezione che state ascoltando) dai chiaroscuri della lunga “En Eldbeklädd Begravninsritual…”. In tema invece di orchestrazioni arrembanti e tastiere larger than life poche nazioni hanno causato gioie e dolori agli appassionati quanto l’Italia, dalla quale sono usciti però anche gruppi dal valore notevole tipo i da sempre battibeccati pionieri capitolini Stormlord; checché se ne vociferi o se ne scribacchi da sempre della compagine romana, l’anno scorso il loro album Far” ha davvero colpito tanto da ricacciare svariati mesi dopo una tellurica “Mediterranea”. Ad ogni modo le pomposità non sono certo una prerogativa tricolore, e se il termine grandeur proviene dall’idioma francese un motivo sotto sotto ci sarà: ce lo hanno dimostrato nel corso della loro carriera ultradecennale gli Anorexia Nervosa, meteora Symphonic Black autrice di un tris davvero niente male culminato nell’illuminazione di Redemption Process”: l’ultimo scampolo di ventunesimo secolo ce lo gustiamo dunque sul finire della playlist, grazie all’eleganza fracassona ed apocalittica da cui prende forma l’incredibile “Worship Manifesto”.
Da una label non certo nota per questo tipo di proposte quale Listenable Records arriviamo così nella Norvegia dei tardi Novanta, dove il volpone Samoth, oltre a scrivere e suonare album che avrebbero stilisticamente aperto la pista al genere, mandava in stampa tantissimi piccoli classici del filone astronomico per mezzo della sua leggendaria Nocturnal Art Productions: il 1997 è ad esempio (anche) l’anno di In Abhorrence Dementia”, secondo full registrato dai Limbonic Art del quale è impossibile dimenticare le invocazioni ultraterrene nascoste non troppo bene nel corso di “Misanthropic Spectrum”; le sinfonie spaziali norrene continueranno poi nel 1998 con The Sad Realm Of The Stars”, opus unicum a firma Odium che vi obblighiamo moralmente a recuperare promettendovi le meraviglie di cui “Riding The Starwinds” non è che un minimo assaggio.
E mentre la terra dei fiordi è tutta presa ad accendere le sue ultime miccette tra quelle iconiche la Svezia vede al contrario l’arrivo sui suoi palcoscenici nemmeno poi così troppo meno frequentati degli storici Thy Primordial, armati di un’opera prima del calibro di Where Only The Seasons Mark The Paths Of Time” e di proiettili esplosivi come “Forthcoming Centuries”, altro diamante incastonato in questa puntata vagamente nostalgica. Se però parliamo di momenti chiave nella storia dell’utilizzo di strumenti a tasti nel contesto Black Metal, pochi di essi in verità sono divenuti inimitabili quanto quello scelto per festeggiare il primo dei due anniversari odierni; due secondi del synth che apre “The Passing Of The Grey Company” e la platea già esplode dagli applausi per gli austriaci Summoning, dalle cui floride menti venne progettata venticinque anni precisi fa la rivoluzione su vasta scala destinata a sconvolgere il genere, e che oggi è conosciuta da tutti noi come Minas Morgul”. Ma una volta che la grigia compagnia giunge finalmente a destinazione, è tempo per i veri demoni di scatenarsi: i norvegesi Gehenna prendono (o perdono?) il controllo per l’ultimo ballo ricordandoci che, lo stesso identico giorno dell’uscita della perla austriaca, loro buttavano fuori un eccellente e fin troppo dimenticato/snobbato full-length d’esordio di nome Seen Through The Veils Of Darkness (The Second Spell)”. Tastiere e voci pulite non sono affatto sinonimo di eleganza fine a sé stessa, e Sanrabb di questo ne ha fatto un vanto come pochi altri componendo pregiatezze quali la “Vinterriket” che ascoltiamo oggi in playlist pur senza allontanarsi dall’attitudine più verace possibile, con i piedi bene a terra e soprattutto il gomito bello alto.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Trolldom“En Eldbeklädd Begravninsritual…” (from Av Gudablod Röd…” (Demo), Arcane Angels Records 2016)

2. Finntroll“Vid Häxans Härd” (from Vredesvävd”, Century Media Records 2020)

3. Limbonic Art“Misanthropic Spectrum” (from In Abhorrence Dementia”, Nocturnal Art Productions 1997)

4. Thy Primordial“Forthcoming Centuries” (from Where Only The Seasons Mark The Paths Of Time”, Pulverised Records 1997)

5. Darkenhöld“Mystique De La Vouivre” (from Arcanes & Sortilèges”, Les Acteurs De L’Ombre Productions 2020)

6. Summoning“The Passing Of The Grey Company” (from Minas Morgul”, Napalm Records 1995)

7. Gehenna“Vinterriket” (from Seen Through The Veils Of Darkness (The Second Spell)”, Cacophonous Records 1995)

8. Odium“Riding The Starwinds” (from The Sad Realm Of The Stars”, Nocturnal Art Productions 1998)

9. Stormlord“Mediterranea” (from Far”, Scarlet Records 2019)

10. Anorexia Nervosa“Worship Manifesto” (from Redemption Process”, Listenable Records 2004)

Michele “Ordog” Finelli

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