Weekly Playlist N.38 (2020)

 

Con ormai più di un milione di corpi lasciati dal morbo sul proprio cammino, l’atmosfera è quella giusta per il rispolvero delle care vecchie recensioni del martedì e dei dischi della settimana che tanto ci sono mancati durante la lunga pausa estiva. Come avrete infatti già avuto modo di notare facendo caso a ciò che viene pubblicato qui, i primi a fare il loro ingresso nel wall of fame definitiva di Pagan Storm Webzine in questo gelido inizio d’autunno sono stati i cerimonieri campani Prison Of Mirrors, con un piede nella periferia salernitana ed uno nei quattro anelli di oscurità impenetrabile musicati nel loro debutto agostano. De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum Abysso” è difatti uno dei momenti più alti di un’annata già ricchissima per l’estremismo tricolore, nella cui variegata offerta sono da ora inclusi gli scenari apocalittici di “The Unquenchable Visions From The Abyss”.
E ne consegue che sicuramente il nostro Theo avrà il suo bel daffare a recuperare per tempo tutte le migliori uscite degli ultimi giorni, visto il dispiegamento di forze degno del D-Day tirato fuori da un panorama Black Metal che per alcuni sarebbe in costante aridimento artistico. Piuttosto che dei musicisti ci sarebbe invece da preoccuparsi dei recensori improvvisati che stanno definendo Vredesvävd” un lavoro di puro mestiere, perpetrando l’eterna svalutazione che da sempre perseguita i finlandesi Finntroll; i vostri redattori di fiducia saranno ben felici di porre rimedio a tale scempio mediatico, e lo faranno con la stessa pacatezza del magnanimo Vreth nel brano di apertura “Att Döda Med En Sten”. E dalle foreste di conifere nell’estremo nord discendiamo verso la Vestfalia per segnalare un altro esordio rilevante, ossia Die Nachtseite” dei nuovi cantori della desolazione Häxenzijrkell: i tre pezzi ivi contenuti e nello specifico la seconda traccia “Unter Sieben Sternen” sono stati il giusto colpo di coda per un mese del quale non ci scorderemo poi tanto presto.
Nel frattempo arrivano pure le prime avvisaglie su di un prospero 2021, non solo per tutti i tour riprogammati ma anche per le uscite che ci terranno compagnia durante le prime fasi dell’anno; il 29 gennaio ad esempio sarà possibile ascoltare la terza installazione sonora ad opera degli inglesi Void, il cui titolo The Hollow Man” e la copertina lasciano ben sperare sul prosieguo di quel percorso cyber-industriale che nel 2003 aveva reso il debutto Posthuman” (nonché la sua title-track) valida alternativa ai nomi più (o meno) noti del settore. Chi in quello stesso anno fece veramente il botto underground ponendosi tra gli apripista di un intero filone furono del resto i Watain, con quello che a posteriori sarà con ogni probabilità il loro unico album indiscutibilmente degno di nota e reverenze: qualcuno deve aver fatto sgattaiolare una copia di Casus Luciferi” in redazione, dal momento che dopo un bel riascolto s’è deciso di aggiungere alla playlist un po’ di sana pestoneria con la rinomata “Devil’s Blood”. Ai campioni del moderno panorama svedese facciamo seguire uno dei tesori meglio nascosti dell’epoca d’oro del Melodic Black nazionale, o per l’esattezza il debutto degli Algaion risalente al 1995. Oimai Algeiou” non avrà un bell’artwork a tinte blu come da tradizione (e forse nemmeno un titolo grammaticamente corretto) ma può vantare una discreta aggressività persino a venticinque inverni di distanza, tanto che pure i non troppo avvezzi a questo act in particolare rimarranno soddisfatti dai riff a cannone di “Heosphoros”. Le band di culto da consigliarvi senza remore e rispolverare dalle mensole non appartengono però ai soli(ti) anni ’90, come ci spiegano i Khonsu nel dipanarsi della lunga “Toward The Devouring Light” posta in chiusura di puntata: se lo spazio profondo è il luogo da cui proviene la vostra musica preferita allora dovreste al più presto recuperarvi il sophomore record The Xun Protectorate” e infilare la tuta da astronauta, tanto è percepibile l’atmosfera di meraviglia che caratterizza le migliori opere di questo genere.
Sullo sci-fi a.D. 2016 portato dai norvegesi si chiudono sia la selezione che il tris di rispolveri odierni, ma il passato prossimo o remoto che sia non resta mai sepolto troppo a lungo, tornando a tormentarci con anniversari comunque utili per ridare lustro ed ascolto ai grandi lavori che furono. Ne avrebbe alquanto bisogno Mond”, settimo figlio dei teutonici Lunar Aurora il cui quindicennale è ricorso giusto ieri – eppure quei boia del famigerato YouTube ci boicottano consci o meno nel farlo, cancellando qualsiasi sua traccia e lasciando invece quelle del successore Andacht” (2007); dovendo operare con mezzi di fortuna noialtri vi facciamo saggiare la potenza di “Der Pakt” raccomandandovi anche un paio di ascolti al legittimo festeggiato di oggi, magari qui. Nessun problema invece nel reperire i brani dei gloriosi Arkona, il gruppo che più di tutti ha messo Russia ed Europa orientale nell’atlante del Folk Metal grazie al suo insperato successo un po’ ovunque. Nel 2005 invece Masha e compagni erano un ensemble relativamente sconosciuto in Europa, autore ciononostante del suo primo vero centro pieno nelle sembianze di Vo Slavu Velikim!”: fate dunque partire “Skvoz’ Tuman Vekov” e via col sidro fino a domattina, quando il gallo canterà col vocione di Grutle Kjellson a ricordarci (casomai servisse) la venuta di un nuovo disco firmato Enslaved. L’arrivo di Utgard” sul mercato è inoltre occasione per risentire una volta ancora le meraviglie rilasciate dai norvegesi nel corso di una delle carriere più splendenti di sempre, a partire dalle due ricorrenze celebrate proprio in queste fredde giornate; la seconda la scoprirete a tempo debito mentre la prima ci riporta al 2010 e al maestoso Axioma Ethica Odini”, dal quale dopo ore di amletici dubbi abbiamo optato per tirare fuori -ed inserire in playlist- ancora una volta il passo pesante di “The Beacon”.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Finntroll“Att Döda Med En Sten” (from Vredesvävd”, Century Media Records 2020)

2. Watain“Devil’s Blood” (from Casus Luciferi”, Drakkar Productions 2003)

3. Lunar Aurora“Der Pakt” (from Andacht”, Cold Dimensions Records 2007)

4. Häxenzijrkell“II: Unter Sieben Sternen” (from Die Nachtseite”, Amor Fati Productions 2020)

5. Arkona“Skvoz’ Tuman Vekov” (from Vo Slavu Velikim!”, Soundage Productions 2005)

6. Prison Of Mirrors“The Unquenchable Visions From The Abyss” (from De Ritualibus Et Sacrificiis Ad Serviendum Abysso”, Oration Records 2020)

7. Void“Posthuman” (from Posthuman”, Nocturnal Art Productions 2003)

8. Enslaved“The Beacon” (from Axioma Ethica Odini”, Indie Recordings 2010)

9. Algaion“Heosphoros” (from Oimai Algeiou”, Full Moon Productions 1995)

10. Khonsu“Toward The Devouring Light” (from The Xun Protectorate”, Jhator Recordings 2016)

Michele “Ordog” Finelli

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