Weekly Playlist N.34 (2020)

 

Incendi, inondazioni e trombe d’aria hanno salutato alla giusta maniera un agosto carico di oscure nenie proveniente da ogni angolo del globo terracqueo, facendoci entrare nel mood autunnale nonostante tutte le difficoltà ed amenità assortite che si prospettano per lavoratori e studenti. Dopo un mese di pausa per carenza di materia prima, il consueto sommario che attendete facendo il toto-disco ogni 30/31/28/29 giorni ha fatto il suo gradito ritorno, portandoci detonazioni finniche, ritualismo italico e tristezza a palate dalle maggiori isole a nord e sud del mondo. C’è stato un solo grande escluso a questo giro, per via delle solite leggi razziali contro gli EP che a volte ci salvano da drammi ulteriori e a volte ci privano di valide opzioni da proporvi; finalmente Alexandros è tornato a mostrarci i lati migliori di una Grecia che quest’anno non fa davvero sconti a nessuno, tanto che i benemeriti Macabre Omen hanno rilasciato un brano inedito per giustificare un mini album fatto di remaster di materiale per la prima volta su alcuni formati ed altre corbellerie. In ogni caso con le lamentele di scarsa produttività potete cuocerci le uova visto che “Anamneses From The Past (Sirens Calling)” è un dolmen di quasi un quarto d’ora, in cui l’epos di Gods Of War – At War” rivive ancora una volta in attesa di un full-length vero e proprio con cui imporsi ulteriormente. E con un inizio di questo calibro serve una chiusura di non minore intensità: caso vuole che questo agosto abbia fatto la sua comparsa Dying Ember”, secondo lavoro degli Autumn’s Dawn ed ennesima opera che sarebbe nelle cuffie di chiunque se solo i blackster da webzine generalista riuscissero a usare la rete nel modo giusto: provate la conclusiva “The End Of It All” e rendetevi conto di cosa si lascia scappare la gente. Gli australiani rimangono dunque roba per pochi eletti pur con un suono del genere, e a noialtri non resta che augurare un destino più roseo ai tantissimi act minori che ci faranno ascoltare i risultati delle loro fatiche nel corso del nero settembre appena cominciato: i danesi Ildskær ad esempio ci racconteranno i bombardamenti di Copenaghen del 1807 nei solchi di Den Rædsomste Nat”, concept/debut del duo nella cui scaletta ci sarà anche “Matrosen”, mentre gli Idolatria da Pordenone, a giudicare dalla bile straripante in “Vulture – The God Of Last Rites”, contribuiranno allo stato di grazia in cui versa il panorama italico grazie al loro sophomore record Tetrabestiarchy”; i primi sono usciti ieri mentre i secondi usciranno domani, e se le orecchie vi funzionano ancora vedete di far loro un regalo dopo anni di onorato servizio e di soddisfare al contempo la vostra sete di metallo nero. Poco più tardi, il 22 settembre, sarà infine la volta dei bielorussi Zaklon col loro sesto album Zychod”, dal quale proviene la qui presente “Zhubnym Śviatłom…”. Non bastasse poi codesta cinquina di novità piazzata dritta sulla vostra tempia, la redazione si è prodigata nel colmare eventuali lacune mettendo le mani su Fury Of Ancient Race”, esordio del progetto polacco Thurthul uscito lo scorso marzo ma assai meritevole di vedere inclusa in playlist la dirompente “Honor And Pride”.
E così, mentre il 2020 entra nelle sue fasi finali sull’onda di ottime pubblicazioni, il 2021 non pare di già voler essere da meno visti certi annunci pervenutici ultimamente dalla cara vecchia Scandinavia. Accanto al quasi messianico ritorno dei Thyrfing, la Svezia assicura che pure gli Unanimated daranno alle stampe il frutto di ben dodici anni di assenza (maggiore), per cui dal piccolo classico Ancient God Of Evil” viene sparata “Dying Emotions Domain”; oltreconfine i ben più presenti norreni Vreid sono già chiusi in studio per le registrazioni del loro nono album, e noi qui siamo già emozionati come al primo ascolto di Sólverv” e della celestiale “Ætti Sitt Fjedl”.
Quella di oggi è tra l’altro una puntata dal coefficiente di Norvegia scandalosamente basso per i dovuti standard, quindi bisogna correre ai ripari con un solo recupero disponibile, ma di quelli che ti colpiscono nel profondo: la voce ultraterrena di Garm ci offre un altro viaggio verso l’ultima alba con la grazia barbara di “The Dawn Of The End”, da quel The Olden Domain” che nel 1997 segnò un secondo centro pieno a favore dei Borknagar.
Non troppo distanti dalla creatura di Øystein Brun per ubicazione (di nuovo Svezia) e identità, seppur inclusi nel nostro running order di oggi non per slancio idealistico ma per lieta commemorazione, i Månegarm più sanguinari di “Frekastein” mettono tutti in riga per il saluto finale a ventuno cannonate, sparate in omaggio ai quindici anni appena compiuti dal capolavoro Vredens Tid”. Gli sfortunati che non se lo ricordano vadano prima a rivedersi una delle copertine più belle di sempre e solo dopo riprendano in mano questo discone imparandoselo a menadito, visto che prossima settimana avremo ancora Erik Grawsiö e compari al bancone per un altro brindisi…

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Macabre Omen“Anamneses From The Past (Sirens Calling)” (from Anamneses” (EP), Ván Records 2020)

2. Månegarm“Frekastein” (from Vredens Tid”, Displeased Records 2005)

3. Ildskær“Matrosen” (from Den Rædsomste Nat”, Wolfspell Records 2020)

4. Unanimated“Dying Emotions Domain” (from Ancient God Of Evil”, No Fashion Records 1995)

5. Thurthul“Honor And Pride” (from Fury Of Ancient Race”, Dark Omens Productions 2020)

6. Idolatria“Vulture – The God Of Last Rites” (from Tetrabestiarchy”, Signal Rex Records 2020)

7. Vreid“Ætti Sitt Fjedl” (from Sólverv”, Indie Recordings 2015)

8. Zaklon“Zhubnym Śviatłom…” (from Zychod”, Werewolf Promotion 2020)

9. Borknagar“The Dawn Of The End” (from The Olden Domain”, Century Media Records 1997)

10. Autumn’s Dawn“The End Of It All” (from Dying Ember”, Dark Adversary Productions 2020)

Michele “Ordog” Finelli

Precedente Agosto 2020 - Núll Successivo Pagan Storm News: 28/08 - 03/09