Weekly Playlist N.30 (2020)


 

È notizia di pochi minuti fa (se non altro al momento della stesura dell’articolo che state leggendo) che l’edizione 2020 del sempre atteso Black Winter Fest si svolgerà per presumibile forza di cose con ingressi ridotti a 200 unità ed altre possibili limitazioni di sorta (tra cui un bill che, senza troppi giri di parole, è piuttosto la data italiana neanche troppo allargata di un tour europeo). Lungi con ciò da chi scrive il colpevolizzare l’organizzazione di questo o degli altri eventi che inevitabilmente presenteranno simili connaturate osticità, ma è innegabile che tale prospettiva pensata per accontentare tutti senza probabilmente accontentare nessuno getti un’altra ombra sulla questione concertistica ormai sospesa e tenuta in secondo piano su queste pagine da quasi cinque mesi, e ciononostante ancora cara anche ai redattori più anti-social-life del Metal web italiano: vi basti pensare che al sottoscritto, una volta notato l’avvicinarsi sempre più imminente di Ferragosto, è salita la nostalgia (canaglia) dello stupendo Frantic Fest andato in scena proprio un anno fa, ed il cui seguito è di stacco la perdita più grave per questa stagione festivaliera italiana tanto promettente.
Ora, siccome infliggere sofferenze psicologiche tramite musica e parole agli adepti è da sempre uno dei principali obbiettivi di Pagan Storm Webzine, l’idea è di partire rilassati con un paio di giri di giostra offerti da due dei gruppi che avremmo tanto voluto vedere proprio sul palco della kermesse abruzzese, e che invece ci ascolteremo per conto nostro confidando nell’estate a venire: nella prima giornata si sarebbero dovuti esibire (piazzati tra Godflesh e Nebula, tanto per intenderci), gli statunitensi Wolves In The Throne Room, i quali per lo meno hanno sfruttato la pausa forzata per lavorare al seguito del loro entusiasmante ultimo nato Thrice Woven” del 2017: proprio da quel discone così apprezzato dai supporter del trio abbiamo scelto di dare fuoco alle polveri con la classe assoluta di “Born From The Serpent’s Eye”, l’ottima traccia di apertura che inaugura anche la selezione odierna. Headliner indiscussi della seconda giornata sarebbero invece stati gli indomiti Marduk, uno di quei nomi tanto cari a queste pagine da necessitare di qualche recupero possibilmente fuori dagli schemi ogni volta che ve ne si parla; e stavolta famolo (più) strano includendo la stilisticamente inaspettatissima quanto concettualmente sorprendente cover “Oil On Panel” registrata dagli svedesi come B-side del singolo Souls For Belial” (vogliamo sperare non servano ulteriori riferimenti temporali e/o discografici), in origine scritta dalla penna dell’istrionico David Eugene Edwards del complesso statunitense Wovenhand.
Siete domiciliati nel profondo Nord e non avete testa di farvi otto ore di autostrada sotto il sole? Male, ma gioite lo stesso, poiché per l’estate 2021 sono già state riprogrammate le tre giornate del Luppolo In Rock di Cremona, con la prima (16 luglio) a presentare invariata la formazione a cuneo EnsiferumTurisasMoonsorrow: di questi tre illustri portabandiera del verbo finnico più folkloristico, proprio i primi saranno al centro della scena non solo per il loro ruolo di main-eventer ma anche per il responso forse inaspettatamente positivo avuto con l’ultima fatica Thalassic”, fuori da ormai quasi un mesetto. Come da procedura quando i big del settore ottengono il benestare di chiunque, la redazione non ha ancora un parere unanime sulla questione, ma si limita ad analizzarne pregi e difetti passando al setaccio i pezzi e constatando in ogni caso la rinnovata incisività di scrittura dei ragazzi in un pezzo da novanta autentico come “Cold Northland (Väinämöinen Part III)”. Chi segue con dedizione le nuove proposte tenga invece bene a mente gli Ildskær, duo danese che promette benissimo con l’esordio Den Rædsomste Nat” in arrivo il 2 settembre ed introdotto ai curiosi dalla cavalcata inarrestabile “I Korpsets Rækker”; se invece vivete per il culto e il vostro cuore batte a ritmo di batterie registrate in maniera peculiare, il consiglio è di provare il nuovo full-length dei Blood Stronghold uscito lo scorso marzo, intitolato Spectres Of Bloodshed” e recante oggi in dote di presentazione “Sunder”.
Si esauriscono con ciò le novità vere e proprie ma non certo la grande musica creata nell’ultimo decennio vista la presenza in playlist di due validi rappresentanti del metallo nero più trionfante d’inizio e fine anni ’10, per l’occasione rispolverato dalle mensole: dalla Svezia gli instancabili Skogen ci danno dentro con “Dighra Dödh”, dal sophomore del 2011 Svitjod”, mentre le partiture arrembanti infilate dai francesi Véhémence in “La Fronde Des Anges” saranno di sicuro un’esca fruttuosa per chi lo scorso anno aveva tralasciato il loro secondogenito Par Le Sang Versé”. E l’ultimo ascolto caldeggiato dai redattori senza particolare motivo che non risieda nella assoluta qualità è in realtà un classico di quelli veri che chiude l’odierna puntata ricordandoci, a prescindere dallo scorrere del tempo, delle mode e del buongusto di Sigurd Wongraven, come la Norvegia di metà anni Novanta fosse uno scenario semplicemente irripetibile, a mosaico, a tutto tondo, uno nel quale pure un’uscita estemporanea tipo Fjelltronen” finiva con l’aprire strade prima mai battute.
Lo spegnersi di “Fra Fjelltronen” però non significa necessariamente la fine dei giochi, poiché il pulsantone qui sotto è lì per un altro giro alla (ri)scoperta di altri due piccoli capolavori di cui abbiamo celebrato gli anniversari negli ultimi sette giorni: insieme all’unico opus a firma Wongraven e a tante altre pietre miliari scandinave, il 1995 diede i natali anche ad alcuni tra i primi e più grandiosi esempi di Black Metal nell’Europa continentale, tra cui fa tuttora bellissima mostra Nachthymnen (From The Twilight Kingdom)” degli indiavolati istrioni austriaci Abigor, a cui facciamo tanti auguri mandando in onda “As Astral Images Darken Reality”. L’ultima soffiata di candeline ci riporta però in Svezia per i trent’anni appena compiuti da Incantation”, praticamente metà dell’assai rilevante lascito dei seminali Grotesque. Riassuntino facile facile per i meno informati: prima di mandare in rovina la propria voce ed il Death Metal svedese con gli At The Gates (gli insulti mandateli esclusivamente a chi firma questo articolo e possibilmente via mail; sarà un piacere leggerli bevendo un tè caldo miscelato alle vostre lacrime), Tomas “Goatspell” Lindberg registra assieme al sodale Kristian “Necrolord” Wåhlin questo sorprendente mini dove i Boss HM-2 lasciano spazio ad un suono meno pesante e per molti versi pienamente assimilabile a quello che si sarebbe sentito in Norvegia subito dopo. Se questo mix che ribolle primordiale, oggi sicuramente datato ma nel contesto del 1990 estremamente pionieristico per stile e malvagità vi intriga allora beccatevi “Blood Runs From The Altar” in mezzo alla playlist, altrimenti provate i Lik e siamo tutti contenti uguale.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Wolves In The Throne Room“Born From The Serpent’s Eye” (from Thrice Woven”, Artemisia Records 2017)

2. Marduk“Oil On Panel (Wovenhand Cover)” (from Souls For Belial” (EP), Century Media Records 2012)

3. Abigor“As Astral Images Darken Reality” (from Nachthymnen (From The Twilight Kingdom)”, Napalm Records 1995)

4. Ildskær“I Korpsets Rækker” (from Den Rædsomste Nat”, Wolfspell Records 2020)

5. Skogen“Dighra Dödh” (from Svitjod”, Frostscald Records 2011)

6. Blood Stronghold“Sunder” (from Spectres Of Bloodshed”, Putrid Cult Records 2020)

7. Grotesque“Blood Runs From The Altar” (from Incantation” (EP), Dolores Recordings 1990)

8. Véhémence“La Fronde Des Anges” (from Par Le Sang Versé”, Antiq Records 2019)

9. Ensiferum“Cold Northland (Väinämöinen Part III)” (from Thalassic”, Metal Blade Records 2020)

10. Wongraven“Fra Fjelltronen” (from Fjelltronen”, Moonfog Productions 1995)

Michele “Ordog” Finelli

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