Weekly Playlist N.28 (2020)

 

Le succulente novità non soltanto inedite proposte questo giovedì non sono solamente degli ottimi brani in senso stretto, ma anche delle ulteriori testimonianze della salute di cui godono, almeno per quest’anno, tre panorami europei in particolare. Certamente nessuno si stupirà se ancora una volta si cantano le lodi della lontana terra dei mille laghi, ma al contrario il rinnovato vigore con cui le “sorelle” Italia e Grecia hanno affrontato il 2020 non può che far piacere ai cultori dei suoni estremi e mediterranei.
Prima però di peregrinare verso le rive del mare nostrum, l’ordine in cui la presente playlist è stata escogitata ci fa puntare per l’appunto i riflettori verso la Finlandia, e non potrebbe essere altrimenti visto lo spessore dei monicker che aprono e chiudono la puntata: ve lo avevamo accennato già settimana scorsa, e finalmente possiamo confermare il ritorno dei Finntroll (con tanto di singolo) e degli Impaled Nazarene (con tanto di… brevi video dallo studio). Diretta e coincisa come dovrebbe essere ogni anteprima, “Ormfolk” non nasconde comunque il taglio alquanto aggressivo intrapreso dalla band di Trollhorn che avevamo profetizzato e sul quale ci auguriamo poggerà le proprie basi l’intero Vredesvävd”, in arrivo nei negozi sopravvissuti al lockdown il prossimo 18 settembre. Non avendo invece materiale con cui speculare sulla direzione di Eight Headed Serpent”, attesa prova di capitan Luttinen e allegri compari dopo ben sei anni, noialtri si ripesca quel campionario di cattive maniere e peggiori intenzioni datato 1996, meglio conosciuto come Latex Cult”, il cui delicatissimo basso ha forgiato i nostri timpani tanto quanto l’irruenza di una “Delirium Tremens”.
Facciamo poi rotta verso la promessa Ellade, dove non sono tanto gli act più giovani a farsi notare quanto i veterani più navigati, impegnati in progetti vecchi e nuovi: abbiamo visto negli scorsi mesi Kawir (gennaio), Serpent Noir (febbraio) ed Acherontas (giugno) fare molto bene con le rispettive pubblicazioni; e mentre pure gli “esordienti” Yoth Iria non hanno per nulla deluso le aspettative dovute al pedigree, un’altra interessante formazione con al suo interno alcune leggende del panorama greco è senza dubbio quella dei Katavasia. Il vocione di Necroabyssious costituisce solo uno dei molti motivi per ascoltare Magnus Venator”, sophomore record del gruppo disponibile dal 4 settembre, mentre i restanti li potete già sentire nella traccia inedita che ne farà parte, intitolata “Chthonic Oracle”. “Una faccia, una razza” si diceva in tempi meno discussi, ed infatti anche l’Italia non si sta affatto dimostrando da meno producendo una serie di eccellenti uscite sin da inizio anno. A ruggire con sempre maggior vigore è il Mezzogiorno, come già si era visto, la cui travagliata Palermo forma l’epicentro attorno al quale ruotano i due nomi oggi suggeriti: se da una parte l’EP Scisma”, edito a maggio e citato tramite “Grotta”, colloca gli Ortro nella cosca delle giovani e rampanti nuove promesse del sottosuolo meridionale, dall’altra il ritorno in pista con tanto di contratto discografico dei più stagionati Nazgûl offre l’occasione per una rispolverata del loro riuscitissimo, unico full-length in carriera De Expugnatione Elfmuth” grazie alla trascinante “In Summis Montibus”.
I bei dischi quindi li abbiamo, mentre a mancare sono ancora i bei concerti a cui tanto ci piaceva andare per mettere in mostra il nostro giubbotto intoppato e la nostra scarsa dimestichezza nelle relazioni sociali. Ma non temete, abitanti dei sobborghi, poiché per il 16 maggio del prossimo anno si attende allo Slaughter Club di Milano l’arrivo dell’ennesimo carrozzone tutto occhiali da sole, pietose scazzottate da film muto e retorica insopportabile: presi in mezzo al fuoco incrociato di Revenge e Profanatica (ormai incagliati nel giro “war/bestial/cholesterolic” nonostante i dissing di monsignor Ledney), Misþyrming ed Ultra Silvam terranno le loro prime esibizioni in assoluto nel nostro paese proprio in questo contesto assai sfavorevole, anche se il classico “intenditore” esaltato da tutti gli opener della serata lo si troverà di sicuro. Qualunque sia l’accoglienza riservata a questi due grupponi, Pagan Storm Webzine consiglia vivamente la presenza all’evento mandando in onda prima “Ég Byggði Dyr Í Eyðimörkinni” da Söngvar Elds Og Óreiðu”, e poi “Ödesalens Uppenbarelse” dal mortale The Spearwound Salvation”: raccomandiamo inoltre di seguire le norme di sicurezza, ossia mascherina in faccia e un metro di distanza da chiunque se la senta perché ascolta i Revenge.
Ma visto che in ogni caso abbiamo ancora una decina di mesi prima di questo ricevimento mondano, c’è tutto il tempo per dare una scorsa agli anniversari in cerca di qualche diversivo alla noiosa quotidianità. Il programma di oggi ne prevede solo uno, ma di quelli che fa sempre bene riscoprire data la poca fama riscossa: dal terzo lavoro dei norreni Helheim, l’ormai fresco ventenne Blod & Ild”, abbiamo estratto per il vostro sollazzo uditivo le eteree tastiere appoggiate sull’affilata chitarra serpeggiante in “Kjenn Din Fiende”.
Questa lieta ricorrenza e le notizie che ci arrivano riguardo l’appena annunciato album di inediti targato Isengard sono sufficienti per farci venire nostalgia della cara vecchia Norvegia, e visto che da quelle parti c’è ancora oggi un gran movimento noi torniamo alle origini anche di un’altra istituzione scandinava anch’essa in piena attività. Li avevamo sentiti al top della forma giusto sette giorni fa col singolo fresco di conio “Jettegryta”, mentre stavolta gli Enslaved li riscopriamo con qualche anno in meno e parecchia cattiveria in più: quella di cui è impregnato il sempiterno Frost” e che tocca l’apice in “Jotunblod”. Rimanete però con gli occhi e le orecchie ben fissati sul sempre più vicino autunno, quando oltre all’attesissimo Utgard” ci saranno i rientri di tanti altri assi della Scandinavia dei bei tempi, come ad esempio gli svedesi Necrophobic: mancano invece, da quasi tre lustri e per ovvie ragioni, gli impareggiabili Dissection del fu Jon Nödtveidt, la cui assenza da questo mondo rende obbligatorio un periodico tributo all’operato strettamente musicale di questo indubbio talento. A fine anno sarà nostro privilegio rimembrare il venticinquennale di Storm Of The Light’s Bane”, mentre per il momento ci concediamo un’altro giro dell’altro capolavoro The Somberlain” grazie alla stupenda “A Land Forlorn” inclusa nella playlist di oggi.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Finntroll“Ormfolk” (from Vredesvävd”, Century Media Records 2020)

2. Helheim“Kjenn Din Fiende” (from Blod & Ild”, Ars Metalli Records 2000)

3. Katavasia“Chthonic Oracle” (from Magnus Venator”, Floga Records 2020)

4. Misþyrming“Ég Byggði Dyr Í Eyðimörkinni” (from Söngvar Elds Og Óreiðu”, Terratur Possessions Records 2015)

5. Nazgûl“In Summis Montibus” (from De Expugnatione Elfmuth “, Elegy Music 2002)

6. Ortro“Grotta” (from Scisma” (EP), Narcoleptica Productions 2020)

7. Enslaved“Jotunblod” (from Frost”, Osmose Productions 1994)

8. Dissection“A Land Forlorn” (from The Somberlain”, No Fashion Records 1993)

9. Ultra Silvam“Ödesalens Uppenbarelse” (from The Spearwound Salvation”, Shadow Records 2019)

10. Impaled Nazarene“Delirium Tremens” (from Latex Cult”, Osmose Productions 1996)

Michele “Ordog” Finelli

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