Weekly Playlist N.20 (2020)

 

La barbarica orda dei figli della notte è tornata ad invadere le piazze cittadine, portandosi dietro risse, bottiglie rotte e deprecazioni da parte dei tristi popolani terrorizzati. Siccome spargere la pestilenza mentre si è comodamente seduti a sorseggiare un cocktail multicolore è qualcosa che Pagan Storm Webzine approva senza remore, quella di oggi più che una playlist è una sequenza di hit vecchie e nuove che qualunque adoratore di questi suoni vorrebbe sentire sparata dalle casse del proprio locale preferito.
Non pensate però per forza ai classici dei bei tempi andati (anche se ci sono, altroché se ci sono…), piuttosto aprite bene le orecchie di fronte ad alcune tra le opere più attese dal vostro fido staff, ovviamente a cominciare dal primo singolo estratto dal ritorno dei supremi Enslaved: al momento di una release date effettiva per Utgard” nemmeno l’ombra, ma i norvegesi tra i più amati di tutti i norvegesi su queste pagine ci stanno già facendo sognare grazie a “Homebound”, gustosissimo assaggio con cui non potevamo non iniziare la solita enumerazione in prosa; e per rimanere in tema di novità dai campioni del Viking Metal di ieri passiamo ai campioni del Viking Metal di oggi, ossia i nostri islandesi Árstíðir Lífsins finalmente usciti con la seconda parte del loro doppio album Saga Á Tveim Tungum”; non ha ormai nemmeno più senso chiedersi se quest’ultimo opus abbia mantenuto i livelli dell’a dir poco riuscito capitolo precedente ma se siete giustamente curiosi in merito il prodotto finale dovrebbe essere già disponibile un po’ ovunque, mentre qui ci si limita alla sola “Er Hin Gullna Stjarna Skýjar Slóðar Rennr Rauð” per incominciare a presentarvelo. Degli altri isolani su cui la redazione nutre grandi speranze sono poi gli australiani Autumn’s Dawn, che con “Movie Scene” come seconda anteprima confermano oltre al dovuto feeling anche una certa versatilità di ritmi e partiture, qualità che speriamo di ascoltare nell’intero Dying Ember” non appena questi due aussie saranno così gentili da farcelo sentire o da dirci qualcosa di più al riguardo.
Prima di procedere con qualche altra nuova prelibatezza acustica pure chi scrive si leva volentieri il cappello di fronte ai sorprendenti Kły, una misconosciuta sensazione polacca in bilico tra ottimo senso melodico ed assortite stramberie d’avanguardia alla quale la nostra propaganda ha reso giustizia analizzando approfonditamente tramite recensione il sophomore record d’inizio maggio Wyrzyny”, che da martedì vi è stato proposto come disco della settimana. La lista di bella roba arrivata sul mercato questo mese dunque si infittisce, ma il sentore che di questo dischetto se ne riparlerà ancora è assai forte quando giunge all’orecchio un pezzo come “Trójząb”.
Del resto, negli anni passati, Pagan Storm Webzine ha fatto da involontario ufficio stampa (alla sua maniera) a parecchi nomi davvero troppo poco calcolati specialmente qui in Italia, ed uno dei fiori all’occhiello in tal senso è l’articolo pubblicato ai tempi (troppo facile aspettare qualche mese e cavalcare l’hype, carissimi, ma pur sempre meglio che nulla…) sul secondo lavorone dei greci Macabre Omen: dovremmo forse iniziare a valutare l’idea di festeggiare anche le ricorrenze a partire dai cinque anni di pubblicazione, dato che proprio in questo periodo nel 2015 il magico duo tirava fuori Gods Of War – At War”, quindi per questo involontario anniversario travestito da ascolto consigliato dallo staff ecco allora “Hellenes Do Not Fight Like Heroes, Heroes Fight Like Hellenes”. Ai sette minuti di testosterone che chiunque si attenderebbe (correttamente) da un titolo simile si alternano i sette minuti di pestaggio che chiunque si attenderebbe (altrettanto correttamente) invece da un gruppo chiamato Christicide, nel quale per la cronaca militavano fino allo split-up del 2014 il leader Scars ed il gregario d’eccezione Ardraos; giusto un anno prima dello scioglimento questi francesini molto poco educati tirano fuori Upheaval Of The Soul” ed escono dal campo a testa altissima lasciando dietro di se le macerie causate dalla bestiale “Solitude With The Devil”.
Adesso però rialzatevi e scrollatevi di dosso la polvere, perché al cospetto di un tale four pieces celebrativo occorre presentarsi belli puliti, ordinati e profumati alla lavanda in modo da essere definitivamente rigettati nel fango da cui tutti proveniamo: per scaldarsi serve qualcosa di sprint, di giovane e leggero, quindi direi che gli oltre diciassette minuti di cui si compone il secondo capitolo dell’immenso A Collapse Of Faith” facciano proprio al caso vostro; la recente pubblicazione del nuovo A Fall Of An Epoch” è già un motivo sufficiente per diffondere il verbo dei finlandesi October Falls, ma non bastasse questa settimana ci sono stati anche i dieci anni tondi tondi compiuti dal loro terzo platter, giusto per scuotere anche i musoni fermi al 2010 (ce ne sono?) incitandoli a scoprire cosa combina oggi il progetto. Un altro decennio indietro ed eccoci invece nella triste Irlanda, dove i Primordial di Spirit The Earth Aflame” fanno il salto (nemmeno troppo lungo) di qualità passando indiscutibilmente alla Serie A del Metal europeo, e ciononostante trascinandosi dietro le tracce di quel malessere da periferia dublinese che rendono tanto particolare quanto indovinata “The Burning Season”. L’abisso si affaccia infine sul nostro mondo e non ha nulla dell’eleganza di Mikko Lehto ed Alan Averill, ma ci rammenta lo stesso le nostre origini primordiali con due dei tanti lavori che resero il 1985 un’annata cardine per qualsiasi genere estremo. Chi durante la lettura di queste righe ha già iniziato l’ascolto della playlist se ne sarà già accorto per il leggendario semi-omonimo pezzo in apertura, ma giusto ieri The Return……” dei Bathory è arrivato a trentacinque anni di gloriosa esistenza, ed in tutta onestà le parole sono forse l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Ma a spalleggiare Quorthon nella cacciata degli angeli dal paradiso ci sono anche gli amati/odiati crucchi Destruction, senza dubbio meno iconici per noi cuori neri ma comunque corazzati del devastante quanto significativo capolavoro di seminalità Infernal Overkill”: parte quindi in playlist “The Ritual”, e d’improvviso ecco che chi deve tacere tace.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Bathory“The Return Of The Darkness And Evil” (from The Return……”, Black Mark Production 1985)

2. Primordial“The Burning Season” (from Spirit The Earth Aflame”, Hammerheart Records 2000)

3. Macabre Omen“Hellenes Do Not Fight Like Heroes, Heroes Fight Like Hellenes” (from Gods Of War – At War”, Ván Records 2015)

4. Enslaved“Homebound” (from Utgard”, Nuclear Blast Records 2020)

5. Árstíðir Lífsins“Er Hin Gullna Stjarna Skýjar Slóðar Rennr Rauð” (from Saga Á Tveim Tungum II: Eigi Fjǫll Né Firðir”, Ván Records 2020)

6. Kły“Trójząb” (from Wyrzyny”, Pagan Records 2020)

7. October Falls“A Collapse Of Faith II” (from A Collapse Of Faith”, Debemur Morti Productions 2010)

8. Autumn’s Dawn“Movie Scene” (from Dying Ember”, Eisenwald Tonschmiede 2020)

9. Destruction“The Ritual” (from Infernal Overkill”, Steamhammer Records 1985)

10. Christicide“Solitude With The Devil” (from Upheaval Of The Soul”, Those Opposed Records 2013)

Michele “Ordog” Finelli

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