Weekly Playlist N.15 (2021)

 

Da ormai un paio di settimane a questa parte gli oneri di Darkest Past si sono fatti quantitativamente meno impegnativi, e la redazione ha avuto così modo di guardarsi intorno e scegliere con maggior oculatezza le tracce appena sfornate con cui occupare metà della scaletta del giovedì. Ultimamente infatti il pur sempre interessante fronte delle anteprime ha fatto registrare uno picco inaspettato in tutta Europa con attesi ritorni, ottime conferme e nuove sensazioni a cui prestare attenzione.
Ma per ora andiamo con ordine e partiamo dalle cose importanti: qualora siate provvisti di connessione internet sarete già venuti a contatto con un rassicurante bafometto corredato da funghi atomici, immagine promozionale semplice ma onesta scelta dagli Impaled Nazarene per la diffusione della tellurica “Goat Of Mendes” e dell’omonimo EP, quest’ultima una perfetta introduzione al comeback dei finlandesi dopo sette anni col prossimo Eight Headed Serpent”. Non è nemmeno vagamente necessario stare a rivangare la stima di Pagan Storm Webzine per l’ensemble in questione (che oltretutto verrà ribadita tra qualche giorno) – ergo, per ora ci limitiamo ad una banale raccomandazione: le brave persone hanno già un impegno fissato per il 28 maggio, mentre per gli altri c’è sempre la streaming reunion degli Emperor. Secondo i nostri calcoli la fine di maggio dovrebbe vedere anche il rilascio di …Vom Himmel, Hoch Herab”, sophomore dei teutonici Eisenkult ovviamente privo di release date ufficiale come da usanza Purity Through Fire. Dettagli permettendo, il singolo incluso in scaletta di nome “Ein Brunnen Voller Aas” suona convincente abbastanza da farci mettere in lista ancora una volta il side project dei fidati manovali Mavorim e Totenwache, augurandoci però che a questo giro badino più ai riff che ai synth. In una ipotetica gara al ribasso tra etichette dal buon roster ma dalla visibilità volutamente inesistente, quella tedesca sopra citata dovrebbe comunque accontentarsi del secondo posto di fronte a Werewolf Records, capace di far uscire nel silenzio generale persino il nuovo progetto di un musicista affermato tipo V-KhaoZ: è stato appunto pubblicato a metà marzo In Worship Our Blood Is Buried”, debutto degli Embryonic Slumber consigliato caldamente a qualunque sostenitore dello scenario finnico in salsa sinfonico-ambientale, a cui viene sottoposta la valida “Mortify Your Servant” come test per un successivo ascolto completo. Provengono invece dalla Polonia i Mānbryne, apprezzata rivelazione che ha esordito ad inizio aprile con Heilsweg: O Udręce Ciała I Tułaczce Duszy”, segnalato ai meno puntuali in platea attraverso la strisciante “Mortify Your Servant” sebbene questa volta i posti all’esclusivo tavolo da quattro vedano già abbastanza delineati i nomi coinvolti; tra di essi molto probabilmente immancabili saranno dal 30 aprile i cari vecchi Vreid, i quali al quarto assaggio del nuovo (se ancora tale può definirsi) Wild North West” hanno davvero piazzato il carico da 11. “Into The Mountains” innalza a livelli inusitati le quotazioni dei norvegesi, attualizzando l’esperienza Windir ed entrando di ottimo diritto tra i tormentoni che canticchieremo per tutto l’anno, con le tastiere (!) ed il ricordo di Valfar sempre nel cuore.
Fa sempre piacere una pubblicazione inedita da parte di un gruppo seguito da tempo immemore, tanto che oltre a Hváll e soci un minimo di gloria va anche all’indefesso Ardraos, proprio in codesti attimi recluso nei casolari della Francia centrale alla ricerca delle soluzioni ideali per tirare fuori un altro disco come richiede lo standard dei suoi Sühnopfer: sia in qualche modo accettato che ora la stampa metallara nostrana si sente giustificata nel porre una data di scadenza ai dischi, ma voi vi ricordate quanto era ed è dannatamente esaltante Hic Regnant Borbonii Manes”? Noi sì, altroché, e per buon auspicio verso una delle migliori realtà francesi attive ci sembra carino aggiungere a questo nerissimo ricettacolo la title-track griffata 2019.
Insistiamo però con le sonorità contemporanee, anche perché non è poi così scontato trovarne di fattura impeccabile quanto quella sentita a febbraio nelle spire del sublime The Thule Grimoires”; La Gente Deve Sapere sarà pure passata dall’esaltazione in solitaria degli Aethyrick al coro trasversale (ma fin troppo poco voluminoso) di lodi riservate ai The Ruins Of Beverast per il disco di questa settimana, ma è comunque vero che cose come “Deserts To Bind And Defeat” demandano l’approvazione di qualunque essere vivente dotato di udito, a maggior ragione se costui coordina le mosse dell’angolo più oscuro del music web italico.
Manteniamo relativamente bassi i bpm e facciamon ora ritorno alle prime battute dell’articolo, quando si faceva riferimento ai pochi album ricacciati nello stereo per merito delle ricorrenze segnalate da Darkest Past. Di certo è ancora troppo presto per stabilire la portata storica a tutto tondo di un’annata tutto sommato recente quale il 2011, ma d’altro canto va tenuta a mente una trilogia imprescindibile nel delinearsi di alcune derive e peculiarità del moderno Black Metal avente il celeberrimo titolo di 777″: ha difatti compiuto dieci primavere in settimana Sect(s)”, primo passo compiuto dai noti francesi Blut Aus Nord lungo questo sentiero accidentato, reso a parole da un apposito scritto e celebrato nella sua morsa soffocante dalle note della seconda epitome.
Un solo anniversario dunque, e per di più non rimandante agli anni novanta; c’è materiale a sufficienza per una bella denuncia ai nostri danni, ma prima di contattare il più vicino ufficio di cult-police vi invitiamo a stendervi in posizione fetale, in modo da recepire alla massima potenza una doppietta immotivata per la quale ogni presentazione è superflua. Dal mitologico Pure Holocaust” gli Immortal che furono ci scaraventano il cavallo di battaglia “The Sun No Longer Rises”, traccia imprescindibile per chiunque voglia anche solo avere a che fare con questa roba qui, mentre è infine la sprezzante ritrosia allo scorrere delle stagioni quella weltanschauung che anima oggi come nel 2002 gli svedesi Craft, riesumanti attraverso l’indimenticato Terror Propaganda” e la tossica bordata omonima tutto ciò che di questa musica fa davvero paura nel profondo; non tanto il trucco facciale o le copertine sguaiate, ma l’insofferenza verso qualunque forma di vita e suono sprovvisto di screaming o chitarre sferraglianti.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Impaled Nazarene“Goat Of Mendes” (from Eight Headed Serpent”, Osmose Productions 2021)

2. The Ruins Of Beverast“Deserts To Bind And Defeat” (from The Thule Grimoires”, Ván Records 2021)

3. Sühnopfer“Hic Regnant Borbonii Manes” (from Hic Regnant Borbonii Manes”, Debemur Morti Productions 2019)

4. Blut Aus Nord“Epitome II” (from 777 – Sect(s)”, Debemur Morti Productions 2011)

5. Eisenkult“Ein Brunnen Voller Aas” (from …Vom Himmel, Hoch Herab”, Purity Through Fire Records 2021)

6. Embryonic Slumber“Mortify Your Servant” (from In Worship Our Blood Is Buried”, Werewolf Records 2021)

7. Mānbryne“W Pogoni Za Wiarą” (from Heilsweg: O Udręce Ciała I Tułaczce Duszy”, Terratur Possessions 2021)

8. Immortal“The Sun No Longer Rises” (from Pure Holocaust”, Osmose Productions 1993)

9. Vreid“Into The Mountains” (from Wild North West”, Season Of Mist Records 2021)

10. Craft“Terror Propaganda” (from Terror Propaganda (Second Black Metal Attack)”, Selbstmord Services 2002)

Michele “Ordog” Finelli

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