Weekly Playlist N.14 (2020)

 

Più le cose cambiano e più restano le stesse, a ben vedere; persino in questo periodo di incertezza per gli artisti che tutti noi amiamo e supportiamo, buona parte dei cosiddetti tabloid di settore sembra infatti preferire concentrarsi su polemiche acchiappa-click mosse da gruppi Metalcore scadenti (per il solito paradigma per cui fanno schifo a tutti, ma tutti ne parlano sempre) e dichiarazioni dell’ennesimo attesissimo stregone del villaggio sull’impossibilità di riprendere coi concerti fino all’autunno del 2021. Non staremo qui a fare nomi e cognomi, sia perché fortunatamente non abbiamo lo stesso ambitissimo numero di follower di chi la scorsa settimana li ha fatti sul serio, sia perché al momento siamo (a nostro dire, ben meglio) impegnati in un paio di progetti, uno da un paio di giorni un po’ meno segreto dell’altro, che ci auguriamo allieteranno gli ultimi (?) giorni di quarantena a chi ha ormai comprensibilmente perso interesse in questa corsa allo scoop: believe the hype.
Nell’attesa, torniamo indietro giusto di un mesetto e come anticipato la settimana scorsa puntiamo di nuovo i faretti su quanto uscito durante lo scorso marzo, in quello che è stato il trionfo delle nomine singole. Ben tre album su quattro sono difatti entrati nel consueto articolo riassuntivo col benestare di un solo redattore, ma non provate nemmeno a pronunciare la parola filler quando c’è di mezzo Pagan Storm Webzine: caldeggiato a titolo squisitamente personale dal nostro solo Feanor, ma ben recepito anche nel resto del web, il ritorno degli slovacchi Malokarpatan con Krupinské Ohne” si è fatto notare nonostante il clima pesante del periodo e merita dunque un’ulteriore esposizione, oggi nella forma di “Na Černém Kuoni Sme Lítali Firmamentem”. A riunire invece quasi tutto lo staff sotto il segno delle badilate sulla nuca sono stati i Chotzä, campioni di galateo svizzero ed autori del sorprendente Tüüfuswärk” che ancora picchia forte con tracce tipo “Süüchägott”.
Ma mentre sulle Alpi si fa incuranti baldoria con droga, strappone e sedie lanciate addosso ai passanti, nella Spagna in cui la situazione è in questo momento innegabilmente e tangibilmente più pesante si richiede musica adatta alle circostanze, alla quale pare provvederanno adeguatamente dal 19 giugno gli Aversio Humanitatis diffondendo il loro sophomore album Behold The Silent Dwellers”, dal quale vi presentiamo oggi il singolo “The Wanderer Of Abstract Paths”.
In ogni caso il trend del 2020 rimane ad oggi quello dei mesi precedenti, ovverosia molte produzioni stuzzicanti e sorprendenti ma delle quali solo una minoranza sembra riuscire a mettere d’accordo su larga scala il pubblico, anche per via dell’ancora scarsa notorietà di quasi tutte le band già apprezzate da gennaio. Del resto molti nomi più reclamizzati non li sentiremo prima dell’estate inoltrata o dell’autunno, quando nei nostri impianti finalmente arriveranno, ad esempio, gli attesissimi rientri in carreggiata di Finntroll ed Enslaved: a Ferragosto Trollhorn e compari interromperanno finalmente un silenzio durato sette maledetti anni pubblicando un full-length che sarà con larghissima probabilità accolto con lo stesso squillo di trombe all’inizio di “Skog”, dal meno conosciuto EP del 2004 Trollhammeren” che fu succosissima appendice del celebre “Nattfödd”; la premiata ditta Bjørnson & Kjellson ha invece rinviato causa virus la pubblicazione del nuovo Utgard”, per rivederne la promozione che lo anticiperà – una mossa non molto simpatica ma che ci dà comunque modo di apprezzare nuovamente quanto composto da questi maestri negli ultimi anni, partendo dalla splendida “Nauthir Bleeding” e magari dall’intero In Times” del 2015.
E con ciò fermiamo per oggi la corsa all’avvenire, poiché precisamente dieci anni prima che i norvegesi se ne uscissero con quel lavorone di pregio appena citato un quartetto svedese vergava con sangue e fuoco il suo secondo lavoro: non serve avere i numerosi titoli di studio di Kirves per saper fare i conti e capire che Dödens Evangelium” degli Ondskapt ha appena compiuto quindici anni, ma occorre comunque essere un minimo allenati allo zolfo infernale per godersi appieno “Lord Of All Unclean Spirits”.
Vero è che un solo anniversario per di più proveniente dai tanto vituperati primi anni Duemila può essere considerato poco nella selezione di oggi, ma prima di lamentarvi provate a fare due passi indietro e date uno sguardo d’insieme alla playlist: vi accorgerete che in apertura della prima metà di cornice di consigli ad libitum che racchiude tutto il ben di Dio (o chi per lui) già trattato sono incastonati due veri gioielli della nostra musica preferita; se poi siete di quelli che non si vergognano minimamente ad elargire sproloqui su come De Mysteriis Dom Sathanas” dei Mayhem sia stato rovinato dagli “sbadigli” di Attila nella title-track, il suggerimento per voi è quello di seguire l’esempio del vostro adorato Dead fino in fondo. Subito dopo i norvegesi troviamo addirittura i Diabolical Masquerade, glorioso progetto svedese guidato da Anders Nyström e debuttante nel 1996 con il fantastico Ravendusk In My Heart”, che chi si è perso dovrà obbligatoriamente recuperare passando attraverso “Blackheim’s Hunt For Nocturnal Grace”. Ma se a spadroneggiare nella prima decina di minuti della playlist è dunque il passatismo più sano che si possa desiderare, la chiusura ultima mette invece innegabilmente in mostra due opere tra le più interessanti dello scorso decennio, la prima generata dall’angoscia esistenziale danese a.D. 2017 mentre la seconda risale alla non meno storta Francia del 2012: qualunque amante della musica triste ha ormai ben presente Nortt, di sicuro uno dei maestri assoluti in questo campo tanto fertile quanto poco frequentato, il cui ultimo album in studio Endeligt” è davvero un toccasana per quegli eccessi di felicità che ogni tanto capita di avere ma che possono essere rapidamente quanto efficacemente curati anche solo con i cinque minuti di “Afdø”. I parigini Glaciation sono invece (diventati) invece uno di quei progetti “a porte girevoli”, con membri di Alcest, Peste Noire ed altre affermate realtà nazionali originariamente a darsi il cambio in formazione fino a quello che sembra il classico trick à la Batushka compiuto da Hreidmarr ad inizio anno, giusto in tempo per un nuovo full; voci su voci si inseguono nella migliore tradizione e nel più fiero spirito del Black Metal anni Novanta, ma due sono le uniche cose certe: 1) la copertina su vinile del debutto 1994″ poteva venire molto meglio (ed infatti la nostra recensione ne ha una diversa, che risponde a quella della cassetta del Theo), nonché 2) il disco in sé non dovete assolutamente perdervelo, e converreteoprattutto dopo aver sentito la title-track che vi congeda dalla playlist di oggi.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Mayhem“De Mysteriis Dom Sathanas” (from De Mysteriis Dom Sathanas”, Deathlike Silence Productions 1994)

2. Diabolical Masquerade“Blackheim’s Hunt For Nocturnal Grace” (from Ravendusk In My Heart”, Adipocere Records 1996)

3. Aversio Humanitatis“The Wanderer Of Abstract Paths” (from Behold The Silent Dwellers”, Debemur Morti Productions 2020)

4. Malokarpatan“Na Černém Kuoni Sme Lítali Firmamentem” (from Krupinské Ohne”, Invictus Productions 2020)

5. Enslaved“Nauthir Bleeding” (from In Times”, Nuclear Blast Records 2015)

6. Finntroll“Skog” (from Trollhammeren (EP)”, Spikefarm Records 2004)

7. Ondskapt“Lord Of All Unclean Spirits” (from Dödens Evangelium”, Next Horizon Records 2005)

8. Chotzä“Süüchägott” (from Tüüfuswärk”, Northern Fog Records 2020)

9. Nortt“Afdø” (from Endeligt”, Avantgarde Music 2017)

10. Glaciation“1994” (from 1994″, Tour De Garde Productions 2012)

Michele “Ordog” Finelli

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