Weekly Playlist N.12 (2021)

 

Sono state giornate belle piene per i vostri indagatori della cacofonia preferiti, impegnati in miriadi di ascolti all’ennesima esplorazione sia delle immancabili ricorrenze delle quali rendervi conto (a cui verrà dedicato il nostro secondo tempo di oggi) sia alla conferma dell’album che desse il proverbiale scossone ad un marzo leggermente discontinuo.
Non che sia mancata la roba con cui trascorrere una Pasqua nera come si conviene, ma la dispersione di voti in vista del sommario mensile si è fatta sentire più del dovuto, permettendo d’altra parte di rimediare qualche lavoretto che altrimenti sarebbe finito a far la polvere in magazzino assieme a ventinove milioni di dosi di vaccino; di questa categoria fa parte ad esempio As Blades In The Firmament”, opera seconda della one-man band portoghese Monte Penumbra la cui title-track è pure il calcio d’inizio per questo rumoroso giovedì, per la gioia grande dei cultori di NoEvDia e relative sottomarche. In un ipotetico derby tutto francese Season Of Mist risponde col sophomore record dei Fuath, declinazione oscura quanto ipnotica dello scozzese dai lobi dilatati che furono, Andy Marshall, ben rappresentata oggi dai giri armonici di “The Pyre”: ci rileggiamo tra non troppi giorni per ulteriori approfondimenti, ok?
La nazione che però si sta rivelando garanzia di qualità durante queste prime mesate di 2021 è a sorpresa la Germania, la quale tra i suoi soliti validissimi mestieranti a gennaio e degli inediti slanci di forza autoriale in febbraio è rimasta sul pezzo pure nel corso di marzo; e mentre passate in rassegna il calendario cercando di capire a cosa si stia alludendo, Pagan Storm Webzine gioca come sempre d’anticipo piazzando un altro export di culto dal paese dei sandali col calzino sotto: dalla Turingia con furore, gli Odal saranno tra noi dal 23 aprile forti della bella copertina di Welten Mutter” e soprattutto delle felici intuizioni melodiche disseminate già nell’opener e anteprima “…Um Ewiges Zu Schaffen”. Se di lead ne volete poi ancora di più e magari non solo alla chitarra, provate invece ad inseguire gli aciduli violini orchestrati dagli statunitensi Felled (nient’altro che l’atteso continuo di due grandiosi centri piazzati tra il 2012 ed il 2013, quando ancora chiamati Moss Of Moonlight) in “Fire Season On The Outer Rim”, stuzzicante antipasto del loro debutto a questo nome The Intimate Earth” che vi consigliamo proprio di non perdere una volta che sarà giunto il 2 luglio.
Segnata anche quest’ultima data non state però a chiudere l’agenda, poiché martedì prossimo vi vogliamo tutti in piena forma per dare il doveroso bentornato agli scritti proibiti de La Gente Deve Sapere; l’ormai doverosa nascita ad inizio anno della sorellina Darkest Past non impedirà certo al buon Theo di riversare su pergamena telematica le sue impressioni a riguardo delle nuove uscite più stimolanti ed imperdibili tra quelle appena trattate dalla redazione e che stanno per arrivare, esattamente come fece fino alla conclusione dell’ultima stagione lo scorso dicembre quando, cioè, venne pubblicato l’ultimo approfondimento incentrato sul monumentale Totschläger – A Saintslayer’s Songbook” degli Abigor, cicatrice ancora grondante sangue sulle note macabre e magniloquenti di “Gomorrha Rising – Nightside Rebellion” che faranno questa settimana da ponte tra presente e futuro.
Nell’attesa di scoprire a quali dischi sia stato riservato tale trattamento di favore, quel manipolo di folli che insiste a leggere di musica sull’internet può benissimo tenersi occupato con i numerosi articoli prodotti in settimana sotto l’egida della già citata Darkest Past, alla quale è dedicata addirittura metà della scaletta odierna. Il sentiero di sangue attraverso le tenebre del passato inizia oggi dalla travagliata terra d’Ucraina, narrata nelle sue poche gioie e nei suoi molti dolori da una stirpe di artisti a cui appartiene di diritto Roman Saenko: a questo elemento cardine della scena est-europea è stato dedicato il sentito omaggio per il quindicennale di Blood In Our Wells”, completato oggi dall’inclusione dell’irrinunciabile “Furrows Of Gods”; il tempo tiranno ha purtroppo fatto sì che ci sfuggisse invece l’altrettanto importante debutto dei suoi Hate Forest intitolato The Most Ancient Ones”, edito invece nel 2001, per cui ci sdebiteremo con le pietrate nella tempia durante “The Night Of Winter Solstice” e la promessa di un recupero in corsa (con tanto di interessi, magari…?). Colpi di cannone risuonano però anche ad Occidente, provenienti da una Norvegia abdicata dal suo trono ma intenzionata a riprenderselo sguinzagliando rispettivamente orde di ratti carichi di pestilenza e battaglioni di ribelli di montagna: la strisciante “Huldreland” ci riporta al 2011 e ai dieci anni tondi compiuti da Mare”, sesto album firmato dai Kampfar nonché capitolo sin troppo oscurato nella loro sfavillante produzione, specie se per un attimo si tace e ci si abbandona al volo spiccato dalle chitarre nella seconda metà del brano; l’arpeggio sognante riavvolge poi le stagioni fino al 2006 e all’improvviso ci paracaduta in mezzo ai ghiacci turbati dalle pallottole, mentre i Vreid continuano noncuranti a dirigere le danze proprio come fecero tre lustri fa con la loro seconda manovra offensiva: vetri rotti e tamburi di guerra – arriva la Pitch Black Brigade”. Cinque minuti scarsi d’Inferno piombato e tutto tace, quasi a preannunciare una folata di vento che spazzi via le sciocche vicende umane lasciando per noi soltanto la pace dei sensi e l’eterna danza di luci ed ombre a ritmo di drum machine. Certi pezzi li dimentichi subito, altri li ricordi per una vita, mentre altri ancora ce li hai sempre avuti dentro in attesa che qualche novello Michelangelo li sapesse tirare fuori dal blocco di granito; nel 2006 i Summoning tirarono fuori da quel blocco di granito Oath Bound”, termine ultimo della loro poetica suggellato e consegnato alla leggenda dal coro di “Land Of The Dead”, di cui noi miseri scrivani ma prima di ogni altra cosa appassionati terminali dei due austriaci abbiamo osato rispettosamente appropriarci in chiusura di puntata.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Monte Penumbra“As Blades In The Firmament” (from As Blades In The Firmament”, End All Life Productions 2021)

2. Drudkh“Furrows Of Gods” (from Blood In Our Wells”, Supernal Music 2006)

3. Felled“Fire Season On The Outer Rim” (from The Intimate Earth”, Transcending Obscurity Records 2021)

4. Kampfar“Huldreland” (from Mare”, Napalm Records 2011)

5. Fuath“The Pyre” (from II”, Season Of Mist Records 2021)

6. Abigor“Gomorrha Rising – Nightside Rebellion” (from Totschläger – A Saintslayer’s Songbook”, World Terror Committee 2020)

7. Odal“…Um Ewiges Zu Schaffen” (from Welten Mutter”, Eisenwald Tonschmiede 2021)

8. Hate Forest“The Night Of Winter Solstice” (from The Most Ancient Ones”, Supernal Music 2001)

9. Vreid“Pitch Black” (from Pitch Black Brigade”, Tabu Recordings 2006)

10. Summoning“Land Of The Dead” (from Oath Bound”, Napalm Records 2006)

Michele “Ordog” Finelli

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