Weekly Playlist N.12 (2020)

 

Dopo i balli di gruppo negli istituti correzionali a cui abbiamo assistito giorni fa, ora sono gli assalti ai centri commerciali il nuovo cavallo su cui puntare se si cerca del divertimento a buon mercato, in special modo quando oltre alle esibizioni live anche le fino a poco fa granitiche pubblicazioni discografiche iniziano ad essere rimandate; il gioco si fa duro, insomma, e se nonostante tutto il trambusto di queste settimane anche il mese di marzo sembra essersi fatto valere da quel punto di vista (ne parliamo a giorni) a preoccuparci è invece la situazione che potrebbe crearsi tra aprile e maggio per via della possibile carenza di materiale di qualità adatta per finire sulle pagine di Pagan Storm Webzine.
Del doman non v’è certezza, direbbe qualche sagace per commentare, ma di questo giovedì invece ce n’è fin troppa; per qualche diabolico scherzo del fato l’assenza di novità fresche di conio coincide con una settimana costellata di anniversari di primissimo piano, molti dei quali abbastanza moderni nonché costituenti un’intera metà della playlist che abbiamo messo insieme. Basta quindi un click del mouse (per chi è davvero old-school e come noi ancora lo ha) e siamo già nel 2010, a tu per tu con tre lavori di band cardine per l’evoluzione dell’estremo nell’ultima decade – ci sembra doveroso iniziare con un tributo a due entità ormai scomparse ma il cui operato ancora riecheggia nelle scelte stilistiche della musica altrui e gira spesso nei nostri impianti, in questo caso i memorabili Vîrstele Pămîntului” e Tides”: a tagliare il traguardo del decennio di vita sono per l’appunto il sesto full-length dei romeni Negură Bunget, che abbiamo inutilmente tentato di riassumere con “Arborele Lumii”, ed il terzo EP degli irlandesi Altar Of Plagues, per il quale non ce l’abbiamo proprio fatta e abbiamo messo dentro tutti e venti i minuti di “The Weight Of All” senza voltarci indietro. Una volta sperimentate le asperità di questi due colossi, intervengono i francesi Alcest ed il loro ormai classico moderno intitolato Écailles De Lune” a riappacificarci con il mondo intero, o a farcene distaccare completamente, anche se l’incipit della seconda parte della doppia title-track potrebbe far pensare il contrario. Se però sono le sassate dal cavalcavia ciò che andate cercando, allora riavvolgete il nastro e tornate all’inizio della selezione, così da venire accolti a suon di “Triumph” da degli Immortal parecchio su di giri per la ricorrenza di Damned In Black”: ogni famiglia ha quel pargolo dai capelli rossi che un po’ tutti prendono in giro, peccato però che l’album in questione dopo vent’anni esatti si sia dimostrato una perfetta macchina da cazzotti a ripetizione, quindi vi consigliamo di tacere in sua presenza per evitare conseguenze spiacevoli. L’ultimo anniversario della giornata arriva invece dal Portogallo del 1995, e direi che questa frase già basta a farvi pregustare quel retrogusto iberico che solo i Moonspell di Wolfheart” ci sapevano trasmettere; tenendo poi conto che Fernando Ribeiro e soci del tempo si sono accaparrati l’ultimo slot in ordine di tracklist, per stavolta facciamo i bravi e archiviamo la pratica degli anniversari odierni mandando in onda un classico di quelli veri, ossia l’“Alma Mater” che dal vivo fa ancora strage di cuori portando benissimo i suoi soli venticinque anni compiuti ieri.
Provengono invece dall’Olanda, ma hanno la stessa voglia di esaltarci, i Nodfyr: un act formatosi non proprio lo scorso week-end ma che (oltre a qualche udibilissimo ex-membro dei ben più noti Heidevolk nei ranghi) vanta all’attivo un solo EP di nome In Een Andere Tijd”, che vi consigliamo di recuperare con quei tre anni di ritardo che bastano e servono per darvi un tono da esperti di anticaglie, e la cui title-track inaugura la parte della selezione di oggi dedicata alle mensole dello staff. E se trovate invece che la carica data dall’esuberante traccia omonima poco si addica ai tempi pesanti che stiamo vivendo, e se vi sentite in dovere di essere tristi, c’è qui zio Rome a rendervi come sempre facile la cosa e più difficile la vita; sarà per l’introduzione in italiano o per il tono desolato di “Die Nelke”, ma una rispolverata al disco del 2008 Masse Mensch Material” ci è parsa cosa buona e giusta.
Sfuggiamo però ora, per la tirata conclusiva della presentazione, a questo meschino presente trovando innanzitutto rifugio nella Grecia del 1993, tra le chitarre fumanti del manifesto His Majesty At The Swamp”: si dà per acquisita la vostra familiarità con l’opera prima degli inossidabili Varathron, quindi sotto con “Unholy Funeral” prima di una doppia mandata di fuochi d’artificio finali; il rinnovato nazionalismo da tricolore alla finestra pare una scusa valida rimettere su Totenlieder”, tra gli indubbi apici qualitativi dei tedeschi Absurd, anche perché “In Die Schlacht” suonata al balcone farebbe davvero la sua figura. Molto più indelicato sarebbe invece rifare la canzone che ha reso Kaiser Wodhanaz il nostro maître à penser di riferimento (nonostante gli evidentemente scarsi motivi artistici), contenuta nell’album Antitheist” dei suoi Ad Hominem: la festa continua nelle playlist dei prossimi giovedì, dunque “Go Ebola!”.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Immortal“Triumph” (from Damned In Black”, Osmose Productions 2000)

2. Negură Bunget“Arborele Lumii” (from Vîrstele Pămîntului”, Code666 Records 2010)

3. Alcest“Écailles De Lune (Part II)” (from Écailles De Lune”, Prophecy Productions 2010)

4. Nodfyr“In Een Andere Tijd” (from In Een Andere Tijd (EP)”, Ván Records 2017)

5. Altar Of Plagues“The Weight Of All” (from Tides (EP)”, Burning World Records 2010)

6. Rome“Die Nelke” (from Masse Mensch Material”, Cold Meat Industry 2008)

7. Varathron“Unholy Funeral” (from His Majesty At The Swamp”, Cyber Music 1993)

8. Absurd“In Die Schlacht” (from Totenlieder”, Nebelfee Klangwerke 2003)

9. Ad Hominem“Go Ebola!” (from Antitheist”, Osmose Productions 2015)

10. Moonspell“Alma Mater” (from Wolfheart”, Century Media Records 1995)

Michele “Ordog” Finelli

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